la nascita di magnum

Dallo sbarco in Normandia agli ultimi giorni di Gandhi: in mostra la nascita di Magnum

A Cremona 110 scatti provenienti dai primi reportage realizzati nei quattro angoli del Pianeta dai quattro fondatori: Cartier-Bresson, Capa, Seymour, Rodger

31 Ott 2014 - 11:00

"Spesso fotografiamo eventi che altri chiamano "notizie", che vengono riportate come fossero il rendiconto di un contabile. La vita non è fatta di storie che possono essere tagliate a fette come una torta di mele. Non c'è una modalità standard per avvicinarsi a una storia. Dobbiamo evocare una situazione, una verità. Il lato poetico nella realtà della vita". Così spiegava Cartier-Bresson lo spirito della storica agenzia Magnum, dove una combinazione fra fotografo e artista riusciva a rendere la sua personale visione oltre al significato dell'evento.

Dallo sbarco in Normandia agli ultimi giorni di Gandhi: in mostra la nascita di Magnum

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© ufficio-stampa  | Un lottatore della tribù di Kao Nyaro sfida un compagno. Kordofan, Sudan. 1949. 
© George Rodger / Magnum Photos
© ufficio-stampa  | Un lottatore della tribù di Kao Nyaro sfida un compagno. Kordofan, Sudan. 1949. 
© George Rodger / Magnum Photos
© ufficio-stampa  | Un lottatore della tribù di Kao Nyaro sfida un compagno. Kordofan, Sudan. 1949. 
© George Rodger / Magnum Photos

© ufficio-stampa | Un lottatore della tribù di Kao Nyaro sfida un compagno. Kordofan, Sudan. 1949. © George Rodger / Magnum Photos

© ufficio-stampa | Un lottatore della tribù di Kao Nyaro sfida un compagno. Kordofan, Sudan. 1949. © George Rodger / Magnum Photos

L'agenzia Magnum nasceva due anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Un senso di sollievo e la curiosità di vedere come il mondo fosse sopravvissuto all'apocalisse riunisce Henri Cartier-Bresson, Robert Capa, George Rodger e David Seymour. Tutti loro avevano conosciuto la guerra da vicino: Dodger aveva camminato per trecento miglia attraverso le foreste di bambù per sfuggire ai giapponesi; Cartier-Bresson era stato prigioniero tedesco e, riuscito il suo terzo tentativo di fuga, nella resistenza francese; il polacco Seymour aveva perso i genitori a causa dei nazisti. E Capa aveva fotografato gli sbarchi in Normandia.

Nel 1947 i quattro firmano uno statuto per cui il fotografo, e non chi pubblica le foto, diventa proprietario delle immagini e dei negativi, liberandolo dalle linee editoriali dei giornali. L'agenzia è una cooperativa che permette a ciascun fotogiornalista di sciegliere lui stesso quali eventi seguire. Reduci dalle esperienze al limite dell'umano che avevano accompagnato la guerra, muniti di nuove macchine fotografiche finalmente portatili, i quattro si spartiscono il mondo per macro-aree geografiche e cominciano a raccontarlo.

L'esposizione di Cremona riunisce per la prima volta gli scatti dei primi reportage realizzati: George Rodger racconta la tribù dei Nubas in Sudan. Cartier-Bresson l'India di Gandhi, poco prima che fosse assassinato. Seymour l'Europa distrutta dalla guerra. Capa, libero di spaziare in qualsiasi area, racconta la nascita dello Stato d'Israele. Anche negli anni a venire, a fondamento dell'agenzia resterà il bisogno di stare a contatto con la realtà, senza farsi influenzare dal mondo artificiale e dalle inclinazioni dei clienti. Seymour e Capa moriranno non molto tempo dopo durante la realizzazione di nuovi reportage,

La nascita di Magnum. Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger

Cremona, Museo del Violino

31 ottobre - 8 febbraio 2015

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