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Nel 1983 fu eletto in Parlamento con i Radicali: poi visse in Francia beneficiando della "dottrina Mitterand". Dal 1999 gli venne concessa la semilibertà, nel 2003 quella totale. Sangiuliano: "Fu cattivo maestro ma valutare complessità"
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E' morto a Parigi questa notte, all'età di 90 anni, il filosofo e docente Toni Negri, storico leader di Autonomia Operaia durante "gli anni di piombo". Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta fu uno dei maggiori teorici del marxismo operaista. Nel 1983 Negri viene eletto deputato con il Partito Radicale ma nel settembre si rifugia in Francia perché coinvolto nei processi del "7 aprile" ai militanti di Autonomia Operaia, beneficiando della dottrina Mitterrand
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Negri era nato a Padova il primo agosto 1933 ed è stato fra i più importanti teorici della sinistra extraparlamentare e del marxismo operaista, già a partire dalla fine degli Anni Sessanta. Muove i primi passi nella sezione padovana del Partito socialista, ma se ne allontana diventandone critico. Dopo aver dato vita al Movimento socialista indipendente e al mensile Quaderni rossi, Negri poi aderisce alla rivista Classe operaia, nata nel gennaio del 1964 proprio da una scissione interna al mensile.
Nel frattempo, fonda nel 1961 anche una casa editrice, la Marsilio editore, insieme a Paolo Ceccarelli, Giulio Felisari e Giorgio Tinazzi. L'attività filosofica, intellettuale, ma anche politica di Toni Negri continua con Potere operaio, da cui uscirà nel 1973 con il convegno di Rosolina. Lo stesso anno Negri fonderà la rivista Controinformazione, ma soprattutto Autonomia Operaia, di cui sarà leader e principale teorico fino alla sua dissoluzione, nel 1979.
Nel 1983 Negri viene eletto deputato con il Partito Radicale con oltre 13mila preferenze, ma nel settembre dello stesso anno si rifugia in Francia perché coinvolto nei processi del "7 aprile" ai militanti di Autonomia Operaia. Oltralpe beneficiò della dottrina Mitterrand. Negri rientrò in Italia l'1 luglio 1997 per scontare la condanna definitiva di 12 anni. Dal 1999 gli venne concessa la semilibertà, nel 2003 quella totale.
Toni Negri "fu un cattivo maestro perché dopo il '68 si passa da un movimentismo giovanile che poteva avere anche le sue ragioni, per carità, poi però si è passati alla pagina buia degli anni di piombo, un terrorismo di destra, di sinistra, tante vittime innocenti e questo non lo dobbiamo mai dimenticare. Poi c'è un tema molto complesso soprattutto in termini giuridici: una cosa sono le espressioni delle idee, per quanto sbagliate possano essere, una cosa sono atti e fatti concreti in cui uno materialmente pratica atti violenti e di terrorismo". Così il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, a Radio 24. "Ricordo che fu eletto in Parlamento con i radicali, poi si scontrò duramente con Marco Pannella, cioè Pannella ebbe definizioni molto aspre nei confronti di Toni Negri. Quindi certamente eèstato un cattivo maestro poi bisogna valutare nella sua complessià' questa vicenda", conclude Sangiuliano.
Dal canto suo il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni afferma che "c’è stato un tempo in cui per partecipare al dibattito del movimento dovevi aver letto il suo ultimo libro. C’è stata una generazione che ha letto il mondo con le categorie con cui l'ha raccontato Toni Negri, filosofo e comunista. Ho avuto la fortuna e il piacere di conoscerlo". Un "rilievo culturale" di un "grande intellettuale" che anche i "nemici devono ricordare", come ha sottolineato il filosofo Massimo Cacciari: "Io ho cominciato a fare politica con lui".