Dopo la Tour Eiffel: dai casinò agli acquari, ecco l'eredità di tutti gli Expo
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Aspettando il 2015, Massimo Beltrame ripercorre la storia delle esposizioni universali e ci accompagna attraverso la prossima che si terrà a Milano
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Il più famoso "souvenir" lasciato da un'esposizione universale è certamente la Tour Eiffel del 1889. L'altra grande opera ottocentesca, che aveva ospitato la prima fiera mondiale mai realizzata, è andata distrutta da un incendio: il Palazzo di Cristallo, a Londra, era stato costruito per essere smontato facilmente ma poi piacque talmente che, come la Tour Eiffel, venne lasciato dov'era, circondato dai giardini di Hyde Park.
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Ma le strutture temporanee portate in città dalle esposizioni universali sono state spesso riconvertite in spazi permanenti: dai casinò ai parchi tematici, a musei, oppure in veri e propri simboli cittadini. Il futuristico Space needle, ad esempio, con il suo ristorante girevole sulla cima, è il "marchio di fabbrica" di Seattle. Costruito nel 1962, anno di un'expo dedicata allo spazio per restare al passo coi russi che avevano appena mandato l'uomo in orbita, ancora oggi svetta sullo skyline della città come il suo segno distintivo.
L'esposizione successiva, anno 1967, lascia il suo segno a Montreal con Habitat 67, un complesso residenziale sviluppato a partire dalla tesi di laurea dell'architetto Moshe Safdie in occasione dell'esposizione, tutt'ora esempio di architettura avveniristica. Il padiglione francese, poi, ospita un lussuoso casinò della città canadese.
A Siviglia invece i resti del gigantesco complesso che ospitò expo nel 1992 sono diventati un parco tematico: era il quinto centenario dalla scoperta dell'America, e proprio sull'isola di Cartuja, dove abitò Cristoforo Colombo, erano stai allestiti gli spazi che oggi ospitano musei e parchi culturali sulle spedizioni marittime.
In Italia anche l'acquario civico di Milano, il terzo più antico d'Europa e gioiello del liberty milanese, è un prodotto dell'expo del 1906, mentre come è noto l'Eur, a Roma, venne realizzato in previsione dell'esposizione del 1942, mai realizzata per lo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale. Cosa ci lascerà invece l'expo 2015? Massimo Beltrame, dopo aver ripercorso la storia dell'Esposizione universale da Londra 1851 a Shanghai 2015, analizza le opere che stanno cambiando Milano accompagnando il lettore verso la prossima esposizione.
Massimo Beltrame, Expo Milano 2015 - Storia delle esposizioni universali
edizioni Meravigli