fino al 27 aprile 2014

Vassily Kandinsky: un’opera senza confini

Ottanta opere dell'artista russo creatore dell'astrattismo sono esposte dal 17 dicembre al 27 aprile a Milano a Palazzo Reale. Provengono da Centre George Pompidou di Parigi

17 Dic 2013 - 15:08

Ottanta opere dell'artista russo creatore dell'astrattismo Vasilij Kandinsky sono esposte dal 17 dicembre al 27 aprile a Milano a Palazzo Reale. Provengono da Centre George Pompidou di Parigi, dove si trova la maggiore raccolta di dipinti di questo geniale pittore, che nel 1909, con il suo "Acquerello astratto", impresse una svolta decisiva alla storia dell'arte. Le opere esposte in questa rassegna documentano i diversi passaggi compiuti da Kandinsky in ogni tappa della sua vita.

Il percorso della mostra - L'esposizione parte da piccoli paesaggi dell'inizio Novecento, ancora improntati all'Impressionismo. Seguono alcuni dipinti a tempera in cui, su un rigoroso fondo nero, si stagliano figurazioni ispirate al folklore russo, espresso in una stilizzazione Art Nouveau, ed anche alla mitologia tedesca, frutto del suo lungo soggiorno a Monaco di Baviera. Fu proprio in Baviera, a Murnau, dove si era trasferito, che maturò poi la svolta astratta, avvenuta all'interno del movimento del "Cavaliere Azzurro". Come viene documentato in questa rassegna, all'inizio l'astrattismo di Kandinsky ebbe un'impronta coloristica espressionista, per poi divenire più geometrico, negli anni Venti, con il suo approdo alla Bauhaus. I successivi passaggi di Kandinsky coincidono con il suo trasferimento, nel 1933, a Parigi, dove incontrò i surrealisti, Arp e Mirò in particolare, che gli ispirarono un'esplorazione degli organismi elementari della natura. Inserì così nei suoi quadri espressioni del microcosmo amebico. Mentre infuriava la Seconda guerra mondiale, i suoi ultimi quadri appaiono pertanto improntati ad un particolare lirismo.

Sala dopo sala - Si comincia nella prima sala "immergendosi" in un ambiente che avrà "il potere di trasportare il visitatore fuori dallo spazio e dal tempo": Pitture parietali ricreate nel 1977 dal pittore restauratore Jean Vidal. Opere concepite e messe a punto rispettando fedelmente i cinque guazzi originali, eseguiti da Kandinsky per decorare un salone ottagonale della Juryfreie Kunstausstellung a Berlino fra il 1911 e il 1930.

Quattro le sezioni che si sviluppano lungo otto sale: "A Monaco: 1896 – 1914" - "Di nuovo in Russia: 1914-1921" - "Gli anni del Bauhaus: 1921-1933" - "Parigi: 1933-1944"

Tra le opere più note esposte: la "Città vecchia" (1902), "Mulino" (1904), "Nel grigio" (1919), "Giallo-Rosso-Blu" (1925), "Ammasso regolato" (1938) e "Azzurro cielo" (1940).

Splendida la prima sezione con primi dipinti realizzati nei soggiorni estivi a Murnau, colori accesi e antinaturalistici, traducono la realtà in immagini piatte, prive di volume, ispirate alla pittura fauve. Il paesaggioè pretesto per esercizi sulla forma e per indagini sulla forza del colore, con cui avvia il primo processo di astrazione dal reale.     

Scoprendo Kandinsky
- "
Non vorrei passare per un simbolista, per un romantico, per un costruttivista. Mi accontenterei che lo spettatore, passando da un quadro all'altro, scoprisse ogni volta in contenuto pittorico diverso. Nella mia anima, la disintegrazione dell’atomo equivaleva alla disintegrazione del mondo intero
",
scriveva l'artista.
Afferma
Alain Seban,
Presidente del Centre Pompidou: "
Vassily Kandinsky, nato in Russia nel 1866 e, in quanto russo, costretto dallo scoppio della Prima guerra mondiale a lasciare la Germania, cacciato dalla Russia dalla deriva del regime bolscevico, tedesco cacciato dalla Germania dall’ascesa al potere del nazismo, per infine morire cittadino francese nella Parigi appena liberata. Di queste tragedie, nulla sembra trapelare nella sua opera, giacché essa guarda al di là del mondo e del tempo, al di là delle apparenze dell’universo visibile, per tradurre l’essenza stessa del reale e così salvarlo dalla distruzione che lo minaccia. E tuttavia in questa eroica impresa appare un artista, si trova un uomo di cui occorre oggi restituire l’intima coerenza
"

Per rendere conto delle complesse scoperte della pittura astratta e del percorso personale che vi s’intreccia, la curatrice della mostra
Angela Lampe
, conservatrice del
Musée National d’Art Moderne
del
Centre Pompidou
, ha selezionato più di ottanta lavori, tra dipinti e opere su carta, che illustrano i periodi principali della carriera dell’artista, tutti provenienti dal fondo Kandinsky, uno dei più cospicui al mondo. La mostra documenta, così, il continuo arricchimento delle collezioni del
Musée National d’Art Moderne
, dalla donazione iniziale di
Nina Kandinsky
al lascito dei fondi dello studio di Neuilly nel 1980, dalla donazione del gallerista
Karl Flinker
nel 1994 alla costante generosità della
Société Kandinsky
. Questa intima retrospettiva mette anche in luce la ricchezza del fondo Kandinsky, in particolare le fotografie, che permettono di ricostruire un’avventura artistica straordinaria, dagli esordi a Monaco, con le audacie dell’astrattismo, alla persistente influenza del Bauhaus e agli ultimi capolavori parigini. Il clou della mostra è la presentazione del “
Salon de réception
”, ideato da Kandinsky nel 1922 per la
Juryfreie Kunstausstellung
al Glaspalast di Berlino; questo insieme di pannelli decorativi, ricostruito in occasione dell’inaugurazione del Centre Pompidou nel 1977, da allora non era mai stato esposto fuori della Francia. Dunque, è a un evento raro che il pubblico italiano è invitato nelle prestigiose sale di Palazzo Reale
.

Per la Curatrice Angela Lampe, "L'astrattismo ancor oggi insegna ad andare in profondità nella ricerca artistica, guardando sempre avanti". 

Indispensabile per comprendere Kandinsky riconoscere le tre anime che si agitano dentro di lui: l'arte popolare russa, scoperta nel viaggio giovanile a Vologda le decorazioni popolare delle isbe, tipiche abitazioni rurali russe; la pittura francese moderna che si sviluppò quando Kandinsky visitò una mostra sull’arte francese, fu sconvolto dalla visione di uno dei Covoni di Claude Monet, in quanto, pur non avendolo immediatamente riconosciuto, era rimasto profondamente colpito da quell’“immagine” quasi priva di soggetto; e infine l’opera tedesca, una rappresentazione del Lohengrin di Richard Wagner gli fece scoprire la forza pittorica dei suoni e la capacita` dell’arte di generare immagini interiori. Questi sono gli accordi basilirari che in lui si fondono e si vivificano dando inizio alla danza di forme e colori.

VASSILY KANDINSKY. La collezione del Centre Pompidou
Palazzo Reale, Milano

17 dicembre 2013 – 27 aprile 2014

Orari: Lun 14.30 – 19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 9.30 – 19.30 | Gio, Sab 9.30 – 22.30 
Biglietti: € 11,00, ridotto € 9,50, ridotto speciale € 6,50.
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.
Per prenotazioni e informazioni: +39 02 54916
http://www.kandinskymilano.it, #kandinskymilano

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