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La mostra sarà fruibile fino al 3 ottobre alle Gallerie d'Italia (Piazza della Scala 6, Milano)
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Alla fine degli anni Settanta la pittura, che per due decenni aveva ceduto il passo a forme alternative e sovversive di ricerca, torna a dominare la scena dell’arte. Nel 1979 Achille Bonito Oliva, in uno scritto che ha tutta l’aria di essere un manifesto, sulle pagine di “Flash art” teorizza la Transavanguardia di Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Nicola de Maria e Mimmo Paladino. Quelle tele cariche di colore segnano il riscatto della pittura sui freddi concettualismi degli anni Sessanta e Settanta, sulle azioni sociali e politiche di un’arte indignata e talmente minimale da risultare criptica.
Con le loro tele, spesso di grandi dimensioni e ricoperte di pennellate energiche, i giovani transavanguardisti riconquistano il pubblico. Ed è proprio con alcune di queste opere che si apre la collettiva Painting is back: uno sguardo inedito sulla pittura italiana degli anni Ottanta, condotto con un percorso che procede per forza di cose per emblemi e casi, ideato da Luca Massimo Barbero alle Gallerie d’Italia.
57 opere, in parte selezionate dalle raccolte permanenti di Intesa Sanpaolo e in parte arrivate appositamente da collezioni pubbliche e private, raccontano i mitici anni Ottanta sia a chi li ha vissuti e li ricorda con rimpianto, ma anche - e soprattutto - a chi per questioni anagrafiche non c’era e non ha potuto godere di quella dirompente vitalità.
E in un decennio che ha visto nascere il nuovo “sistema dell’arte”, che ha unito le grandi gallerie di New York, Colonia, Zurigo a quelle di Modena, Napoli, Milano o Torino, in un tessuto particolarmente vitale ed attivo, il panorama non può essere che articolato. Così, se ci sono artisti che si muovono in continuità con la generazione precedente, come Mario Schifano, presente in mostra con grandi tele, inedite e singolari, dai colori tanto disperati quanto pirotecnici, ci sono anche Salvo, con i suoi paesaggi fatti di palpitanti, e Franco Angeli, qui ricordato con un Notturno romano (1985-1988) di quasi due metri in omaggio alla sua città, o gli echi dal sapore antropologico e multietnico di Aldo Mondino.
Accanto ai lavori germinali e sorprendenti - datati tra il 1977 e 1980 - di Gino De Dominicis, Luigi Ontani e Mimmo Paladino, che attestano una libertà creativa che ha le radici nella tradizione visiva italiana, è possibile trovare la monumentale video-installazione del 1984, intitolata Il nuotatore (va troppo spesso ad Heidelberg), di Studio Azzurro.
Gli anni Ottanta sono dunque pensati come la ricostruzione di un dialogo aperto tra i protagonisti dell’epoca, dove poter incontrare autori come Mario Merz, maestro della riscoperta dei grandi miti dell’umanità, o Carol Rama, con una pittura visionaria e sensibile legata alla propria soggettività, e dove sono stati messi a confronto opere fondamentali di Sandro Chia (Pittore del 1978) con i dipinti di Mimmo Germanà, Ernesto Tatafiore e Francesco Clemente. Nicola De Maria si distingue per aver affrontato la pittura murale e i grandi temi poetici, mentre Aldo Spoldi si differenzia per le sue composizioni irriverenti e giocose, ma ad aprire idealmente la mostra è Enzo Cucchi con Le stimmate (1980): un giovane (l’artista) che, accovacciato sul cucuzzolo di una montagna incandescente, mostra sulla sua mano destra il segno inconfutabile della rivelazione e dell’espiazione dell’arte.
Di quel milieu la mostra dà anche conto del rientro in Italia di protagonisti come Mimmo Rotella, Valerio Adami ed Emilio Tadini. Infine, ad Enrico Baj è dedicata un’intera sala con quattro rari dipinti che conducono lo spettatore allo spettacolare Mondo delle idee: una tela lunga 19 metri, dipinta a spray nel 1983 e ancora di grande attualità.
Painting is back. Anni Ottanta, la pittura in Italia
2 giugno – 3 ottobre 2021
Gallerie d’Italia - Piazza Scala, Piazza della Scala 6, Milano