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Gli italiani vanno pazzi per i grissini: ecco perché

Una croccantezza che conquista tutti e una Giornata per celebrarli: il Breadstick Day (che cade appunto il 26 ottobre)

21 Dic 2018 - 14:21
 © istockphoto

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Facevano impazzire già il re di Francia Luigi XIV, ma anche Napoleone Bonaparte, il re Carlo Felice di Savoia: ai giorni nostri, sette italiani su dieci non possono resistere alla tentazione di metterli in tavola. Sono i grissini, le sottili golosità di pane croccante che il 26 ottobre di ogni anno celebrano la loro festa nel Breadstick Day, la Giornata del Grissino.

Per scoprire le ragioni della loro popolarità, Espresso Communication ha realizzato un’indagine per Vitavigor, condotta su circa 2000 italiani tra i 18 e i 55 anni attraverso un monitoraggio online su social, blog, forum e community, e coinvolgendo un panel di 20 esperti tra docenti, nutrizionisti e chef stellati. "Se dobbiamo individuare le ragioni dell'amore degli italiani per il grissino l'unica risposta possibile è: perché è italiano, ed è percepito come tale", spiega Antonella Campanini, docente di Storia della cucina e delle Culture alimentari presso l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Cuneo. Secondo la studiosa, non ci sono certezze storiche in grado di illuminarci sulla data precisa della loro creazione. Alcuni studiosi di storia della cucina ritengono che l’inventore sia un fornaio piemontese, Antonio Brunero, anche se non tutti concordano su questo nome. C’è chi ritiene che i grissini siano stati inventati per favorire la digestione di un rampollo di Casa Savoia, dalla salute particolarmente cagionevole, mentre secondo altri la loro origine risale al XVII secolo e ai periodi in cui infuriavano le epidemie di peste, quando era fondamentale produrre un tipo di pane molto cotto, in modo da garantirne il più possibile l’igiene e scongiurare il diffondersi del contagio.

Quel che si sa di certo è che i grissini erano la passione di Napoleone, il quale spendeva cifre da capogiro per farsi inviare da Torino grandi quantità dei “Petits bâtons de Turin”, mentre il re Carlo Felice non si faceva scrupolo di sgranocchiarli allegramente durante concerti e opere liriche, disturbando l’ascolto di tutta la platea del Teatro Regio. Il re di Francia Luigi XIV, dal canto suo, non risparmiava i rabbuffi ai cuochi di Versailles, incapaci di ricrearli a dovere. Quanto ai giorni nostri, il celebre attore e conduttore Jimmy Fallon accompagnato dal cantante Post Malone,, è stato avvistato mentre provava l’ All you can eat di grissini proposto da una catena di ristoranti americana, come è stato riportato da People. Ma la passione per i grissini è viva e diffusa soprattutto a casa nostra. Ne vanno pazzi quasi sette italiani su dieci (68%), i quali ne apprezzano soprattutto della sua croccantezza (77% delle risposte); non si riesce a farne a meno a casa (66%), né al ristorante (74%), in occasione di aperitivi (79%) e cene (76%). Si sgranocchia da solo oppure con i salumi (81%), i formaggi (69%) e salse (58%).

I grissini sono spesso consumati anche fuori dai pasti, come spezza-fame. L’importante è essere consapevoli di alcuni aspetti e verificare che il prodotto scelto abbia alcuni requisiti nutrizionali. Secondo il dott. Luca Piretta, gastroenterologo e nutrizionista presso l'Università Campus Biomedico di Roma, “Il grissino costituisce uno dei modi migliori di introdurre la fonte più importante di energia, ovvero i carboidrati complessi. Attenzione però a verificare l'utilizzo di olio di oliva tra i grassi aggiunti per assicurare la presenza di acidi grassi salutari e all'apporto calorico superiore a quello del pane”. Aggiunge però la biologa nutrizionista dott.ssa Valentina Schirò, specializzata in scienza dell’alimentazione: “In genere i grissini hanno un elevato valore energetico per la presenza di grassi tra cui lo strutto. Per non eccedere nell’introito calorico e per tutelare la salute sarà opportuno scegliere quelli con olio extravergine di oliva e farine non OGM, meglio ancora se integrali: la presenza delle fibre favorisce infatti un maggior senso di sazietà. Altro aspetto importante dev’essere l’assenza di olio di palma e grassi idrogenati e un contenuto moderato di sale”.

I grissini sono apprezzati anche dagli chef stellati. Viviana Varese, chef di Alice Ristorante di Milano titolata con una Stella Michelin, propone dei grissini realizzati solo con farina, lievito, zucchero, olio e sale. I bastoncini di pane sono ottimi anche per accompagnare le degustazioni di vini e, come suggerisce la food blogger Elisa Ceccuzzi di Kittyskitchen.it, possono essere utilizzati addirittura come panatura croccante.

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