Le opere in finale: "Un eroe comune" di Igino Domanin (Marsilio), "Virdimura" di Simona Lo Iacono (Guanda), "Chiudi gli occhi, Nina" di Paolo Mascheri (Clichy), "La piccinina" di Silvia Montemurro (Edizioni E/O), "I giorni di Vetro" di Nicoletta Verna (Einaudi), "Invernale" di Dario Voltolini (La Nave di Teseo)
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L'VIII edizione del Premio Wondy entra nel vivo con la selezione della sestina finalista di quest'anno. Il progetto è nato nel 2018 in memoria della giornalista e scrittrice Francesca Del Rosso (1974-2016), conosciuta con il soprannome Wondy e autrice del volume "Wondy – ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro" (Rizzoli, 2014) nel quale ha raccontato con ironia e coraggio come ha affrontato la malattia. Il Comitato Promotore, coadiuvato da un gruppo di lettori dell'associazione "Wondy Sono Io" insieme ai coordinatori, ha identificato le sei opere finaliste che saranno successivamente sottoposte al giudizio della Giuria tecnica: si tratta di "Un eroe comune" di Igino Domanin (Marsilio), "Virdimura" di Simona Lo Iacono (Guanda), "Chiudi gli occhi, Nina" di Paolo Mascheri (Clichy), "La piccinina" di Silvia Montemurro (Edizioni E/O), "I giorni di Vetro" di Nicoletta Verna (Einaudi), "Invernale" di Dario Voltolini (La Nave di Teseo).
I sei autori sono stati selezionati dal Comitato per le loro personali visioni del concetto di resilienza, in linea con lo spirito che anima il Premio. Attraverso le loro opere, hanno esplorato le diverse sfaccettature di questo concetto, mostrando come esso sia una forza positiva che ci aiuta ad affrontare il cambiamento, sia a livello personale che collettivo, mantenendo una mentalità aperta e sempre orientata alla crescita.
"Quest'anno la sestina del Premio Wondy offre uno spaccato profondo e variegato di esperienze umane. I libri finalisti parlano di donne che hanno lottato per i diritti di tutte, di lavoro. Raccontano di legami familiari profondi e di pezzi di storia che ci hanno cambiato per sempre. In ognuno di questi romanzi si riflette con intensità la volontà di affrontare la vita con tutte le sfumature del proprio io per trarne il meglio, adattandosi crescendo, cercando nuove direzioni per continuare i propri percorsi. La letteratura, con la sua capacità di ispirare e far riflettere, ci spinge a esplorare queste tematiche con profondità e consapevolezza. Così, il nostro Premio contribuisce a tenere vivo il ricordo di Francesca e della sua vita piena di significato", ha commentato Alessandro Milan, presidente dell’Associazione "Wondy Sono Io".
La Giuria tecnica, presieduta dalla giornalista e scrittrice Gaia Tortora, è designata annualmente tra una rosa di giornalisti, accademici, scrittori e personalità del mondo della cultura e della comunicazione. In questa edizione ne fanno parte: Gaja Cenciarelli, scrittrice; Diego De Silva, scrittore e giornalista; Luca Dini, giornalista; Fulvio Ervas, scrittore; Mauro Garofalo, giornalista e scrittore; Lorenza Ghinelli, scrittrice; Antonella Lattanzi, scrittrice e vincitrice del Premio Wondy Giuria Tecnica 2024; Emanuele Nenna, imprenditore e pubblicitario, Ceo di Dentsu Creative; Gianni Turchetta, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università Statale di Milano.
Al vincitore decretato dalla giuria tecnica andrà un premio di 5000 euro e una tela dell'artista Luca Tridente, le cui opere donate nelle scorse edizioni sono state inserite nel Catalogo dell'arte moderna (Editoriale Giorgio Mondadori), considerato un punto di riferimento per l'arte moderna e contemporanea. Accanto al volume premiato dalla Giuria tecnica, è prevista anche l'assegnazione di un nuovo premio di 2000 euro decretato dalla Giuria dei Lettori che, avendo contribuito alla selezione delle opere finaliste, ha stilato una classifica e in questo modo stabilito un suo vincitore.
La premiazione ufficiale si terrà al Teatro Manzoni di Milano il prossimo 31 marzo 2025 nel corso di una serata organizzata dall'associazione "Wondy Sono Io", creata insieme a un gruppo di amici da Milan, con l'obiettivo di proseguire la grande eredità umana e intellettuale lasciata dalla moglie Francesca, grande appassionata di libri, che con la sua storia ha saputo insegnare a donne e uomini come nella vita le difficoltà di varia natura possano - e debbano - essere affrontate, possibilmente con il sorriso.
L'evento verrà organizzato in collaborazione con le ragazze e i ragazzi di PizzAut, il primo locale in Italia gestito da persone con autismo, fondato da Nico Acampora. Il progetto nasce come laboratorio di inclusione sociale e, grazie anche all'amicizia del fondatore cresciuta negli anni con Milan, porterà al Teatro Manzoni le Gourmaut, pizze realizzate sul momento e servite dai ragazzi di PizzAut.