Riflessioni dopo la 18ma edizione della Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea che si è tenuta a Milano
Miart 2013 © Gianni Marussi
Milano dopo il Miart, chiusi i battenti del Salone del Mobile, attende il MIA, Milan Image Art Fir: l’unica fiera italiana dedicata alla fotografia e alla video arte ideata e curata da Fabio Castelli.
E nell’attesa del prossimo evento che smobiliterà folle di estimatori, professionisti e non, almeno così si spera, abbiamo fatto un sondaggio tra galleristi e addetti ai lavori per “misurare” il tasso di gradimento della 18esima edizione di Miart, la mostra-mercato fino a questa edizione considerata dalla critica come provinciale e non appetibile a un pubblico e mercato internazionale.
Ha ridefinito il ruolo del Miart, a caccia di identità da anni, Vincenzo De Bellis, 35 anni, con un curriculum invidiabile, cofondatore e co-direttore della galleria indipendente Peep Hole, cha ha inaugurato recentemente la nuova sede in via Stilicone 10 a Milano in un edificio della storica Fonderia Battaglia. Il Miart 2013, nel padiglione 3 di Fieramilanocity ha ospitato 140 gallerie italiane ed estere ed era articolata in 4 sezioni: Established ed Emergent, riservata a venti giovani gallerie, nate dopo il 2007 che riuniscono gallerie internazionali d’arte moderna e contemporanea già esistenti e le nuove TheNew , dove sono state messe a confronto 9 coppie di artisti di generazioni diverse: un maestro e un giovane artista e Object, area dedicata alla commistione tra arte e design, dove si trovavano oggetti prodotti in edizioni limitate, alquanto fiacca e neppure troppo apprezzata da molti, ma speriamo in meglio per il prossimo anno, certo non ha brillato!
La fiera ha registrato il più alto tasso di un pubblico eterogeneo, soprattutto giovani e di collezionisti anche stranieri. 55 Espositori provenivano da 15 Paesi esteri e 40 gallerie hanno partecipato al Miart per la prima volta. De Bellis in un momento di crisi in cui il ruolo istituzionale nell’arte contemporanea e nella cultura in generale è pressoché vacante, ha puntato su un team di collaboratori preparati composto da: Donatella Volontè per il settore moderno e da Alessandro Rabottini, curatore esterno del GAMeC, Bergamo, Fionn Meade, curatore Indipendente di News York, Andrea Viliani, direttore del Madre di Napoli, Florence Derieux, direttrice del Frac Champagne Ardenne, Reims e Andrew Bonacina, curatore dell’Internazional Project Space, Birmingam. I protagonisti sono stati gli espositori. Miart è un evento commerciale e culturale insieme di qualità, De Bellis ha vinto le riserve anche dei più scettici, si è ispirato al modello di Artissima di Torino, più sperimentale della fiera di Bologna. Ha elevato l’appeal, con una maggiore presenza di gallerie e sodalizi con patner internazionali. L’errore principale delle altre edizioni è stato la mancanza di una politica di investimenti mirata, inoltre la fiera veniva concepita come una vetrina per galleristi locali, dimenticando che scambi, relazioni e la partecipazione delle istituzioni, dei galleristi, musei e artisti non è secondario, bensì una risorsa da valorizzare. De Bellis ha investito i fondi a disposizione per invitare dealer e acquirenti stranieri, funzionari pubblici e ha trasformato una superficie di 5.500 metri quadrati in un laboratorio della creatività, ben allestito da Martino Berghinez, architetto milanese noto per allestimenti fieristici raffinati, eleganti e vivaci e concepito come un luogo fluido, aperto, fruibile e ordinato. L’arredo Moroso ha contribuito a valorizzare il rapporto tra arte e design e le grafiche di Mousse e la lounge vip realizzata in collaborazione con Champagne Ruinart hanno dato il tocco finale.
Così per 4 giorni il Miart ha ospitato pubblico eterogeneo di esperti del settore e curiosi di ogni età, qui opere, azioni, incontri, poche le videoinstallazioni e molti miartalks, dibattiti tematici organizzati in collaborazione con l’Associazione Amici di Miart, nata nel 2008. Miart ha superato l’esame di maturità, dimostrando dinamismo e capacità di investire in diversi ambiti di ricerca, con un unico obiettivo: abbattere il muro tra arte, cultura e l’economia. Lo conferma il fatto che, per la prima volta, Milano ha fatto sistema e al Miart hanno partecipato molte istituzioni pubbliche e private: PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea, la Galleria d’arte Moderna, il Museo del Novecento, Palazzo Reale, la Fondazione Prada e l ’Hangar Bicocca. Anche il design non si è tirato indietro e la Triennale, la Fondazione Castiglioni e la Fondazione Portaluppi hanno anch’esse inaugurato mostre e presentato eventi speciali in concomitanza con la fiera dell’arte che ha coinvolto tutta la città.
Jacqueline Ceresoli
© Gianni Marussi
Miart 2013
Miart è una fiera in cui moderno e contemporaneo dialogano con continui rimandi o con echi più o meno espliciti; un’occasione per riflettere sulla continuità fra passato e presente.
Miart vuole sottolineare ancora di più questo aspetto e allo stesso tempo lavorare sulla possibilità di sperimentare strategie istituzionali alternative a quelle consuete. L’obiettivo è quello di iniziare un percorso che porti miart ad essere attiva nella produzione moderna e contemporanea durante tutto l’anno e non solo nei tre giorni dell’evento fieristico.
Miart diventa un collettore di ambiti, strutture ed esperienze variegate, in grado, da una parte, di connettere tra loro le specificità che esistono nel tessuto culturale ed economico di Milano, dall’altro, di incubare importanti realtà internazionali.
Le sezioni della fiera e gli eventi in città si basano su un principio di “attraversamento” di discipline diverse, con il desiderio di intercettare pubblici provenienti anche da altri ambiti; obiettivo è quello di rintracciare nel campo dell’arte un luogo idoneo alla comunicazione tra i saperi, un luogo di “scambi” ma anche un’esperienza culturale, sulla base della teoria de “L’Economia delle Esperienze”, in cui la produzione di beni e servizi non è più sufficiente, e sono le “esperienze” offerte a costituire il fondamento della creazione di valore.
Established: Sezione che riunisce gallerie operanti da anni nella promozione dell’ arte moderna e contemporanea.
Emergent: Sezione riservata alle giovani gallerie d’avanguardia, con una riconosciuta attività di ricerca artistica sperimentale.
THENnow: Sezione a invito nella quale si confrontano un artista storico e uno appartenente a una generazione più recente.
Object: Sezione che presenta gallerie attive nella promozione di oggetti di design contemporaneo concepiti in edizione limitata e fruiti come opere d’arte.
miart 4 - 6 aprile 2013
Fieramilanocity
Viale Scarampo, Gate 5, pad. 3
20149 Milano