Secondo l'istituto di Demografia dell'Università di Udine le vittime furono 560mila e non 650mila
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I soldati morti italiani della Prima guerra Mondiale sarebbero 560 mila e non 650 mila. Quella che sembrava una certezza scritta su tutti i libri di storia sembra oggi, a distanza di più di 100 anni dalla Grande Guerra, una piccola esagerazione. A mettere in dubbio il dato, a cui si giunse subito dopo il conflitto, è uno studio di Alessio Fornasin, professore di Demografia all'Università di Udine che, lavorando su nuove fonti, ritiene che il numero delle vittime potrebbe essere inferiore di ben 90 mila unità.
Se così fosse l'Italia non conterebbe più, tra caduti militari e vittime civili, 1.240.000 decessi totali ma 1.150.000. Un numero elevato se si considera che il nostro Paese è entrato in guerra un anno dopo dall'inizio del conflitto, ma giustificato dal fatto che si credeva fosse uno scontro veloce e che invece si trasformò in una logorante guerra di posizione. L'Italia, tra l'altro, non aveva fatto i conti con le nuove tecnologie militari che erano ben lontane da spade e cavalli e che gli causarono numerosi perdite in campo.
Il primo conflitto mondiale, in quanto tale, ha coinvolto tantissimi fronti e anche il bel Paese ha combattuto con diversi eserciti. La Commissione d'inchiesta, nominata subito dopo la Grande Guerra, ha stimato circa 600mila prigionieri e tra questi 100mila vittime. Ma comparando i dati raccolti nel 1926 da Corrado Gini con indagini compiute sui ruoli matricolari, Fornasin è invece giunto al dato di 50mila unità.
Forse anche l'atroce mattanza della disfatta di Caporetto, dove l'Italia ha fatto i conti con la mancanza di una forte convinzione nazionale utile a guidare il conflitto, conta un numero di vittime diverso. Il docente dell'Università di Udine ha studiato le cifre ufficiali dell'Albo d'oro dei caduti in guerra che elenca anche i nomi di tutti coloro che sono morti in qualsiasi contesto bellico o che sono risultati "dispersi". Questa fonte riporta un totale di 529mila morti o dispersi includendo anche coloro che morirono in prigionia, per infezioni o malattie. Tra questi il professore considera già le 50mila unità del precedente calcolo e ne aggiunge 30mila ricavate da analisi e approfondimenti su singole realtà - campione, che comprendono anche coloro che vennero esclusi o omessi dall'Albo.
In definitiva secondo Fornasin i militari morti italiani della prima guerra mondiale sarebbero stati circa 560mila, di cui il 35% per malattia.