il libro

Nicola Barone, una storia di successo: da un paesino della Calabria ai vertici di Tim San Marino

Il manager, ambasciatore e Grande ufficiale della Repubblica si rivolge ai giovani. "Perché, se ci sono riuscito io..." 

28 Mar 2025 - 19:06
 © Ufficio stampa

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Nicola Barone, da un piccolo paese della Calabria a presidente di Tim San Marino, ambasciatore della Repubblica del Titano e Grande ufficiale della Repubblica italiana, oltreché precursore della Rete in Italia, fin dagli anni 90. Una storia di successo tutta da raccontare. Perché, come dice lui stesso, “sia da sprone per i giovani di oggi, che troppo spesso sono smarriti, pur avendo infinite possibilità in più rispetto a noi allora”.

Già, perché la storia di Nicola Barone comincia a Cerchiara di Calabria, provincia di Cosenza, nel 1951. E da lì si dipana fino a Torino dove si laurea in Ingegneria con un unico, visionario obiettivo: “Azzerare il digital divide per tutti in tutto il Paese”, quando nessuno parlava di digital divide. Progetto ambizioso, che ha perseguito per tutto il suo percorso professionale e che ora Barone racconta nel libro Una vita da presidente, che sarà presentato il 1° aprile alle 17 nella sede della Società Dante Alighieri di Piazza Firenze a Roma.

Il suo libro è un’autobiografia, la storia di un successo. Come spesso accade, tutto comincia con un episodio sliding doors, che se fosse andato diversamente avrebbe cambiato tutto il corso della vita. Qual è il suo?

"Sono un uomo di periferia, sono nato in un piccolo paese calabrese. Sono nato analogico, oggi sono digitale al 100%. Ho attraversato tutte le ondate tecnologiche. Questo libro, più che un’autobiografia vuole essere un modello di riferimento per le nuove generazioni. E un episodio decisivo che posso ricordare è all’inizio del mio percorso professionale: c’era un professore delle elementari che si trovava in una frazione del mio paese che si era totalmente isolato, perché non c’erano telefoni e non poteva parlare con figli e parenti emigrati al Nord. Ebbene, per lui mi ero prefissato di portare il telefono in tutte le zone rurali. Ora tutto questo è realtà".

Che cosa intende lei con la parola successo?

"Successo non significa necessariamente arrivare a conseguire un obiettivo che ti sei prefissato. In realtà, successo significa fare il proprio dovere con impegno costante. Ed è questo che poi ti permette di arrivare al tuo obiettivo. Come rispondeva Guglielmo Marconi quando gli chiesero se si ritenesse un genio: “Non esiste un genio, ma solo il tono di sapersi applicare in maniera costante”.

È possibile ancora oggi partire da un paesino della Calabria e arrivare ai vertici di una grande azienda? Cioè, i giovani di oggi hanno più o meno possibilità rispetto ai giovani di qualche decennio fa?

"I giovani di oggi hanno sicuramente più possibilità di noi, ma non hanno la cultura del sacrificio. I sacrifici che ho dovuto fare io sono stati molti e sono stati da sprone. Io, per esempio, mi spostavo da Crotone a Torino in treno. Da Sibari a Taranto non era nemmeno elettrificato, viaggiava a gasolio, aveva i sedili in legno, niente aria condizionata… Ma proprio questi sacrifici mi hanno dato lo slancio necessario. Oggi i giovani sono sicuramente più agevolati per molti aspetti, ma forse non hanno stimoli dai sacrifici che vanno fatti per crescere".

Quale consiglio darebbe a un giovane che comincia oggi l’università o il lavoro?

"Un solo consiglio: concentrarsi su quelle che sono le nuove tecnologie. “Dovete essere affamati e folli”, come diceva Steve Jobs. Per creare nuove opportunità e strat-up. Non solo per se stessi, per il proprio successo, ma per dare valore aggiunto al territorio dove si è nati e cresciuti, dove si studia e si lavora, evitando di emigrare, come invece fanno molti al giorno d’oggi."

Nella presentazione del libro, sottolinea la sua formazione cattolica: ha ancora senso, oggi, la fede?

"Certamente sì. In tutto il mio percorso professionale, ho sempre tenuto a mente quattro parole che ripeteva sempre San Giovanni Bosco: “Onesti cittadini e buoni cristiani”. Questo non significa essere bigotto, ma avere grandi valori etici e morali. Non è un caso che oggi si parla di valori etici e morali anche per l’Intelligenza artificiale: senza valori etici e morali si creano muri e scarti, come dice Papa Francesco".

Ci dica un motivo per cui vale la pena acquistare leggere il suo libro.

"Perché vuole essere un modello e uno stimolo per i giovani, che hanno bisogno di modelli positivi, perché loro stessi siano positivi e proattivi. Io sono una persona uscita dalla periferia senza alcuna infrastruttura e sono arrivato dove sono arrivato: se ci sono riuscito io…"

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