Opera Laboratori, dopo aver siglato l’accordo di acquisto dell'immobile con Banca d’Italia, produce il primo evento espositivo con più di 80 opere realizzate dall'artista in oltre 60 anni di attività. SEGUI LA DIRETTA
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L'arte torna protagonista a Siena. Nello specifico al Palazzo delle Papesse, iconico edificio di cui Opera Laboratori ha siglato l'accordo a giugno con Banca d'Italia, e che riapre le porte al pubblico con una grande esposizione. Dal 13 settembre al 16 marzo il Palazzo ospita "Julio Le Parc. The discovery of perception”, la più importante personale del grande artista argentino mai realizzata in Italia, dopo la sua partecipazione alla 33esima Biennale di Venezia nel 1966, quando ricevette il prestigioso Gran Premio internazionale alla pittura. Un evento espositivo con più di 80 opere realizzate da Le Parc in oltre 60 anni di attività. La rinascita della storica residenza, dunque, prende vita attraverso un ambizioso progetto che si pone l’obiettivo di riposizionare l’iconico edificio al centro delle istituzioni culturali italiane.
Curata da Marcella Beccaria in dialogo con Julio Le Parc e il Direttore artistico del suo studio Yamil Le Parc, la mostra è prodotta da Opera Laboratori con il supporto di Galleria Continua. Il catalogo e il merchandising sono realizzati dalla Casa editrice Sillabe.
“Con questa prima mostra – spiega Beppe Costa, presidente di Opera Laboratori - vogliamo tracciare un percorso di rinascita culturale che porterà nel cuore di Siena mostre d’arte internazionali ed eventi in un edificio del XV secolo che per tanti anni è stato un importante centro di arte contemporanea. L’obiettivo è costruire un ponte tra la storia e il futuro, guardando con fiducia alle nuove generazioni e portando prosperità ai territori e alle loro comunità. Dedichiamo la mostra a Daniele Petrucci, che ha sempre creduto nella forza innata di questo scrigno di rara bellezza e che continuerà a guidarci nei nostri sogni da un luogo ancora più alto dell’altana di Palazzo delle Papesse”.
Cariche di storia e della memoria di ospiti illustri, tra cui Papa Pio II e Galileo Galilei, le antiche sale di Palazzo delle Papesse, insieme al cortile, il caveau, la terrazza e l’altana sui tetti di Siena, forniscono il contesto ideale per il lavoro di Le Parc e la sua incessante attitudine alla sperimentazione che, nelle stesse parole dell’artista significa “ricerche, scoperte, rischi, contraddizioni, incontri, ritrovamenti, attesa, sorpresa, retrocessioni, avanzamenti, prospettiva”.
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Un connubio perfetto tra passato e presente, basato su un dialogo tra i colori, le luci e i movimenti delle opere di Julio Le Parc e gli splendidi affreschi dei soffitti di Palazzo delle Papesse. Le Parc lavora sull’idea di distacco tra l’artista e l’opera. Predilige l’utilizzo di forme geometriche esistenti in modo da attivare visivamente la superficie dell’opera e coinvolgere gli osservatori. “La prima necessità – spiega – è accrescere la distanza tra l’artista e l’opera, rimuovendo non solo ogni traccia di fabbricazione manuale (‘il tocco pittorico dell’artista’) ma anche tracce di composizione soggettiva”. Con opere che per la maggior parte provengono direttamente dal suo studio a Cachan in Francia e appartengono al suo archivio, l’artista argentino offre ai visitatori un incontro diretto con il suo universo creativo dal 1958 a oggi.
La mostra è organizzata in base alle serie tematiche che scandiscono il lavoro dell’artista e inizia accogliendo i visitatori con Sphere verte (2016). Posto all’ingresso di Palazzo delle Papesse, questo lavoro recente è un grande corpo sospeso. La sua geometria instabile, formata da una moltitudine di tessere di plexiglass verde che riflettono la luce, modifica lo spazio circostante.
Precursore dell’arte cinetica e dell’Op Art, dagli esordi Le Parc lavora con la luce e il movimento. Nel 1959, nel fertile clima dei primi anni a Parigi, Le Parc posiziona luci elettriche in piccole scatole e utilizza prismi o lastre in plexiglas per combinare fasci luminosi colorati. “Gli esperimenti di luce e movimento – scrive l’artista nel 1971 - facevano parte del mio desiderio di allontanarmi dalla nozione di un’opera fissa, stabile e definitiva”. In mostra sono presenti opere iconiche di questo periodo, tra cui importanti esemplari storici come Continuel lumière mobile (1963-2013), Continuel lumière boite n. 3 (1959-1965) e Continuel lumière avec quatre formes en contorsion (1966-2012). Ciascuna di queste opere indaga in modi differenti la relazione tra luce e movimento e induce una varietà di possibili reazioni in chi le incontra. Una ricerca incessante che porta l’artista a sperimentare nei suoi lavori la quarta dimensione, generando installazioni capaci di produrre indimenticabili esperienze immersive.
