Annie Ernaux, la scrittrice francese vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura 2022
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La scrittrice francese, nata in Normandia, ha detto: "Lotterò fino alla morte per il diritto all'aborto". Nei suoi testi emergono le forti disparità di genere, di lingue e di classe sociale
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Il Premio Nobel per la Letteratura 2022 è stato assegnato ad Annie Ernaux dall'Accademia di Stoccolma. Il riconoscimento è andato alla scrittrice francese "per il coraggio e l'acutezza clinica con la quale scopre le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi di memorie personali". Nei suoi libri, prosegue la motivazione, la Ernaux "in modo coerente e da diverse angolazioni, esamina una vita segnata da forti disparità di genere, lingua e classe. Il suo percorso verso la professione di scrittrice è stato lungo e arduo".
La vittoria del Premio Nobel è un "grande onore" e una "responsabilità", ha commentato la scrittrice. "Lotterò fino al mio ultimo respiro affinché le donne possano scegliere se essere madri o meno: la contraccezione e il diritto all'aborto sono un diritto fondamentale, la matrice della libertà delle donne": lo ha detto la scrittrice francese neo Premio Nobel per la Letteratura, Annie Ernaux, parlando dalla sede dell'editore Gallimard a Parigi. Citando, tra l'altro, la situazione politica italiana, con l'avvento al potere del partito di Giorgia Meloni, la scrittrice ha criticato l'estrema destra che "nella storia non è mai stata favorevole alle donne".
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Nata nel 1940 a Lillebonne in Normandia, Annie Ernaux è autrice de "Gli anni", "Gli armadi vuoti", "La donna gelata" e diverse altre opere. I suoi genitori avevano un negozio di alimentari e una caffetteria: Annie è dunque cresciuta in un ambiente proletario che aspirava a una vita borghese. Nei suoi testi emergono le forti disparità di genere, di lingue e di classe sociale. Nonostante il suo stile classico, Ernaux si dichiara "etnologa di se stessa" piuttosto che una scrittrice di narrativa.
La sua prima opera "Gli armadi vuoti" (1974) fa parte di una trilogia di romanzi autobiografici che comprende anche "Ce qu'ils disent ou rien" (1977) e "La donna gelata" (1981). Tra i temi affrontati l'aborto, ne "Gli armadi vuoti", la solitudine e la disillusione in "Ce qu'ils disent ou rien" e la monotonia del matrimonio incarnando lo stereotipo della casalinga perfetta negli anni sessanta in "La donna gelata". Nei lavori successivi si allontana dal genere autobiografico alternando diversi stili, dalla prosa narrativa alla diaristica passando per l'etnografica. Il suo romanzo più famoso, "Gli anni" (2008), ha vinto numerosi riconoscimenti, compreso il Premio Strega europeo 2016. Alla sua opera è ispirato il film "Gli anni" di Sara Fgaier.
La Ernaux, in una recente intervista, ha dichiarato a proposito della sua opera più nota: "Il motivo che mi ha spinta a scrivere 'Gli anni' non era quello di lottare contro l'imposizione dello sguardo maschile, ma di mostrare come lo scorrere del tempo fosse percepito dalle donne in modo del tutto diverso rispetto agli uomini. Racconto la storia della Francia dagli anni quaranta fino ai giorni nostri, filtrata dalla sensibilità femminile: se lo avessi scritto secondo la visione maschile, di sicuro il risultato finale del libro sarebbe stato molto diverso".
"Ne 'Gli anni' - aggiunge - insisto sulle metamorfosi che le donne hanno subito, sugli eventi che le hanno cambiate: ripenso alle donne degli anni cinquanta, ripenso a mia madre paragonandola alla donna che sono oggi, alla donna del tutto diversa dal passato che sono diventata. Al centro del libro infatti vi è proprio questa evoluzione della donna nel tempo, in un confronto inesauribile fra ciò che era e ciò che è, fra il passato e il presente".