Un fenomeno che comincia a diffondersi: i coniugi, dopo il divorzio, scelgono di tornare a unirsi in matrimonio con lo stesso partner
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La coppia scoppia anche con l'anello al dito: in Italia, quasi un matrimonio su due finisce con una separazione o un divorzio. Molti di questi single di ritorno finiscono per crearsi un nuovo legame: il fatto davvero curioso è l’aumento che si registra delle seconde nozze tra due sposi i quali, dopo un primo fallimento, vogliono riprovarci con lo stesso compagno. Il cosiddetto “divorce regret”, ovvero il “pentimento per il divorzio” è un fenomeno che, dopo alcuni esempi eclatanti tra Vip, come Liz Taylor e Richard Burton, si va diffondendo non solo tra le celebrities ma anche tra le persone comuni.
DIVORCE REGRET: CHE COS’È – Il divorzio per molte coppie segna un momento di liberazione, dopo anni di litigi e incomprensioni, ma spesso è vissuto come un lutto e come segnale di fallimento per non aver saputo dare continuità al proprio desiderio di amore, costruendo una vita a due stabile e duratura. La rottura del legame matrimoniale è sempre causa di sofferenza per molte persone, oltre ai due partner, ci sono i figli della coppia e gli altri familiari stretti, inevitabilmente coinvolti da questa tempesta affettiva. Eppure, non sempre le storie d’amore segnate da un divorzio si interrompono per sempre: esiste anzi un numero sorprendente di persone che, dopo essersi separata, sceglie di riprovarci e addirittura si sposa di nuovo con lo stesso partner. Alcune volte anche il secondo tentativo finisce male, ma in alcuni casi i due novelli sposi-bis dimostrano di aver tratto profitto dal periodo di separazione e riescono a costruire un legame sereno e duraturo. Come riferisce il quotidiano britannico The Guardian, si è cominciato a parlare di “divorce regret”, o “rimpianto dopo il divorzio”, dopo la recente vicenda del golfista nordirlandese Rory McIlroy, il quale, dopo essersi separato dalla moglie Erica, ha cambiato idea ed è clamorosamente tornato sui suoi passi. Altri esempi famosi sono quelli degli attori Elizabeth Taylor e Richard Burton, che si sposarono il 15 marzo 1964 e poi ancora il 10 ottobre 1975; di Elon Musk e dell’attrice britannica Talulah Riley, sposati dal 2010 al 2012 e di nuovo dal 2013 al 2016; per finire, più recentemente, con Jennifer Lopez e Ben Affleck, protagonisti di lunga love story nel 2002, di quasi 20 anni di vite separate e infine di un patinato matrimonio nel giugno 2022, durato due anni circa. Peccato che, in tutti questi casi, il secondo tentativo abbia avuto vita breve, concludendosi con una nuova rottura. Lasciarsi e poi riprovarci a distanza di qualche tempo non è un'esperienza solo dei Vip: il divorzio seguito dal ricongiungimento, nel Regno Unito, è più comune di quanto non si pensi: la percentuale delle coppie che si riconciliano dopo la separazione oscilla tra il 10 e il 15 per cento e, nel 6 per cento dei casi, si arriva a nuove nozze. Un divorziato su 10, inoltre, ammette di essersi pentito a un certo punto negli anni successivi alla rottura, ma non manca anche chi dichiara di provare, come unico rimpianto, di non aver deciso di divorziare prima.
QUANTO DURANO I MATRIMONI IN EUROPA – Secondo calcoli effettuati utilizzando i microdati relativi ai divorzi in base alla durata del matrimonio su base Eurostat dal sito web SugarDaters, l'Italia è il Paese europeo in cui i matrimoni vivono più a lungo, con una durata media di circa 18 anni. Al secondo posto per longevità matrimoniale, si colloca il Portogallo, con una durata di 17,5 anni, seguito dalla Bulgaria con 16,3 anni e dalla Spagna con 16,1. Nel nostro Paese Il maggior numero di separazioni e divorzi si verifica tra l'ottavo e il nono anno di matrimonio, con il 4,1% di divorzi complessivi (mentre l’anno più critico per la media europea è il quarto dalle nozze, con il 5,4% dei divorzi); solo lo 0,1% dei matrimoni di casa nostra fallisce entro il primo anno di vita coniugale, . Il 21,3% delle unioni senza lieto fine si dissolve nei primi dieci anni dal fatidico sì, mentre il 35,6% si separa tra i 10 e i 19 anni; il 26,1% divorzia tra i 20 e i 29 anni di matrimonio, mentre il restante 17% lo fa dopo 30 anni di matrimonio.
IL PESO DELLE ASPETTATIVE - Dato che oltre il 40%-45% dei matrimoni si conclude con una separazione o con il divorzio, non si può non domandarsi quali siano le motivazioni che spingono una coppia a sposarsi. La terapeuta Ammanda Major, interpellata dal Guardian, spiega che, al di là dei benefici legali e delle agevolazioni fiscali, la maggior parte delle persone si sposa perché "regna eterna la speranza che il nostro partner ci amerà sempre. Come esseri umani, questo è un motivo davvero convincente per legarsi". I problemi, continua Major, sorgono quando la persona che abbiamo sposato, o il matrimonio stesso, non soddisfano le aspettative. Può accadere quindi che, dopo il fallimento dell'unione matrimoniale, la lunga trattativa legata al divorzio e a un periodo trascorso da soli, i due coniugi arrivino a prendere coscienza dei propri bisogni e a trovare il modo di realizzarli proprio con il partner dal cui si erano separati, riconoscendo che quella persona era l'amore della loro vita. Le coppie che tornano a vivere insieme dopo un periodo di separazione di solito sono arrivate a mettere a fuoco e a superare una serie di problemi, a partire dallo stare insieme unicamente per non trovarsi a essere soli, e da questa presa di distanza arrivano a trovare lo spazio e la motivazione necessari a ricostruire un rapporto soddisfacente.
LE DIFFICOLTÀ - Uno dei maggiori problemi a cominciare una nuova vita come ri-sposati sta nel convincersi che l’ex-partner è cambiato in modo sostanziale rispetto alla persona protagonista di un precedente legame, insoddisfacente al punto da sfociare in un divorzio. Una delle situazioni più difficili da superare è quella delle unioni naufragate a causa dell’infedeltà: il tradimento del patto di fiducia che dovrebbe legare la coppia è davvero difficile da ricomporre.