Il Premio Nobel Parisi scrive un libro di fiabe e lo presenta in una scuola di Roma
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Presentato agli alunni di un istituto di Roma l’ultimo lavoro dello scienziato, presto in libreria
Il Premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi il 14 maggio tornerà in libreria con il suo ultimo, curioso, lavoro. Si tratta della raccolta di favole "La mosca verdolina e altre storie per chi non vuole dormire", edita da Rizzoli e presentata ieri ai bambini della storica scuola primaria "Trento e Trieste", nel cuore di Roma. In questo periodo, l'istituto sè in forte difficoltà perché non ci sono stati iscritti alla prima classe.
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Prima di entrare in un'aula piena di piccoli ascoltatori entusiasti, Parisi - docente di Fisica Teorica alla Sapienza e ricercatore associato dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare - ci ha raccontato di aver scritto il libro quasi per gioco. "L'idea è nata tanti anni fa, quando leggevo ai miei figli le storie di Calvino: a un certo punto si sono annoiati, ne volevano di nuove e così ho inventato tre fiabe. Poi ne ho aggiunte altre per i miei nipoti ed ecco la raccolta". Il premio Nobel ha quindi ricordato il legame, strettissimo, che esiste tra scienza e fantasia: "Lo scienziato deve trovare soluzioni che nessuno prima si era inventato e quindi deve avere fantasia. Ci sono matematici che sono arrivati a grandi scoperte partendo da sogni e visioni". E, in effetti, nelle fiabe della raccolta non mancano elementi di novità. “I miei personaggi sono quelli delle favole tradizionali: maghi, cavalieri, principesse, però ho cercato di ribaltare un po’ i ruoli. C’è una rana che si trasforma in principessa e una mosca che, invece di essere scacciata come avviene di solito, salva i bambini”.
Durante l'incontro, presentato da Serena Dandini e organizzato dall'Associazione Genitori della scuola, Parisi ha ascoltato le domande curiose degli alunni e, proprio sulla curiosità, ha detto: "È necessario che la scuola insegni ad avere amore per le cose nuove, che già da piccoli si impari a imparare". Lo scienziato ha inoltre insistito sull’importanza delle piccole scuole come quella che ha ospitato l’incontro, ora a rischio chiusura per mancanza di iscritti. “Non dobbiamo trasformare i centri delle città in baracconi da circo solo per turisti, per far questo però è necessario che ci siano residenti e quindi anche le scuole”.