Si tratta di un nuovo orientamento sessuale svelato da uno studio recente, una tendenza relativa a persone attratte non dai singoli, ma da coppie
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Amore e sesso, o anche nuove forme di relazioni: la simbiosessualità, che deriva direttamente dal poliamore, è l’espressione di una nuova forma di attrazione sessuale. Si riferisce, infatti, all'interesse fisico e sentimentale diretto non a singoli individui, come avviene nella maggior parte dei casi, ma piuttosto dall'energia che si crea tra coppie consolidate. È quanto emerge da un nuovo studio americano condotto dai ricercatori dell'Università di Seattle e pubblicato su Archives of Sexual Behavior.
un team di ricercatori, guidato dalla professoressa Sally Johnston, ha evidenziato come l’attrazione sessuale sia tradizionalmente concepita come un’esperienza di coppia. Ma sembrerebbe ormai essere riduttivo se, come emerge dalla ricerca, potrebbe esserci un nuovo modo di interpretare il desiderio che non è circoscritto alla connessione tra due persone, ma che si estende all’energia generata da due individui. Un tipo di attrazione che pare sia stato osservato conducendo un'altra indagine relativa alle comunità poliamorose e specificamente sul trattamento degli “unicorni”.
il termine “unicorno” nel gergo poliamoroso è usato per descrivere chi partecipa all’attività sessuale della coppia senza tuttavia prenderne parte in alcun altro modo. La dottoressa Johnston, nei suoi studi, ha scoperto che i cosiddetti "unicorni" avevano una caratteristica interessante delle loro relazioni: ha osservato, infatti, che molti dichiaravano di sentirsi attratti più che dalle singole persone, dalla dinamica di coppia e dall’energia condivisa tra i partner. Un'osservazione importante, che ha condotto all’idea di una forma di attrazione verso la sinergia della relazione, piuttosto che verso i singoli individui. Un'intuizione che il team di ricerca ha approfondito utilizzando i dati di un’indagine che ha coinvolto centinaia di partecipanti in merito ai diversi aspetti dell’identità sessuale e di genere. Quasi la metà degli intervistati, ha riferito di provare attrazione per una coppia e per la relazione che la caratterizza. Dati che evidentemente non si possono considerare come rappresentativi dell’intera popolazione, ma il cui risultato merita ulteriori approfondimenti.
dallo studio emergono caratteristiche simili tra coloro che sentono un'attrazione di tipo simbiosessuale. I partecipanti alla ricerca, infatti, si ritengono estroversi, estremamente bisognosi di intimità e attenzione e decisamente molto poco gelosi, per non dire niente affatto gelosi. Un altro aspetto meritevole di attenzione è che molti simbiosessuali si dichiarano queer (ovvero con un orientamento che non si allinea a nessun altro, che non si riconosce nella “eternormalità”) e dichiarano di sentirsi attratti da coppie non eterosessuali. Un atteggiamento sessuale che parrebbe essere decisivo nella loro esperienza di attrazione, non vincolato alla monogamia, ma che abbraccia una complessità di relazioni.
quel che si evince dallo studio è che la simbiosessualità è una “terza forza” che si manifesta all’interno di una relazione consolidata. Ovvero, le persone non si sentono attratte dall'uno o dall'altro partner della coppia, quanto dalla sinergia che si crea tra loro. Molti partecipanti allo studio hanno descritto sentimenti simili, affermando di essere attratti dalle dinamiche di coppia piuttosto che dai singoli individui coinvolti. D'altra parte, non è finita qui: saranno comunque necessarie ulteriori indagini per capire come l'attrazione simbiosessuale possa influire sulla salute mentale e sulla soddisfazione delle persone rispetto alla loro relazione.