Pubblicato il "Libro dell'Anno" con i neologismi entrati nell'uso comune: tanti termini di casa nostra ma anche anglicismi, espressioni legate alla politica o derivate dai social media
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"Amichettismo", "arciterrorista", "agrobiodiversità", ma anche "spacca-Italia" e "sdigiunino". Sono alcune delle parole entrate, insieme a molti altri neologismi e modi di dire, nel Libro dell'Anno Treccani 2024, che ha individuato le parole divenute di uso comune ma non destinate necessariamente a essere accolte dai dizionari.
L'anno che si è appena concluso registra molti neologismi di casa nostra, tra cui "amichettismo", "arciterrorista", "pezzotto", "agrobiodiversità", "razzismo immobiliare", "trappola al miele", "trenopolitana" e "fuffa guru". Chissà quanti di noi, in questo periodo di feste, hanno provato questa triste sensazione sapendole anche dare un nome: "vacansia", e cioè quella "spiacevole sensazione di irritabilità o di oppressione" dovuta all'incapacità di godersi il riposo, liberi dai frenetici ritmi lavorativi. E chissà quanti, ossessionati dall'ansia di recuperare qualche chilo preso con le abbuffate natalizie, hanno già programmato un digiuno riparatore, immaginando di consolarsi con un degno "sdigiunino", e cioè quello "spuntino o snack veloce da preparare ma molto gustoso" che serve, per l'appunto, a spezzare la sensazione di fame. Una pratica sdoganata dallo chef Giorgione, che ha reso familiare la parola a chi è appassionato della buona cucina. E che potrebbe ben accompagnarsi a un buon bicchiere consigliato da un "pommelier", cioè una sorta di sommelier del sidro: una bevanda poco diffusa in Italia sebbene tra i soli 97 professionisti dell'assaggio di questo alcolico nel mondo figuri anche un'italiana.
Moltissime sono le espressioni legate alla politica come "autonomia differenziata", "vannacciano" o fare una "Decima" e cioè, nell'espressione coniata proprio dal generale leghista, il fatto di apporre la X sulla scheda elettorale per indicare una preferenza ammiccando alla XMAS (Decima MAS): la flottiglia che dopo l'8 settembre 1943 si schierò per la gran parte con la Repubblica sociale italiana. È un settore, quello della politica, in cui non mancano tante reminiscenze latine o pseudolatine, come lo "ius scholae" o il "barattellum" per lo scambio sulle riforme, che apre a un ampio settore per i neologismi, tra i quali si spazia dall'ormai arcinoto "campo largo" ai "Lep", dallo "spacca-Italia" alla "solidarietà obbligatoria", dallo "starmerismo" al 'totismo' fino a "TeleMeloni", passando anche per l'"amichettismo" e il trumpiano "maga".
Ma sono gli anglicismi e i termini derivati dai social media e, più in generale, da Internet, dalla musica e dall'innovazione tecnologica quelli che appaiono più ostici alle vecchie generazioni: con qualche sforzo arrivano al "pandoro gate' ma potrebbero davvero ricorrere alla Treccani quando, seguendo il dibattito sul nuovo codice della strada, si imbattono nel termine "alcolock", e cioè il dispositivo collegato alla centralina del motore e a un etilometro che non fa partire la macchina quando si è alzato troppo il gomito. C'è poi il "dissing", il termine derivante dalla musica hip-hop e rap per indicare la diffusissima pratica dell'insulto; c'è la "Swift economy" che rimanda all'imponete giro d'affari generato dalla cantante Taylor Swift; ci sono i "top jobs" della nomenclatura europea. E se un figlio o un nipote vi confessa di essere andato in "crush", niente paura: ha solo una cotta. Se vi parla di un "brat" sta raccontando di qualcuno dallo stile ribelle e anticonvenzionale. E si vi rimprovera di fissarvi con i "bopponi" vi sta solo dicendo che ascoltate "canzoni molto orecchiabili" che "entusiasmano al primo ascolto".