Le storie raccolte in "La mia patria è il mondo intero", un romanzo firmato dalla giornalista e scrittrice Elisabetta Pozzetto
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“Alla donna che sogno di diventare, mia madre Marcella.” Una dedica carica di pathos familiare quella della scrittrice e giornalista Elisabetta Pozzetto, cronista attenta di una realtà locale e sociale tutta italiana che si riflette inequivocabilmente nelle diciannove interviste del suo nuovo libro edito da Forum, “La mia patria è il mondo intero”.
Nel binomio maschilismo-identità la Pozzetto costruisce un romanzo di formazione nel quale si raccontano le vite, i sogni, i successi , le insoddisfazioni e le esperienze di diciannove donne friulane accomunate da un'unica grande ricchezza : la creatività. Deborah, Rosi, Carla, Ida, Fiorenza, Lidia, Anita, Maria, Patrizia, Alessandra, Marzia, Tiziana, Federica, Stefania, Maria Rosa, Fiorella, Anna e Paolo sono diciannove donne che non avendo trovato un riconoscimento dignitosamente plausibile in un'Italia “maschilista”, hanno raggiunto i loro obiettivi all'estero con il coraggio delle proprie radici, con la consapevolezza di un'identità da difendere nel nome delle loro grandi aspirazioni.
E così incontriamo l'attrice, la scienziata, la poetessa, la manager, donne che senza paura ne esitazione alcuna si rialzano dopo un terremoto che in Friuli ha distrutto case, certezze, sicurezze ma non la loro invidiabile determinazione. Da questo tragico evento, da ogni pietra caduta hanno colto cosi l'esigenza di una grande esperienza di vita, di un nuovo punto di partenza e di rinascita.
Particolarmente interessante dal punto di vista sociale, la denuncia di un'Italia che tende a chiudere le porte al sesso debole quasi in senso di sfiducia, che non tutela la natura di essere donna e madre allo stesso tempo, una penalizzazione inaudita alla quale le donne di Elisabetta hanno risposto con una valigia in spalla. Da vere professioniste hanno ottenuto le giuste ricompense senza alcuna pubblicità mediatica, hanno raggiunto la loro femminilità varcando la soglia di un confine che ha permesso di fare senza avere, di testimoniare ai lettori la fierezza di essere donna. Un'interessante lettura critica vivamente consigliate a uomini e donne, con la speranza che le parole di queste temerarie possano fungere da vademecum per la vita.