affreschi ispirati alla guerra di troia

Pompei, dagli scavi archeologici rinasce un antico salone delle feste

Gli affreschi alle pareti raffigurano scene della guerra di Troia, la soddisfazione del ministro Sangiuliano: "Uno scrigno di tesori. Finanzieremo nuovi scavi"

11 Apr 2024 - 22:37
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© Parco archeologico di Pompei
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Un imponente salone da banchetto, dalle eleganti pareti nere, decorate con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia, è uno degli ambienti recentemente portati alla luce durante le attività di scavo in corso nell'insula 10 della Regio IX di Pompei e oggi completamente visibile in tutta la sua maestosità.

Il salone e il ciclo di affreschi

  Il salone misura circa 15 metri di lunghezza per 6 di larghezza e si apre in un cortile che sembra essere un disimpegno di servizio, a cielo aperto, con una lunga scala che porta al primo piano, priva di decorazione. L’attività di scavo nell’insula 10 della Regio IX è parte di un più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, di miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile. Lo scavo nell’area finora ha restituito due abitazioni collegate tra di loro, casa con panificio e fullonica (lavanderia), che prospettavano su via Nola e le cui facciate furono già portate alla luce alla fine del ‘800. Alle spalle di queste due case, stanno emergendo in questa fase di scavo sontuosi ambienti di soggiorno affrescati, anche in questo caso interessati al momento dell’eruzione da importanti interventi di ristrutturazione.

Le parole del ministro Sangiuliano  "Le pareti erano nere, per evitare che il fumo delle lucerne si vedesse sui muri. Qui ci si riuniva per celebrare dei banchetti dopo il tramonto e la luce tremolante delle lucerne faceva rivivere le immagini, erano delle occasioni per parlare del passato, del mito, ma anche delle persone che stavano qui. Vediamo Elena e Paride, chiamato Alessandro nell'iscrizione, con un altro nome, era un'occasione per parlare dell'amore, della coppia, ma anche della grande storia che coinvolge questi due, che sono la causa, o anche solo il pretesto, della guerra di Troia", ha spiegato il direttore del Parco archeologico Gabriel Zuchtriegel, aggiungendo che "oggi noi tutti siamo un po' Elena e Paride. Nel senso he possiamo decidere di vedere solo la nostra piccola vita o vedere come questa vita si intreccia con la politica, con la società". Oltre a Elena e Paride, indicato in un'iscrizione greca tra le due figure con il suo altro nome "Alexandros", appare sulle pareti del salone la figura di Cassandra, figlia di Priamo, in coppia con Apollo. "Pompei è davvero uno scrigno di tesori che non finisce mai di sorprenderci e di destare stupore perché, ogni volta che scaviamo, troviamo qualcosa di bello e di significativo. Noi crediamo in questo unicum mondiale che rappresenta Pompei e per questo in legge di Bilancio abbiamo finanziato nuovi scavi", ha sottolineato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

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