È il 60esimo sito italiano a entrare nella lista: si tratta della prima candidatura promossa direttamente dal ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del processo
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"L'Unesco ha colto l'eccezionale valore universale di una straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l'Oriente", il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, commenta così l’iscrizione della Via Appia nella Lista del Patrimonio Mondiale: il 60esimo sito italiano riconosciuto. Lo rende noto lo stesso ministero, che ha promosso direttamente la candidatura e coordinato tutte le fasi del processo. "Esprimo tutta la mia soddisfazione e il mio orgoglio per il grande risultato ottenuto", ha aggiunto Sangiuliano.
L'iscrizione della Via Appia è stata deliberata dal Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi per la 46esima sessione. Il risultato - sottolinea il ministero della Cultura in un comunicato - è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento di molteplici istituzioni: quattro Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 Città metropolitane e Province, 74 Comuni, 14 Parchi, 25 Università, numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, nonché il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede.
"La Via Appia. Regina Viarum da oggi è patrimonio mondiale dell'umanità - continua il ministro della Cultura - . È un riconoscimento del valore della nostra storia e della nostra identità, dal quale può nascere una valorizzazione in grado di portare benefici economici ai territori interessati". Anche il sottosegretario alla Cultura con delega all'Unesco, Gianmarco Mazzi, ha messo in luce i vantaggi che ne deriveranno per il territorio: "È un grande successo soprattutto per quei milioni di italiani che vivono nei territori della Via Appia, simbolo mondiale della storia da cui proveniamo. Si aggiunge alla straordinaria affermazione ottenuta meno di un anno fa dalla lirica italiana". Si tratta della prima candidatura promossa direttamente dal ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del processo e predisposto tutta la documentazione necessaria per la richiesta d'iscrizione nella Lista.
La Via Appia prende il nome dal magistrato che l'ha costruita, il censore Appio Claudio Cieco, a partire dal 323 d.C.. È lunga più di mille chilometri e attraversa Campania, Lazio, Puglia e Basilicata. La strada servì a velocizzare l'avanzata delle truppe romane verso le guerre al Sud, ma ben presto divenne una delle principali vie dei commerci. Arrivava fino al porto di Brindisi, da dove partivano le rotte mercantili per la Grecia e l’Oriente. È stata la prima grande via della fitta rete dell'Impero. Su questa strada sono nati scambi commerciali e culturali che hanno influenzato profondamente la nostra società. Non per niente, come disse il poeta Stazio nel I secolo d.C, la Via Appia era considerata dai romani "la regina delle vie".