Paul Stanley, la vita (fuori e dentro i Kiss) del figlio delle stelle
© ufficio-stampa
© ufficio-stampa
E' uscita l'autobiografia del cantante e fondatore del gruppo hard rock, un racconto coinvolgente e senza reticenze che va ben oltre la carriera musicale
© ufficio-stampa
Si intitola "Dietro la maschera - La mia vita dentro e oltre la musica" l'autobiografia di Paul Stanley, chitarrista, cantante e fondatore dei Kiss, una delle band che dai primi anni 70 ha fatto la storia del rock. Dall'infanzia difficile a New York ai trionfi, un racconto dettagliato che incrocia continuamente sfera privata e lato pubblico, con più di un sassolino tolto dalle scarpe.
© ufficio-stampa
© ufficio-stampa
Il mondo del rock è pieno di autobiografie. A fare la differenza tra quelle davvero interessanti e quelle trascurabili sono di solito la qualità di scrittura, certo, ma soprattutto la propensione del personaggio a lasciarsi andare senza reticenze, raccontando tutto, per quanto questo possa essere duro, difficile e pericoloso per l'immagine che i fan si sono fatti di lui nel corso degli anni. Paul Stanley, che con Gene Simmons è l'anima dei Kiss da più di 40 anni, ha messo le cose in chiaro sin dal titolo. "Dietro la maschera" porta infatti il lettore ben oltre la storia del personaggio "Starchild" e di una delle band più famose della storia del rock.
Stanley mette sul piatto la propria vita nel suo complesso (non a caso il titolo originale del libro è "una vita allo scoperto"), i trionfi così come i fallimenti, senza nascondere debolezze e traumi personali, a partire dalle difficoltà relazionali per la menomazione con cui è nato (gli mancava l'orecchio destro) e che lo hanno segnato per gran parte della vita. Alla fine del racconto il saldo è ampiamente positivo, quello che ne esce è la storia di un vincente, tanto nella vita privata che in quella professionale, proprio perché capace di combattere i propri fantasmi ed imparare dai propri errori. Un artista (e un uomo) che ha tratto il massimo da un'etica del lavoro rigorosa, che dalla famosa triade ha espulso in maniera decisa la parola "droga", preferendo abbondare nel sesso e nel rock'n'roll.
Le vicende del gruppo vengono ripercorse in maniera puntuale, attraverso tantissimi episodi e aneddoti, con molte conferme e qualche sorpresa. In questo senso è interessante mettere a confronto questo libro con l'autobiografia di Simmons, uscita qualche anno fa. Perché, se come ci si poteva aspettare, in entrambi i libri le figure di Peter Criss e Ace Freheley ne escono letteralmente a pezzi, più sorprendente invece è il modo in cui, con metodo certosino, Stanley demolisce il monumento a se stesso che il bassista ha costruito nel corso degli anni.
Pur ribadendo il legame assoluto e quasi fraterno che li lega, Stanley non risparmia nulla al socio di una vita, mettendone a nudo superficialità, egocentrismo e arrivismo, ma soprattutto smontando falsi miti cresciuti all'interno della stessa comunità di Kissomani. Tipo che Simmons sia l'ideatore del mostruoso apparato di merchandising che ha trasformato i Kiss da band rock a fenomeno di costume o il suo essere dotato di uno straordinario fiuto per gli affari. Ne esce piuttosto la figura di un Simmons che si è limitato a seguire l'onda quando non addirittura a dimostrarsi del tutto ingenuo quando il gruppo si è ritrovato sull'orlo della bancarotta. Il suo vero talento, semmai, è consistito nel convincere il mondo che le cose stessero diversamente. Allo stesso modo Stanley sottolinea più volte il proprio ruolo determinante nella sopravvivenza dei Kiss, unico a crederci nei momenti più difficili quando "qualcun altro" (soprattutto negli anni 80 e 90) era più impegnato a seguire le proprie chimere cinematografiche.
Insomma, quella del cantante non è un'agiografia ma un racconto che non risparmia niente e nessuno, nemmeno affetti fraterni, attraversando quarant'anni di cultura americana e di storia del pop rock. E nonostante il finale dica apertamente che il marchio Kiss è qualcosa che travalicherà i singoli componenti, Stanley compreso, è impossibile non leggere in controluce un messaggio chiaro: "Almeno fino a oggi, i Kiss sono io".