Chi è nato nomade il desiderio di partire ce l'ha scritto nel Dna. Ma non sempre è facile come sembra, e per una madre di famiglia le cose si complicano. Un diario-manuale per coloro che vedono il viaggio come la realizzazione di un sogno
di Luca RigamondiIn questo tempo di lockdown e restrizioni, non vediamo l'ora di poter tornare a godere delle bellezze del mondo: c'è chi pensa alle vacanze, chi alla prossima gita fuori porta. E c'è invece chi, nato nomade e con scritto nel Dna il desiderio di esplorare, di vivere il mondo, di muoversi in continuazione, si sente se possibile ancora più recluso degli altri. E programma non una vacanzina, non un giretto, una scampagnata ma un Viaggio. Quello con la maiuscola. Quello che è scoperta: degli altri ma anche di se stessi. Quello che affascina a leggerlo sui libri e sulle riviste. Ma se una donna decide di partire da sola lasciando a casa marito e figli (e cane)? Allora le cose si fanno più difficili, perché bisogna anche fare i conti, oltre che con i bagagli, anche con i giudizi della gente.
A raccontarlo, parlando del viaggio come di "un anelito dell'anima", è proprio una mamma nomade: la giornalista Paola Scaccabarozzi, incallita viaggiatrice brianzola, che è quel tipo di persona con la quale chiacchieri amabilmente in piazza e il giorno dopo le telefoni e ti risponde a singhiozzo perché sta risalendo il Gange su un barchino durante il Kumbh Mela, e il telefono lì non prende bene. E dopo una settimana, appena tornata a casa, riparte per fare un giretto al Santo Sepolcro ché "mi mancava, è tanto tempo che non ci vado" (e poi scopri che erano tre mesi). Insomma, una che non sta mai ferma, e che appena può molla tutto e viaggia.
Ma spesso questo bisogno fisico di prendere e partire coinvolge anche famiglia e affetti, e si scontra con i giudizi della gente: "Ma come, ancora te ne vai? E i tuoi figli?". "E tuo marito che cosa ne dice?". "Ma la tua famiglia è d'accordo?". Ma più spesso arriva la curiosità: "Come fa una donna sola a viaggiare?". "Come si fa a organizzarsi?". "Non hai paura di andare da sola in certi posti?". "Non temi le malattie?".
Una miriade di interrogativi ai quali il libro (in uscita il 10 aprile), che vuol essere "una storia narrata di emozioni, immagini, luoghi, incontri, sentimenti", cerca di rispondere con chiarezza e con sincerità. Fornendo anche consigli pratici e provando, se possibile, a essere "uno stimolo per altre viaggiatrici" che vogliano partire ma vengono frenate da pregiudizi o da questioni molto più materiali come l'organizzazione spiccia. Perché, spiega l'autrice, viaggiare è anche "andare verso la realizzazione di un sogno".
Ragazzi, la mamma parte!
di Paola Scaccabarozzi
Giraldi Editore
Pagine 224
€ 16 (€7,49 in versione ebook)