Protetti da parrucche e occhiali, i giovani performer sono stati ospiti del Wired di Firenze dove hanno lanciato una rivoluzionaria app che "democratizza" il modo di fruire un'opera d'arte
di Luisa IndelicatoUno, nessuno, centomila: l'uomo e le sue maschere con cui, volenti o no, si è costretti a confrontarsi ogni giorno. E a farne anche le spese. Un'analisi impeccabile dell'uomo moderno la fece Luigi Pirandello. I fatti di cronaca riportano la tematica sempre più al centro dell'attualità. Per questo motivo probabilmente The Bumbys sono riusciti a diventare un fenomeno artistico in America, dopo il loro lancio nel 2008. Hanno colto un tema profondamente umano e quindi universale.
Nelle loro performance il duo di artisti, che si nasconde nell'anonimato, giudica, da dietro una scrivania, l'outfit di chi ha deciso di partecipare coraggiosamente (sfido chiunque a salire sull'altare del giudizio di due sconosciuti). Dopo due minuti di osservazione i Bumbys scrivono e stampano la loro valutazione: una sorta di fenomenologia dell'apparenza intenta a cogliere anche l'animo delle persone che si sottopongono al loro sguardo inquisitore. E vanno oltre. Infilando nei loro giudizi una punta di ironia, avvertono, che "alla fine non bisogna mai prendersi troppo sul serio". Gli artisti americani sono stai ospiti del Wired Next Fest di Firenze.
Nelle vostre performance valutate l'outfit di chi ha il coraggio di farsi giudicare. Come e da quale esigenza è nato il vostro lavoro?
Noi non guardiamo solo l'outfit ma anche il comportamento delle persone e il modo in cui gestiscono quei 2 minuti di silenzio davanti a noi. Hai ragione, ci vuole un po' di coraggio per affrontare l'esperienza dei Bumbys e noi osserviamo proprio il modo in cui uno ci guarda e ci affronta. Il tutto è nato per gioco. Abbiamo solo pensato di dire alla gente di NYC come noi li vedevamo e che tipo di vibrazioni ci trasmettevano e siamo contenti di essere arrivati molto lontano facendo la stessa identica performance 8 anni dopo.
Forse il messaggio è: prendersi meno sul serio?
Assolutamente sì.
Che metodo di scrittura usate?
Scriviamo di getto, siamo molto spontanei, ci ispiriamo da chi abbiamo davanti.
Giudicate come si veste la gente ma siete protetti dall'anonimato. Perché?
Perchè ci giudichiamo troppo tra di noi e questo ci basta.
Qual è il vostro background?
Qui cito i Chemical Brothers: 'It began in Afrika'.
Come è stata Firenze?
E' stato molto bello, sia essere a Firenze per la prima volta, sia il contesto, cioè l'Wired Next Fest. Non ci poteva essere occasione migliore per presentare The Bumbys App.
Di cosa si tratta?
Abbiamo pensato di creare una app perchè, nonostante le numerose performance che facciamo in giro per il mondo, non riusciamo mai ad accontentare tutte le richieste di 'valutazioni' e alla fine c'è sempre chi torna a casa deluso. Con l'app riusciamo a valutare chiunque e lo possiamo fare in più lingue. Per cui, basta scaricare l'app, caricare una foto, scegliere chi tra Gill e Jill ti piacerebbe che ti valutasse, l'italiano come lingua di preferenza, e via.