Quel "Ladro di anime" di Adolfo Wildt in mostra a Milano
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Allo Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea dal 10 novembre al 31 gennaio circa 40 disegni tra studi preparatori di monumenti e pergamene con oro e sculture in marmo e bronzo
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Circa quaranta disegni tra studi preparatori di monumenti e pergamene con oro e alcune sculture in marmo e bronzo di Adolfo Wildt in mostra dal 10 novembre al 31 gennaio 2023 a Milano, allo Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea di via Senato 24. Il titolo della retrospettiva è "Ladro d'anime" e presenta una collezione distillata in lunghi anni di ricerca attraverso le generazioni: alcune opere sono infatti state ereditate dai bisnonni Belforte di Ettore e Silvia Guastalla, che nel 1922 aprirono a Livorno "Bottega d’Arte", una delle prime gallerie italiane, dove esposero ripetutamente opere di Wildt in collettive e in una personale del 1930. Così, proprio a cento anni dall'apertura di Bottega d'Arte, a celebrare un secolo di presenza della famiglia nel panorama dell'arte italiana, la mostra su Adolfo Wildt vuole essere una ricognizione contemporanea e non antiquaria dell'opera di un artista fedele a un ideale di arte come ricerca dell'idea e non del contenuto, della purezza e non della verosimiglianza, dell'astrazione e non del sentimento.
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L'arte di Wildt è senza tempo perché emblematica, mai accomodante, mai facile. E quella nitidezza di verità non può essere imitata, ma solo fatta propria e trasformata in qualcosa di altrettanto nitido e vero, da chi ne ha la capacità.
In "Ladro d'anime" di Adolfo Wildt a Milano, a corredo dei disegni rimasti da allora nella collezione di famiglia, Studio Guastalla presenta anche lettere autografe dell'artista e del figlio Francesco, che gli faceva da segretario, indirizzate all'epoca a Gino Belforte, concernenti questioni estetiche ed economiche. Molte altre opere sono state raccolte nel corso degli anni, soprattutto attraverso un contatto diretto con gli eredi di Wildt, e alcune provengono da privati e gallerie d'arte.
Wildt ci parla in modo così urgente, cento anni dopo la realizzazione delle sue opere, perché la sua è un'arte mentale, astratta, e tremendamente tormentata. "Ladro d'anime" è la figura di un celebre disegno di Wildt, ma per gli organizzatori dell'esposizione sembra anche una delle migliori definizioni dell'artista che passa la vita a carpire il segreto profondo della vita interiore, nascosta. A mostrare il dolore del mondo, nudo, senza veli, senza ipocrisie.
Tra le opere esposte, alcune importanti sculture come "Fides", realizzata da Wildt in marmo nel 1906 su commissione del suo mecenate prussiano Franz Rose, che lo sostenne per anni indirizzandolo nello stesso tempo verso uno sguardo nordico e mitteleuropeo. Il volto del giovane ha una corona di spine e gli occhi stupefatti rivolti verso l’alto di chi ha affidato la propria fede al cielo e si interroga sul mistero di quella Fiducia.
La scultura fu realizzata immediatamente prima di quei tre anni di gravissima depressione che Wildt stesso definì "notte mentale" alla fine dei quali, dopo aver ossessivamente scolpito e ossessivamente distrutto, l'artista emerse nella sua maturità stilistica. Un'altra importante scultura in mostra è il bozzetto in bronzo de "Il battesimo della madre (Madre adottiva)", che Wildt rielabora poi per inserirlo nel monumento funebre a Maria Salsi Crespi Bramanti al Cimitero Monumentale di Milano. Per la donna, che rimasta senza figli aveva adottato un trovatello, Wildt immagina un'iconografia materna in cui un nastro che abbraccia la figura della donna e del fanciullo unisce i due corpi in un abbraccio simbolico. Il panneggio di linee fitte e ondulate crea una struttura astratta di grande potenza visiva.
Tra i molti disegni presenti, alcuni già pubblicati negli anni ’20 e ’30 sui Bollettini di Bottega d’Arte, i cataloghi mensili che la galleria di Livorno realizzava per far conoscere al pubblico la propria attività, anche un bozzetto per un monumento in cui il curatore, Mirko Agliardi, ha rinvenuto il progetto per una scultura funebre presente al Cimitero Monumentale di Milano, finora inedita, di cui i documenti di archivio certificano la paternità wildtiana.
Catalogo in galleria con un testo critico di Mirko Agliardi e una presentazione di Ettore e Silvia Guastalla.
ADOLFO WILDT
Ladro d'anime
Inaugurazione: giovedì 10 novembre ore 18
Fine della mostra: martedì 31 gennaio
Orari: dal martedì al sabato 10-13 15-19
Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea, Via Senato 24, Milano
Tel +3902780918 info@guastalla.com www.guastalla.com