Per decenni la mistoriosa iscrizione ha affascinato gli esperti: in molti pensavano fosse un atto di vandalismo. Oggi la rivelazione da parte del Museo Nazionale della Norvegia di Oslo
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"Può essere stato dipinto solo da un pazzo" è il misterioso graffito sul dipinto “L’Urlo” di Edvard Munch che da decenni affascina gli esperti. Da oggi, però, fine del mistero: a scrivere quella frase è stato lo stesso autore nel 1893. La scoperta è stata resa possibile grazie alla tecnologia a raggi infrarossi e all'analisi della grafia. Il verdetto è stato formulato dai curatori del Museo Nazionale della Norvegia di Oslo nel quale l'opera è custodita.
Gli esperti conoscevano da tempo la frase presente nell’angolo in alto a sinistra del dipinto, ma sono rimasti sempre incerti riguardo alla sua origine. L’iscrizione a matita fu aggiunta sul dipinto anni dopo che Munch lo completò nel 1893, il che portò alcuni a credere che potesse essere stato inserito da qualcun altro. A lungo i critici d’arte si sono anche chiesti se il graffito fosse un atto di vandalismo compiuto da uno spettatore indignato.
Ora però fine del mistero: il Museo Nazionale è giunto alla conclusione che “le parole sono state scritte proprio da Munch” dopo aver utilizzato la tecnologia più sofisticate per analizzare la grafia e confrontarla con i suoi diari e lettere.
Munch, secondo i suoi diari, rimase profondamente ferito dalla reazioni suscitate da “L’Urlo” e si ritiene che sia tornato sul dipinto per aggiungere la sua dichiarazione a matita in seguito. Del resto lo stesso era noto per aver avuto problemi di salute mentale per tutta la vita.