L’iniziativa è diventata anche un libro, tra i temi degli spettacoli, anche storie di immigrazione
© Tgcom24
“A teatro nessuno è straniero”: gli spettacoli a Milano sono diventati strumento per l’integrazione dei migranti con il progetto realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. L’iniziativa è diventata anche un libro a cura di Giulia Tollis, edito da Franco Angeli con l’introduzione di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità, e di Claudio Longhi, direttore del Piccolo Teatro, nel cui chiostro è stato presentato davanti a tantissimi partecipanti.
L’iniziativa, raccontata pagina dopo pagina nel volume, è andata avanti per mesi. In collaborazione con l’Associazione Culturale Ateatro coordinata da Oliviero Ponte di Pino, 30 studenti della Scuola di Lingua e Cultura Italiana di Sant’Egidio hanno assistito a nove spettacoli nei teatri della metropoli lombarda. Spettatori dai 20 ai 60 anni, provenienti da Asia, America Latina, Africa e Europa dell’est, si sono ritrovati a guardare commedie, tragedie, opere liriche, musical o balletti per poi discuterne insieme. Il laboratorio collettivo ha messo a confronto culture ed esperienze differenti per trovare una sintesi.
“Tra gli spettacoli, c’è anche quello riguardante vicende drammatiche di migrazione intitolato ‘Naufraghi senza volto’ e basato sulle ricerche di Cristina Cattaneo, docente di medicina legale e antropologa forense”, spiega Marzia Pontone, insegnante nella Scuola e collaboratrice del libro. “Anche ‘Mother a song for a war time’ sulla guerra in Ucraina riguarda durissime esperienze di migrazione. Tuttavia la scelta degli spettacoli è stata molto varia”, sottolinea. “Come, ad esempio, per l’opera lirica Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi al Teatro alla Scala”, sottolinea.
Si è completata così un’esperienza di “cittadinanza attiva”, come spiegato nel sottotitolo. Gli studenti arrivati da tutto il mondo, infatti, non si limitano a imparare l’italiano per integrarsi. Ma vengono coinvolti in attività sociali o umanitarie molto diversificate. Alcuni, ad esempio, visitano regolarmente anziani nelle periferie milanesi come al quartiere Corvetto. Altri sono attivi nell’assistenza di persone fragili o di migranti da poco in Italia.
Entrare come spettatori nei teatri milanesi completa, dunque, la formazione di cittadini consapevoli, capaci di ascolto e culturalmente aperti. Nel progetto hanno operato inoltre Mimma Gallina, dell’associazione Ateatro, la giornalista Anna Bandettini e Lanfranco Li Cauli, direttore generale del Piccolo Teatro, insegnante nella Scuola di Sant’Egidio e autore delle conclusioni nel libro.