Anche la scienza invita a evitare questa cattiva abitudine
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Il connubio è classico: partita di calcio o film in tv e ciotola di popcorn, patatine, o del nostro cibo preferito a portata di mano, insieme a una lattina di birra o di coca cola. Tutto bene se si tratta di un fatto occasionale, ma se è un’abitudine quotidiana o quasi, dobbiamo essere consapevoli che stiamo facendo del male al nostro organismo. Su questo si è pronunciata anche la scienza: il fatto di svolgere un’altra attività mentre si mangia “distrae” il cervello e lo porta a segnalare in ritardo il senso di sazietà, per cui tendiamo a mangiare di più. Ma non è questa l’unica ragione per cui è bene dedicare al cibo tutta la nostra attenzione mentre lo consumiamo.
IL SENSO DI SAZIETÀ - È un segnale neurologico che ci indica l’equilibrio tra cibo ingerito e fabbisogno energetico dell’organismo: ad esempio ci segnala che abbiamo mangiato a sufficienza e possiamo concludere il nostro pasto senza necessità di aggiungere altro. Questo messaggio è prodotto da un complesso e delicato sistema di ormoni ed è regolato dal cervello, per la precisione dall’ipotalamo. In questa sorta di centrale operativa affluiscono le indicazioni biochimiche provenienti da intestino, stomaco, pancreas e adipociti, in base alle quali viene genera la fame, e quindi la richiesta di cibo, oppure il suo contrario, che ne inibisce l’assunzione. Se questo equilibrio di ormoni è alterato, ad esempio da fattori genetici o da una patologia, saremo predisposti a mangiare troppo o troppo poco.
LO DICE ANCHE LA SCIENZA – Gli studiosi della University of Sussex hanno dedicato un lavoro ad hoc a questo argomento, pubblicato sulla rivista scientifica Appetite. Gli studiosi hanno preso in esame un campione di 120 persone: a un gruppo di partecipanti è stato assegnato un compito percettivo che richiedeva molta attenzione, mentre un secondo gruppo ha ricevuto un compito più “facile”. Durante la prova a tutti i partecipanti sono state offerte bevande energetiche a diverso tasso energetico (a 75 o 275 Kcal) e snack vari, anche al termine del test. Gli studiosi hanno notato che i soggetti ai quali è stato sottoposto il compito a maggiore carico di attenzione hanno mangiato considerevolmente di più, sia durante sia al termine della prova, e hanno avuto più difficoltà a indicare il momento in cui si sono sentiti sazi. Da questo, gli studiosi hanno compreso che la capacità di riconoscere il momento in cui ci si sente soddisfatti dalla quantità di cibo dipende da quanta attenzione il cervello è in grado di dedicare al pasto. Se è assorbito da altre attività che considera prioritarie (in questo caso il test), tutti gli altri stimoli sensoriali vengono filtrati e, al limite, “bloccati”, tanto dimenticare di registrarli. Quindi, se mangiamo mentre siamo assorbiti da qualcos’altro che assorbe completamente la nostra attenzione, non ci renderemo conto di essere sazi e mangeremo di più, anche in misura considerevole.
MANGIARE RICHIEDE CONCENTRAZIONE – Per questo, soprattutto quando si segue una dieta o un regime ipocalorico, i nutrizionisti invitano a concentrare, mentre si sta mangiando, tutta la nostra attenzione sul cibo. Assaporare ogni boccone, masticando lentamente e accuratamente, aiuta a goderne tutti gli aspetti, quindi il profumo, il colore, la consistenza e, naturalmente, il sapore, traendo la massima soddisfazione possibile anche da una porzione ridotta. Mangiando senza fretta si dà anche al cervello il tempo di registrare e trasmettere il magico segnale di sazietà che ci permette di alzarci da tavola più soddisfatti anche con una porzione contenuta. Per la stessa ragione non è proprio l’ideale neppure tenere la televisione accesa mentre ci cena, seduti a tavola. Anche in questo caso l’attenzione è deviata e, non ultimo, ne risente la conversazione e la convivialità con le persone che cenano con noi e che costituiscono una parte integrante della gratificazione che si ottiene dal pasto: sì, invece alla compagnia della tv se si è soli in casa e i programmi sono utilizzati come sottofondo, senza lasciarsene troppo assorbire.
IL COMFORT FOOD – Cenare davanti all tv o al computer, continuando a lavorare, non l'unica abitudine deleteria che lega cibo e schermo: la fruizione televisiva, soprattutto quella serale, è associata al relax e allo svago al termine di una giornata di lavoro. Purtroppo, in molti casi questo momento di riposo è accompagnato da ogni genere di comfort food: patatine, gelato, cioccolatini. Un piccolo premio a fine giornata ci può stare, ma se la consuetudine ci porta a ingurgitare cibo in quantità incontrollata, bisogna correre ai ripari. Possiamo cominciare ad associare il rilassamento e il benessere con qualcosa di diverso dal cibo, con il quale accompagnare il nostro programma tv preferito, ad esempio con un piccolo lavoro manuale, come il disegno o un puzzle. Se poi la smania di mangiare non si placa, può essere utile una tisana calda al gusto che preferiamo: il buon sapore appagherà il palato, il liquido riempirà lo stomaco e il calore lo metterà “tranquillo”, favorendo il senso di sazietà. Se anche questo stratagemma non funziona, non ci resta che distrarre l’attenzione, ad esempio con una conversazione, uscendo di casa per una passeggiata o dedicandosi a un’attività piacevole e coinvolgente che ci faccia pensare ad altro.