Il giornalista e conduttore diventa editore: "I libri a difesa del pensiero e della libertà"
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Una battaglia per il libero pensiero e per la libera azione degli individui. È questa la mission della casa editrice Liberilibri che nel marzo 2023, in continuità con la gestione di Canovari e dopo la sua morte, è stata acquisita da un gruppo di amici tra cui il giornalista e conduttore televisivo Nicola Porro.
In più di trent’anni di attività, Liberilibri si è imposta come il riferimento italiano di un determinato orizzonte culturale raccogliendo un catalogo di oltre 300 volumi che sono classici internazionali della libertà. Tra i suoi principali autori si annoverano insuperabili maestri del pensiero liberale e libertario: da Ayn Rand a Étienne de La Boétie, da Voltaire a Edmund Burke, da Carl Menger a Murray Rothbard fino a grandi italiani come Bruno Leoni, Antonio Martino, Francesco Cossiga, Carlo Nordio. Questa casa editrice nasce nel 1986 su iniziativa di Aldo Canovari, imprenditore nel settore energetico e grande liberale. Avvertendo una cultura egemonizzata dalla sinistra, Canovari ha avviato un’impresa da mecenate per portare molti classici della cultura liberale in Italia, classici del pensiero fino ad allora mai tradotti in italiano a partire dal ‘Discorso sul libero pensiero’ di Anthony Collins, testo fondativo del liberalismo. L’amministratore e direttore editoriale della casa editrice è Michele Silenzi che ricopre questo ruolo da cinque anni. Il nuovo presidente del cda è Luigi Scarfiotti.
Liberilibri ha fatto della relazione tra libri e libertà il proprio nome e quindi la propria missione. La difesa della libertà, e la sua promozione, attraverso i libri è passata sempre dalla difesa di angoli insoliti e remoti della libertà, lì dove è più difficile osare difendere il libero agire individuale. Come recita il titolo di un libro di Lysander Spooner, “i vizi non sono crimini”, così come ‘Difendere l’indifendibile’ – uno dei titoli di maggior successo della casa editrice – un manifesto ideale di quella difesa radicale della libertà che da sempre portiamo avanti. Senza libertà, infatti, viene meno l’uomo che per essere tale non può che essere libero. Il rapporto tra pensiero e linguaggio è strettissimo: si formano a vicenda, senza linguaggio non si pensa e viceversa, ma se questo circuito pensiero-linguaggio si blocca non c’è modo di essere liberi. Si rischia allora di divenire parte di un comune indistinto che schiaccia l’individuo e la sua libertà: una nuova e temibilissima forma di totalitarismo.