Quattro mesi fa un cancro si è portato via la giornalista e scrittrice Francesca Del Rosso. Costituita un'associazione per "sensibilizzare sulla capacità di trasformare le difficoltà della vita in opportunità"
di Domenico CatagnanoFrancesca Del Rosso in un suo viaggio in Togo (Foto di Mauro Consilvio) © tgcom24
Ho visto per l'ultima volta Francesca Del Rosso una settimana prima che il cancro se la portasse via lo scorso dicembre. Quello che doveva essere un dolorosissimo saluto si è trasformato in una piacevole chiacchierata, l'ennesima, come se fossimo seduti al tavolo di un bar. Mentre suo marito Alessandro la aiutava a gustare un gelato -ne era golosissima- parlavamo del suo ultimo libro, di cose di lavoro e fantasticavamo di tornare in Sicilia presto, stavolta con Ale, i suoi bambini e la mia compagna, visto che non eravamo mai "scesi giù" tutti insieme.
Pensare al domani come se non ci fosse un domani, fare progetti, programmare viaggi... quella era la normalità di Francesca, alla quale non aveva rinunciato nei sei anni della malattia. Una normalità che diventa resilienza, una parola "difficile e importante, che significa non arrendersi, non tirarsi mai indietro, non lasciare la partita, resistere agli urti della vita senza spezzarsi. Andare avanti a testa alta, sempre avanti. In ogni caso", come lei stessa scriveva.
Nel segno della resilienza nel 2014 era nato "Wondy, ovvero come si diventa supereroi e si guarisce dal cancro", il libro che aveva scritto raccontando la sua vita di "tumorata di Dio" senza rinunciare all'ottimismo e all'ironia, rispolverando un vecchio nomignolo che le avevano affibbiato ai tempi dell'università. Wondy come Wonder Woman, una supereroina che riusciva a fare mille cose contemporaneamente e che, dopo aver scoperto i "sassolini" al seno ha voluto continuare a vivere la sua vita di donna, di moglie, di mamma, di giornalista e scrittrice. E così ha fatto, Francesca, ha scritto, viaggiato, organizzato feste, cresciuto i suoi bambini, ha dato anche l'impressione di aver imparato a cucinare, visto che ai fornelli notoriamente era una frana (voleva far credere anche di riuscire a ricordare le date dei compleanni che puntualmente dimenticava. Ma barava, le aveva semplicemente memorizzate sul telefonino).
E sempre nel segno della resilienza è nata "Wondysonoio", l'associazione presieduta da Alessandro Milan, suo marito, perchè resilienza, come scriveva ancora Francesca "è una parola che merita attenzione, che va raccontata, spiegata, diffusa, che voglio portare nel mondo, in tutti i modi che conosco e che mi verranno in mente. E che ci verranno in mente, perché io ho bisogno di una mano, da tutti voi". L'associazione ha già indetto un premio per la letteratura che non poteva che chiamarsi "Premio Wondy", al quale possono partecipare libri "nei quali i personaggi, veri o di fantasia, affrontano e superano una difficoltà di qualsiasi genere". Opere di resilienza, insomma. Il premio verrà assegnato nel marzo del prossimo anno, la giuria è presieduta da Roberto Saviano e ne fanno parte tra gli altri Daria Bignardi, Ferruccio De Bortoli, Paola Saluzzi e Chiara Gamberale.
L'iscrizione a "Wondysonoio" (che è anche su Facebook) è aperta a tutti, perché tutti possono diventare supereroi per trasformare in opportunità le difficoltà della vita. Francesca la spiega così: "Possiamo fare tanto di buono insieme. Solo se insieme. Perché io non sono Francesca Del Rosso, non sono Wondy. Ma Wondy sono io".