Lo scrittore presenta il nuovo romanzo "Baci da Polignano" a Tgcom24
di Santo PirrottaFoto di Elisabetta Canavero © Ufficio stampa
Dopo il grande successo di "Io che amo solo te" e "La cena di Natale", Luca Bianchini si occupa di nuovo di una coppia a lui molto cara. Quella di Mimì e Ninella. Indaga sull'amore maturo, senza tempo, quello che in due fa più di cento anni e che fa ancora battere il cuore. "Baci da Polignano" (Mondadori) è una cartolina da lockdown, che fa sperare ancora nella vita, che punta tutto sulla passione e sui sentimenti veri. Quelli che agitano tutti noi e che forse abbiamo riscoperto durante la quarantena. Tanto che, coraggiosamente, il libro esce in un momento molto particolare. Tgcom24 ne parla con lo scrittore.
Assistiamo al ritorno di Ninella, perché sei così a legato a questa donna?
E’ una donna che ha una dote rara: sa aspettare senza sentirsi mai sconfitta. E’ orgogliosa ma sa anche fregarsene, e soprattutto è libera, la cosa più difficile da attuare in un mondo di convenzioni in cui siamo sempre ossessionati dal giudizio degli altri. La realtà falsata che rappresentiamo sui social nasce da questo: non deludere le aspettative di chi ci osserva ed essere sempre al massimo. Ninella sa piangere e se sta male va a parlare al mare. Questo contatto con le sue radici, con la terra e con il cuore la rende unica, inimitabile e senza tempo.
Racconti l’amore a 60 anni, è giusto continuare a sbagliare senza mai imparare?
In amore non si impara mai niente, è l’unica cosa che so, ma è anche il suo bello. La vita ci insegna a fare tesoro dell’esperienza, ma poi quando ti cade la tegola in testa torni fragile e insicuro, ma ti senti anche forte e invincibile: l’amore a 60 anni è un’esperienza che non conosco ancora, e forse per questo mi affascina. Sono stato alla festa di un mio lettore sessantenne a Bari, Vito, proprio per capire com’erano questi “sessantenni”. Beh… a un certo punto mi hanno tirato in mezzo a ballare e il festeggiato è rimasto a torso nudo davanti alla moglie che applaudiva felice. Mi si è aperto un mondo e il cuore.
Ci sono molti viaggi, pianti, “assembramenti”, e tanto cibo... sono gli ingredienti giusti per l’amore?
L’ingrediente per l’amore - quello sincero e incondizionato - è un mix di chimica e compromessi, perché altrimenti si scivola nella passione, che è bellissima ma non può durare per sempre, o nella relazione di convenienza. I viaggi, i pianti, gli assembramenti e il cibo non so se sono gli ingredienti giusti per l’amore, ma sono fondamentali per la vita. Io amo vivere e non ho paura di piangere, anche se ovviamente eviterei di farlo. Ma se vivi pienamente sarai più disposto a dare amore e a riceverne.
© Ufficio stampa
Tra i vari personaggi incuriosisce Nancy in versione influencer, cosa pensi del fenomeno del momento?
Gli influencer da un lato li invidio, perché mi sembrano dei privilegiati, dall’altro mi fanno tenerezza, perché sono schiavi della loro immagine e della loro “daily routine” in cui tutto è perfetto e inevitabilmente “taggato”. Adoro le localizzazioni negli hotel con spa e i consigli disinteressati su come rimettersi in forma. La mia giovane Nancy vorrebbe essere come loro ma lei non può taggare il negozio “Annamaria Fashion” perché privo di profilo Instagram. Ma al tempo stesso sogna una stanza in condivisione a Milano dove abita la Ferragni.
Perché ancora Polignano?
Polignano è un pezzo del mio cuore e un luogo che mi ha regalato fortuna e ricordi indimenticabili. “Io che amo solo te” è nato per caso, ed è stato ambientato lì perché su quegli scogli mi venne l’idea della trama. E’ uno dei pochi posti in cui mi sento a casa, come se fosse un po’ mia: a volte mi mettono in braccio i bambini per “fare la foto” come se fossi il Papa! Anche se non scrivo mai una riga a Polignano: ho bisogno della distanza per poterne raccontare la magia - ma mi basta andare a Monopoli! - e la amo fuori stagione.
E perché hai deciso di mettere i Baci nel titolo?
Il titolo è venuto in piena pandemia: rileggendolo ci sembrava così pieno di “assembramenti" e di cose “vietate” che a me e alla mia editor, Joy Terekiev, è venuta l’idea di una cartolina un po’ vintage: Baci da Polignano. Anche la copertina lo ricorda, con quei colori accesi e piena di cose e di vita, che è quello che sogniamo oggi più che mai. Ho fatto anche le "cartoline vere” da spedire ad alcuni lettori e sono andate letteralmente a ruba: stanno tornando desideri semplici.
A proposito, in copertina ci sono i cornetti (portafortuna) ma anche una spiaggia, una cartolina che rimanda all’estate. È un libro da leggere sotto l’ombrellone?
E’ una commedia allegra, ironica e malinconica, come sono sempre io. Sapere che verrà letto sotto l’ombrellone sarebbe un sogno ancora più grande: vuol dire che possiamo tornare a goderci il mare.
“Baci da Polignano” arriva nelle librerie alla fine di maggio, mentre i big fanno slittare le uscite, sei molto coraggioso: come hai maturato questa decisione?
Ogni cosa ha il suo tempo. Questa esperienza ha insegnato a tutti noi che "del doman non v’è certezza” e allora godiamoci la vita quando c’è. Pubblicare il libro ora è molto rischioso, soprattutto per me che faccio delle presentazioni in giro per le librerie d’Italia un punto di forza. Ma per la ripartenza ognuno di noi adesso deve fare uno sforzo e dare il meglio di sé. Questo è quello che so fare e io non ho mai paura di rischiare. E se un libro è bello troverà sempre la sua strada, anche se più lunga e tortuosa. Confido nell’aiuto di tutti per il tam tam, sperando che la gente abbia ritrovato il piacere di leggere anche i romanzi.
Lo vedremo al cinema? Hai pensato a una serie tv?
Io quando scrivo non penso mai né al cinema né alla tv, ma solo a una bella storia. Altrimenti avrei scritto un soggetto cinematografico. Ma questa storia ha nel dna la trasposizione cinematografica - Marco Ponti ne ha girati due di successo - e ora, visti i precedenti romanzi, arriva anche una possibile serialità. Ci sono già dei produttori entusiasti, ma adesso vorrei godermi l’uscita del libro: atteso da me come una giornata al parco in quarantena.