Trendy, ma efficace?

Digiuno intermittente: la dieta 16:8 funziona davvero?

Si tratta di un regime alimentare molto restrittivo e non privo di controindicazioni, ma a certe condizioni può aiutare a perdere peso

26 Set 2023 - 05:00
 © Istockphoto

© Istockphoto

Il digiuno intermittente, chiamato anche dieta 16:8, è una tipologia di regime ipocalorico nel quale si mangia solo in determinate fasce orarie della giornata, alternandole ad altre in cui non si assume alcun alimento. I numeri 16:8 esprimono proprio questo intervallo: il numero 8 indica la fascia in cui si è liberi di alimentarsi (otto ore appunto), a cui segue il periodo di 16 ore consecutive nelle quali è prevista l’astinenza. Il digiuno intermittente è diventato molto popolare sui social e tra le celebrities, ma è una dieta molto restrittiva, da seguire per periodi di tempo limitati e adatta solo a chi è in buona salute. Nasconde poi una serie di equivoci da chiarire e dei quali occorre essere ben consapevoli prima di cominciare. 

QUANTO SI MANGIA CONTA COME L’OROLOGIO - il digiuno intermittente è, dunque, uno schema secondo cui si possono consumare cibi e bevande energetiche solo entro un certo intervallo di tempo, conservando la più rigorosa astinenza, a parte l'acqua, nelle altre. Lo schema più conosciuto è il 16:8, ma ne esistono anche altri, tra cui i mini digiuni di due giorni non consecutivi a settimana: la scelta varia a seconda dell’obiettivo che si vuole raggiungere. La dieta si basa sul fatto che il digiuno protratto per un numero sufficiente di ore va a incidere sul metabolismo ormonale, provocando il consumo dei grassi di deposito e regolarizzando la produzione di insulina. In realtà, però, in questo tipo di dieta non si deve solo stare attenti ai momenti della giornata in cui ci si può nutrire, ma si devono anche scegliere i cibi corretti per creare un saldo negativo tra le calorie introdotte e quelle effettivamente bruciate. Insomma, anche nelle ore in cui si può mangiare, occorre sottostare a regole analoghe a quelle di qualsiasi dieta ipocalorica tradizionale. 

IL PIANO ORARIO DI DIGIUNO INTERMITTENTE – Il primo passo è scegliere la finestra oraria in cui l’alimentazione è consentita. Una delle più tradizionali è dare via libera al cibo tra le 12 e le 20, secondo uno schema vicino a quello di una giornata normale, saltando solo la prima colazione, ma ci sono anche gli intervalli 7.00- 15.00, adatto a chi si sveglia presto la mattina e non fa fatica a saltare la cena; lo stesso vale per il 9.00 - 17:00; chi ama invece dormire fino a tardi la mattina può sfruttare il 14.00 - 22:00. Può essere utile alternare le diverse scansioni orarie, adattandole ad esempio agli impegni della giornata lavorativa.

I VANTAGGI DEL DIGIUNO INTERMITTENTE – Il digiuno è una pratica antichissima: più che per ragioni salutiste, veniva attuata per ragioni rituali e religiose di purificazione e di mortificazione. L’astinenza quaresimale o il digiuno del venerdì per i Cristiani, ma anche il mese sacro del Ramadan, ancora oggi diffuso tra i musulmani praticanti, ne sono alcuni esempi. Oggi, i vantaggi del digiuno, oltre naturalmente alla perdita di peso, sono ricondotti a un miglior funzionamento del metabolismo, alla riduzione del colesterolo, del diabete e dell’ipertensione.  Gli ultimi studi tendono però a spiegare questi benefici sulla salute collegandoli più al minore introito calorico che alla scansione oraria dei pasti: sarebbe cioè la perdita di peso a farci stare meglio, non il modo in cui la otteniamo 

IL DIGIUNO INTERMITTENTE È DAVVERO EFFICACE? – Il digiuno, inteso come astensione sistematica e volontaria dall’assunzione di cibo, se applicato correttamente, è sicuramente efficace come metodo per perdere peso. Va da sé che la privazione alimentare moltiplica le difficoltà proprie di qualunque dieta restrittiva: se con un regime tradizionale facciamo fatica a resistere senza sgarrare tra un pasto e l’altro, è possibile che il senso di fame possa essere ancora più acuto nel caso in cui ci si astenga completamente dal cibo per molte ore. Potremmo anche essere psicologicamente più propensi a farci uno “sconto”, dal momento che, dopo quelle poche ore in cui ci è consentito mangiare, torneremo a digiunare completamente. Occorrono poi vari accorgimenti, che sarà il nutrizionista a suggerire, per evitare che l’organismo entri in “modalità risparmio”, consumando meno energia se il periodo di “carestia alimentare” si protrae oltre un certo tempo, bloccando così il dimagrimento. Infine, occorre prestare molta attenzione alla fase successiva alla dieta, quando si riprende ad alimentarsi normalmente, per non riprendere troppo rapidamente i chili persi con tanta fatica.  I sostenitori di questa dieta, dal canto loro, riferiscono di apprezzarla per la sua semplicità: non occorrono conteggi complicati di calorie: basta seguire le norme della sana alimentazione evitando gli zuccheri e i cibi più calorici. Riferiscono poi che il senso di fame legato all’astinenza da cibo è meno severo di quanto ci si potrebbe aspettare. In compenso, digiunare rende più leggeri e scattanti, moltiplicando l’energia fisica e la lucidità mentale. 
 

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri