Storie e segreti per sfruttare al massimo le proprie potenzialità atletico-fisiche secondo il medico dello sport Fabio Rapuzzi
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L'uomo si è evoluto per mangiare, dormire, muoversi e rapportarsi ai suoi simili e all'ambiente ma potenzialmente tutti gli uomini nascono come atleti straordinari, forti e versatili, resistenti e veloci, capaci di correre, nuotare, arrampicarsi, saltare e fare gioco di squadra, come nessun'altra specie e com'è scritto nel Dna. E quanto più ci allontaniamo dalla nostra natura, tanto più corriamo il rischio di indebolirci e ammalarci. Il medico dello sport Fabio Rapuzzi ha dedicato a questi argomenti il manuale "Nutrire la forza. Da Sapiens a Jedi: evoluzione e fisiologia di un super atleta. Istruzioni per l’uso" (Ab ovo Edizioni). Ecco, allora, come tornare a ottenere il massimo da noi stessi senza snaturarci, nutrendo la nostra forza.
Leggendo il suo libro, "Nutrire la forza. Da Sapiens a Jedi: evoluzione e fisiologia di un super atleta. Istruzioni per l’uso" sembra che ognuno di noi possa diventare un supereroe, addirittura uno Jedi!
Dipende da cosa intendiamo. In realtà ogni homo sapiens più che un supereroe è un super atleta: ci siamo evoluti nella savana diventando uno dei più incredibili animali di endurance che esistano, forse il migliore, al limite ce la giochiamo col lupo. Siamo in grado di uccidere un cervo facendolo morire di fatica inseguendolo. Abbiamo dei mirabolanti adattamenti funzionali alla corsa e allo svolgimento di azione durante essa che neppure ci immaginiamo ma al contempo siamo dei lanciatori straordinari, ci sappiamo arrampicare con efficienza sugli alberi o sulle rocce, sappiamo nuotare, fare salti mortali, capriole, combattere corpo a corpo con un altro animale e così via. Siamo stati capaci di conquistare tutto il pianeta ben prima della rivoluzione tecnologica e di strumenti avanzati. Ognuno di noi può recuperare completamente o in parte queste capacità.
Personalmente non bramo all'idea di battere un cervo in resistenza, mi basterebbe battere la resistenza della mia pancetta a scendere...
Le medesime tecniche che utilizziamo ormai da sessant’anni nel nostro centro medico per trasformare degli atleti in campioni possono essere utilizzate per far vincere la gara personale di un cardiopatico, che può essere fare una rampa di scale, o di un avvocato che vuole ottenere la massima performance nel proprio lavoro e al contempo farsi la gran fondo di ciclismo la domenica con gli amici. È per questo che suddivido i miei pazienti in tre categorie: A, gli agonisti; B come balance, quelli che devono trovare l’equilibrio tra lo sport e la loro vita e assolutamente non mettere il risultato sportivo in cima, davanti al lavoro e alla famiglia; e infine H, come Healing o guarigione, il cui obiettivo è ovviamente stare meglio. Per ciascuno l'obbiettivo è raggiungere il massimo di quello che può ottenere da se stesso.
E come può farlo?
Lo può fare apprendendo la fisiologia che sta alla base del funzionamento del nostro corpo. Conoscendo come funzionano i meccanismi di sazietà e fame, conoscendo quali sono gli alimenti che la nostra specie si è evoluta per mangiare e quali invece sono stati introdotti solo in tempi recenti.
Siamo italiani, come facciamo a salutare pasta e pizza?
Noi siamo animali migratori, siamo cacciatori raccoglitori che si sono evoluti per muoversi, oltre che per mangiare in un certo modo, dormire in un certo modo, accoppiarsi in un certo modo e avere una vita con un certo tipo di socialità. Per tornarvi basta utilizzare calzature più adatte ai nostri piedi e mangiare più carne, frattaglie, pesce, verdura, frutta e meno cereali, legumi e latte e derivati .
Ma la carne non era cancerogena?
Posso dare una risposta breve è una risposta lunga. La risposta breve è no. La risposta lunga alla quale accenno nel libro citando letteratura scientifica e che non è tanto la carne essere cancerogena quanto ad esempio la carne di animali allevati in modo sbagliato, come mucche che mangiano cereali invece che erba, oppure quello che dentro la carne viene messo, come nitriti e nitrati.
Ma il vostro approccio, che comprende l’uso di parecchie proteine animali, non potrebbe essere deleterio per il pianeta?
Assolutamente no. Se osserviamo oggi dove ci sono state le prime rivoluzioni agricole, vediamo che ci sono solo degli immensi deserti, dal momento che il grano sequestra carbonio e azoto dal terreno. E se guardiamo i nostri prati vediamo che sono morti, i batteri che dovrebbero popolarli non ci sono. Potremmo dire che dove c’è un prato dovrebbe esserci un ruminante, altrimenti l’erba morirà ossidandosi invece che essere mangiata e alimentare il ciclo del carbonio e dell’azoto. Di questo, dell’agricoltura rigenerativa e dell’allevamento rigenerativo e di come allevare nel modo corretto le mucche e gli altri animali insieme possa salvare il mondo parla un libro che presto uscirà anche in Italia, Sacred Cow di Robb Wolf e Diana Rodgers. Anche per quanto riguarda il mare ci sono studi di cui parlo nel libro che mostrano che se solo fossimo meno “selettivi” il mare potrebbe darci sei volte più di quanto non ci dia, il vero problema è che tutti vogliono sempre l’orata, il branzino…
Nutrire la forza. Da Sapiens a Jedi: evoluzione e fisiologia di un super atleta. Istruzioni per l’uso
Fabrizio Rapuzzi
Ab ovo Edizioni
Pagine 480
35 euro