MARCHIO VICINO A CASAPOUND

Salone Libro, la casa editrice AltaForte: "L'antifascismo è il vero male del Paese"

Polacchi: "Livello allucinante di cattiverie, c'è chi vuole tirarci una molotov". Anche Zerocalcare annulla tutti gli impegni al Salone. Appendino: "Ci saremo, cultura sia argine a ogni degenerazione"

06 Mag 2019 - 17:54
 © ufficio-stampa

© ufficio-stampa

"Io sono fascista. L'antifascismo è il vero male di questo Paese". Lo afferma Francesco Polacchi, responsabile della casa editrice AltaForte ed esponente di CasaPound, in merito alla presenza al Salone del Libro del marchio ritenuto vicino al partito di estrema destra. "Eravamo pronti alle polemiche - aggiunge - ma non a questo livello allucinante di cattiverie. C'è addirittura chi sui social ha scritto che verrà a Torino per tirarci le molotov...".

Si allarga il fronte del "no" al Salone - Dopo le dimissioni dello scrittore e insegnante Christian Raimo dal ruolo di consulente editoriale e le defezioni del collettivo di scrittori Wu Ming e del saggista Carlo Ginzburg, anche Zerocalcare ha deciso di annullare tutti i suoi impegni al Salone. "Sono molto dispiaciuto ma mi è davvero impossibile pensare di rimanere tre giorni seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli, incrociarli ogni volta che vado a pisciare facendo finta che sia tutto normale", spiega il fumettista.

Botta e risposta con Zerocalcare - "Non faccio jihad, non traccio linee di buoni o cattivi tra chi va e chi non va - sottolinea Zerocalcare - sono questioni complesse che non si esauriscono in una scelta sotto i riflettori del Salone del Libro e su cui spero continueremo a misurarci perché la partita non si chiude così". "Alle affermazioni di Zerocalcare non rispondo - è la replica di Polacchi - mi è sempre stato antipatico. Lui può fare i fumetti in cui gli antifascisti picchiano i fascisti, e nessuno dice nulla. Getta benzina sul fuoco".

Appello della Murgia: "Andiamoci, non lasciamolo ai fascisti" - Ci sarà invece la scrittrice Michela Murgia che su Facebook lancia un appello. "Se CasaPound mette un picchetto nel mio quartiere che faccio, me ne vado dal quartiere? Se Forza Nuova si candida alle elezioni io che faccio, straccio la tessera elettorale e rinuncio al mio diritto di voto? Se la Lega governa il paese chiedo forse la cittadinanza altrove? No. Non lo faccio. E non lo faccio perché da sempre preferisco abitare la contraddizione piuttosto che eluderla fingendo di essere altrove. Per questa ragione al Salone del libro di Torino io ci andrò e ci andranno come me molti altri e altre". "Ci sono casi come questo - spiega - in cui l'assenza non ci sembra la risposta culturalmente più efficace. Per questo motivo non lasceremo ai fascisti lo spazio fisico e simbolico del più importante appuntamento editoriale d'Italia".

Appendino: "Combattere le idee con idee più forti" - Anche il sindaco della città, Chiara Appendino, conferma la sua presenza. "Di certo non abbandoneremo il campo, perché le idee si combattono con idee più forti. Le nostre ci saranno e, insieme alle nostre, ce ne saranno tantissime altre. E' solo con la cultura - dice - che possiamo porre un argine a ogni possibile degenerazione o ritorno di ciò che deve essere archiviato per sempre. Tanti e uniti. E' così che si vince".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri