Una mostra imperdibile

Una grande famiglia di pittori: i Brueghel a Venaria

In mostra in Italia, fino al 19 febbraio, i grandi capolavori dell'arte fiamminga: da Hieronimus Bosch e Marten von Cleve ai Brueghel

di Lorella Giudici
28 Set 2016 - 18:19

Nella meravigliosa Reggia di Venaria - uno dei fiori all’occhiello del nostro patrimonio artistico - le opere di Pieter il Vecchio, dei suoi figli Jan il Vecchio e Pieter il Giovane, di tutti i nipoti - pittori fino alla quinta generazione - e degli artisti che hanno fatto parte della loro bottega sembrano aver trovato la loro migliore cornice.

La mostra, aperta fino al 19 febbraio 2017, è la storia di una dinastia e della bravura tutta fiamminga di raccontare, con dovizia di particolari e con un immancabile tocco di ironia, quegli aspetti del reale che regolano la vita dei campi, le attività degli uomini e la bellezza della natura, negli stessi anni in cui in Italia, si stava invece consumando il tripudio del corpo umano con Michelangelo, Leonardo ei grandi protagonisti del Rinascimento.

Tra le opere del percorso, suddivise in sette sezioni tematiche, spiccano alcuni dipinti come I sette peccati capitali di Hieronimus Bosch (1500-1515) o Le Tre Grazie con un cesto di fiori, un olio su rame dipinto a quattro mani da Jan Brueghel il Giovane e Frans Wouters, allievo di Rubens.

E ancora, non possiamo non menzionare le Nozze contadine di Marten von Cleve, Le sette opere di misericordia di Pieter Brueghel il Giovane, con le case senza pareti che ricordano il Giotto degli Scrovegni e, sempre di sua mano, il dipinto usato come logo della mostra, La trappola per gli uccelli: un fiabesco paesaggio invernale, con piccoli omini che pattinano sul lago ghiacciato, i rami degli alberi spogli che disegnano neri arabeschi nel cielo perlaceo e gli uccellini che stanno per essere giustiziati da una rudimentale, ma efficace, trappola di legno.

Nell’Anversa del XVI e XVII secolo, una delle città culturalmente e commercialmente più vivaci di quel tempo, tanto da essere paragonata alla Parigi del XIX secolo, i Brueghel e i loro coetanei dipingono un mondo in miniatura, fatto di tante graziose casette dai tetti bianchi, di brulicanti esserini variopinti che spiccano sul manto di neve e decine di minuscoli dettagliche, nonostante il loro minuzioso realismo, fanno sembrare il tutto come un sogno o una pagina dei fratelli Grimm.

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