L’attitudine alla sperimentazione porta Le Parc a definire uno spettro di 14 colori quale base per la sua ricerca pittorica. L’artista argentino li utilizza puri, come fossero un pezzo di arcobaleno che si muove formando geometrie sempre nuove. Le infinite variazioni cromatiche e di forme dei dipinti di Le Parc invadono le sale del quattrocentesco palazzo, come in Ondes 139 série 47 n. 8, (1974), oppure Ondes Alternées à partir d’un thème de 1972 (1972-2018), dove le opere impongono in senso positivo la propria forza nello spazio della mostra. I colori acrilici dell’artista sembrano in movimento, moltiplicandosi e travalicando i confini della tela. “Guardarle – precisa la curatrice Marcella Beccaria - significa accedere a un universo gioioso nel quale è protagonista l’esperienza percettiva”. A Palazzo delle Papesse, i cerchi concentrici di Série 14 – 14 Permuté (1970-2020) e quelli tremolanti in Série 15 n. 8 (1971-2012) catturano lo sguardo, invitando chi li incontra a sperimentare diversi gradi di distanza, provando per esempio ad avvicinarsi per poi allontanarsi.
Dagli anni Settanta, Le Parc declina i suoi 14 colori anche in una serie di sculture, gli Ensemble volume-couleur di cui una selezione datata 1971-1975 è presente in mostra. Si tratta di opere in legno dipinto nelle quali l’elemento solido si erge su un’asticella in metallo montata su una base. Malgrado le piccole dimensioni, l’insieme di queste opere può evocare un gruppo di modelli architettonici, quasi si trattasse di progetti che potrebbero anche essere sviluppati su scala monumentale, come sculture per piazze di città del futuro che anticipano il lavoro sulle opere pubbliche degli anni Ottanta.
La mostra include anche opere appartenenti alla recente serie Alchimie. Dipinte su tele di grandi dimensioni, queste opere raccontano la costante capacità di Le Parc di estendere la propria ricerca esplorando nuove possibilità.
“Se questa mostra di Le Parc al Palazzo delle Papesse è la più grande mai realizzata dall’artista in Italia – conclude la curatrice Marcella Beccaria - va anche ricordato che un importante precedente è dato dalla sua partecipazione alla XXXIII Biennale d’Arte di Venezia del 1966. Le Parc è chiamato a rappresentare l’Argentina e la sua presentazione, che include un nutrito numero di opere, riscuote un grande successo di pubblico. Fotografie del periodo ritraggono visitatori e visitatrici che interagiscono con le opere e per esempio salgono su sculture dotate di molle, o indossano ampi occhiali che al posto delle lenti hanno sequenze di lamelle orizzontali”.
“L’Italia – commenta Yamil Le Parc, Direttore dello studio dell’artista sudamericano - ha sempre avuto una considerevole presenza in Argentina, dove oggi e la più grande comunità straniera. Era tempo che Le Parc tornasse in Italia per poter continuare a influenzare e ispirare il pubblico odierno con la sua capacità di mettere in discussione e trasformare la nostra comprensione dell’arte contemporanea. Spero che questa mostra lasci un segno profondo, non solo nei cittadini toscani ma anche nelle migliaia di turisti che ogni anno visitano Siena alla ricerca di storia e bellezza”.
“Julio Le Parc. The discovery of perception”, organizzata in un libero percorso su due piani che privilegia sale tematiche, raccoglie oltre 80 opere realizzate a Parigi, in Francia, dopo gli esordi a Buenos Aires in Argentina, fino a lavori recenti e nuovi. Oltre 60 anni di attività, dai lavori geometrici in bianco e nero alle opere cinetico-luminose e alle sculture, fino agli iconici dipinti, raccontano l’unicità e la vastità di una ricerca tesa a stimolare la percezione e il coinvolgimento degli spettatori.
Ad arricchire la visita allo storico edificio, al piano terra, ci saranno una libreria con merchandising e prodotti dedicati e un bistrot accessibili, così come tutte le altre sale, anche per chi ha difficoltà motorie. A sostenere il progetto culturale del Palazzo sono intervenuti anche: Estra, Terre Cablate, il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, iGuzzini, Pedrali e Lavazza. Palazzo delle Papesse offrirà attività didattiche, visite inclusive e laboratori attraverso il progetto “Papesse Lab”, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico all’arte e ampliare lo sguardo dello spettatore, qualunque età abbia, indagando nelle pieghe della realtà. Per partecipare a tutti gli eventi e gli appuntamenti espositivi Opera Laboratori ha realizzato una card, la “tessera del curioso”, acquistabile online oppure presso la biglietteria del Palazzo, che consentirà un 10% di sconto sui prodotti in vendita al bookshop, sulle consumazioni in caffetteria e sui laboratori didattici.