© Ufficio stampa | La torre di Bruegel, 1979 - Acquerello e matita su carta, 71 x 103 cm
© Ufficio stampa | La torre di Bruegel, 1979 - Acquerello e matita su carta, 71 x 103 cm
Esposte fino al 9 gennaio oltre centocinquanta opere - che vanno dal 1977 al 2021 - della lunga carriera del pittore e disegnatore di origini marchigiane
© Ufficio stampa | La torre di Bruegel, 1979 - Acquerello e matita su carta, 71 x 103 cm
© Ufficio stampa | La torre di Bruegel, 1979 - Acquerello e matita su carta, 71 x 103 cm
Oltre centocinquanta opere - che vanno dal 1977 al 2021 - ripercorrono una parte della lunga carriera di Tullio Pericoli, pittore e disegnatore di origini marchigiane (esattamente di Colli del Tronto), ma milanese dal 1961. La mostra, allestita nelle sale dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale di Milano (aperta fino al 9 gennaio 2022), restituisce tutta la magia e la grazia di un segno che è sempre stato capace di poesia, di atmosfere fiabesche e di profonde verità.
Il percorso espositivo si concentra principalmente sul paesaggio, uno dei suoi soggetti preferiti - soprattutto nel corso dell'ultimo ventennio -, con opere di grande impatto, dove lo studio dei luoghi è filtrato da una profonda rielaborazione personale e da dove a tratti affiora anche il riferimento ad artisti come Rembrandt o Klee.
"Dipingo paesaggi - scrive Pericoli - per apprendere la loro lingua e leggere le loro pagine. Una lettura che parte sempre dalla geologia. Li dipingo anche per ricordare che non ci si può e non ci si deve liberare della memoria, per seguire una storia che strato sotto strato si snoda per tempi infiniti. Ma questo forse non è del tutto vero. Non dipingo paesaggi per fare paesaggi. Li dipingo soprattutto per il piacere di dipingere, e di fare un quadro dopo l’altro".
E' per questo che colli e campi sono intessuti di filari, alberi e arature, sono trapunti di punti e di linee a stenografare non le forme, ma l'emozione che inevitabilmente affiora dai ricordi e dalla bellezza di una visione che parla agli occhi e prima ancora al cuore.
Più che di luoghi sarebbe forse meglio parlare di sogni costruiti con segni sottili tra i quali Pericoli deposita, come carezze, delicate pozze di colore. La sua è una geografia pensata e trascritta con una grafia corsiva, a tratti rada e a tratti fitta, ma sempre viva, che segue un alfabeto che suggerisce la forma intima delle cose.
Dopo i paesaggi non si possono dimenticare i numerosi ritratti dedicati ai personaggi della cultura, da Montale a Calvino, da Proust a Beckett, fisionomie fedeli e al tempo stesso trasfigurate, dipinte con quel tratto leggero e originale che è valso a Pericoli l’attenzione e l’unanime apprezzamento internazionale.
Non si devono tralasciare neppure le sue incursioni nel teatro, con le messe in scena di opere per l'Opernhaus di Zurigo e il Teatro alla Scala di Milano. "Guardate bene una sua tela - scrive Giuseppe Montesano nel bel catalogo monografico edito da Skira -, un paesaggio o un ritratto o un frammento: guardatelo con lo sguardo imprevisto che si sorprende e con lo sguardo contemplatore che si lascia sommergere… Pericoli ragiona per contatti e lega un albero a un cosmo, un fiore a un sasso, un occhio a un dito, una parola a un mare, uno sgraffio a un pensiero, un teorema a una passione, una linea a un buio, un bambino a un sogno…".
TULLIO PERICOLI: FRAMMENTI
Palazzo Reale, Milano
13 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022