La coppia presenta a Tgcom24 il loro primo libro insieme "Il primo anno va male, tutti gli altri sempre peggio"
di Santo PirrottaQuando Mara Maionchi vide per la prima volta “Il Salerno” (il marito Alberto, ndr), lei aveva 25 anni e lui 16. Era il 1967 ed erano entrambi all'Ariston per il Festival di Sanremo. La musica per questa coppia che festeggia quarant'anni di matrimonio con un libro, “Il primo anno va male, tutti gli altri sempre peggio” (Baldini&Castoldi), è stato il collante di una vita. Professionale e sentimentale. Due figlie, tanta ironia, litigi e la necessità di non prendersi troppo sul serio. Per questo volume Mara e Alberto hanno dovuto fare un salto nel passato, anche se in genere non amano pescare tra i ricordi. A Tgcom24 raccontano i primi passi, il lavoro su Mango, Tiziano Ferro e Gianna Nannini, la notorietà con X Factor, le scappatelle e la voglia di stare ancora insieme.
Come è nata l'idea del libro?
L'editore ha assistito a delle nostre discussioni e ci ha proposto di raccontare gli aneddoti della nostra vita. Anche se non amiamo andare indietro con i ricordi, abbiamo rivissuto insieme a una bravissima ragazza che ci ha fatto da editor questi 40 anni di matrimonio.
Mara ti ricordi la prima volta che lo hai visto?
All'Ariston, nel 1967. Alberto veniva con suo padre, c'erano tanti anni di differenza e quarant'anni fa erano imbarazzanti. Lui aveva forse 16 anni e io 25. Me lo ricordo gentile, ma niente di più. Poi l'ho rincontrato alla Ricordi. E lì ha cominciato ad essere troppo gentile. Mi ha chiesto di fare un weekend insieme e gli dissi di no, significava dormire fuori insieme e non mi andava... Quasi dieci anni di meno non erano uno scherzo... così mi dileguavo.
Poi cosa è successo?
Un giorno mi ha chiamato e mi lasciato al telefono anche se non ci eravamo mai messi insieme. Ho pensato che fosse pazzo (ride, ndr)... Poi nel 1976 è morto mio papà e ho rivisto una mia amica che viveva a Lecce, si divertiva con l'astrologia e mi disse che in quell'anno mi sarei sposata. Mi chiese la data di nascita del Salerno e mi convinse ad uscire con lui. Per lei era l'uomo della mia vita. Accettai e siamo ancora qui...
Alberto cosa ci dici?
Che Mara mi è sempre piaciuta, dalla prima volta che l'ho vista... Per questo l'ho sposata.
Le liti non sono mancate...
Professionalmente non abbiamo quasi mai litigato. Abbiamo fatto tanti lavori insieme, mai avuto dubbi ad esempio su Mango o Tiziano Ferro. Non abbiamo mai lavorato insieme su cose che non ci piacevano. Abbiamo solo discusso per qualche canzone, per un pezzo di testo che magari non ci piaceva...
A casa invece...
Ah, una volta gli ho lanciato un piatto e ancora la fa lunga (risponde Mara, ndr). Abbiamo due caratterini... Per quello abbiamo sempre discusso. Non è facile stare insieme a noi. Poi ogni tanto, come tutti gli uomini, ha fatto qualche scivolata e l'ho cacciato di casa...
Come è andata davvero Alberto?
E' stato un incidente di percorso, normale. Per sei mesi non mi ha rivolto la parola, sono stati infernali, ancora lo ricordo. Ora mi ha voluto punire oltremodo, ricordare quel periodo lì è ancora un inferno...
Un aneddoto su Gianna Nannini e uno su Tiziano Ferro?
Gianna ha fatto molta fatica ad uscire. Dopo due dischi i risultati economici erano pari a zero, abbiamo rischiato il posto per lei. Poi è esplosa e ha avuto tantissimo e dura dal 1979. Tiziano ha sempre avuto una grande forza di volontà. Era capace di andare e venire a Milano da Latina anche due volte a settimana. Ci ricordiamo la sua grande determinazione.
Oggi che vi piace?
Giusto Gabbani e la Michielin. Prima c'era un lavoro grosso di ricerca, non facevamo il disco in una settimana... Mango tornava al paesello per scrivere e ci rimaneva otto mesi. Oggi si fa tutto in una settimana. E resta poco o niente. Dopo aver vinto Sanremo se l'anno dopo sbagli la canzone sei finito. Non ci sono più brani come 'Donne' (scritta da Salerno, ndr).. Per questo oggi ricorrono spesso alle cover. Manca la creatività. Parlano tutte di un amore che finisce. Ma alla fine non aggregano. Manca il sangue, l'orgasmo...
Alberto tu hai scritto brani come “Terra Promessa” per Ramazzotti e “Senza Pietà” per Anna Oxa... Hai ancora qualche canzone nel cassetto?
No. Se non è uscita è perché era brutta. Ogni canzone ha un suo motivo. Siamo stati un po' come degli stilisti, abbiamo sempre cercato un linguaggio diverso per ogni artista. Io (Alberto, ndr) non ho mai voluto perdere una parte di me intima, non autobiografica, traslandola nel personaggio. Ad esempio quando mi chiesero di occuparmi di Anna Oxa, non sapevo niente di lei e avevo bisogno di capire. A una cena le chiesi di raccontarsi, mi disse che stava lasciando il marito per un altro uomo. Ed è nata “Senza Pietà”.
Come è nata l'avventura di X Factor?
Ci telefonò un amico della Sony e chiamò Mara per un provino. Non sapevamo di cosa si trattasse. Poi ci mandarono le copie del talent nella versione Uk... era divertentissimo, ai tempi c'era solo Amici ma con una storia diversa. 'X Factor' era molto forte, abbiamo tanta nostalgia di quelle edizioni lì.
Con la tv è arrivata la grande popolarità...
Non me ne parlare (interviene Salerno, ndr). Non possiamo andare neanche al supermercato che tutti la fermano. Lei è sempre gentile, io manderei tutti a quel paese (ride, ndr)...
Oggi cosa fate?
Ci divertiamo, ogni tanto facciamo i nonni... usciamo a cena con gli amici. Io gioco a burraco e Salerno preferisce guardare la tv. Invecchiare insieme tutto sommato è piacevole.