Otto tipologie da identificare e da cui guardarsi per evitare lacrime e rapporti troppo difficili
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Di solito ce ne accorgiamo troppo tardi, quando ormai siamo coinvolte sentimentalmente e decidere di troncare è difficile e doloroso: innamorarsi dell’uomo sbagliato è una vera sfortuna, ma che può capitare a tutte almeno una volta nella vita. Ci sono alcuni segnali rivelatori che, con un po’ di accortezza e di spirito di osservazione, possiamo riconoscere e utilizzare per difenderci. Perché se è vero che al cuore non si comanda, con un po’ di intuito e di razionalità possiamo evitare di cadere nella trappola di rapporti che possono solo finire male e quasi sempre farci soffrire. Ecco allora alcune tipologie dalle quali è bene guardarsi.
L’indifferente – Sembra non apprezzare niente di quello che facciamo, anche se si tratta di gesti importanti che ci sono costati lavoro e fatica (dalla festa a sorpresa al suo piatto preferito a cena, dal regalo originale al sostegno economico). Non sempre è facile riconoscerlo, specie nei primi tempi, ma queste forme di disinteresse sono da fuggire anche quando sono latenti: di solito nascondono un carattere egocentrico, per il quale tutto è dovuto.
Il vanitoso – Sa fare tutto, se sa una più del diavolo di qualsiasi argomento di parli, nelle forme più gravi è un millantatore e un bugiardo. In compagnia, non è solo il centro della conversazione, ma non lascia spazio agli interventi degli altri. Oltre ad essere insopportabile, spesso si lascia andare a comportamenti irrispettosi e può fare molto male alla nostra autostima. Meglio evitare.
Il super geloso – La relazione a due deve basarsi sulla fiducia reciproca. Il fatto che un uomo pretenda di leggere la nostra posta e i nostri messaggi, che magari lo faccia di nascosto, o che si inalberi ogni volta che rivolgiamo la parola a un amico, è una pretesa inaccettabile alla quale porre un freno con la massima fermezza fin dal primo istante. Comportamenti di questo genere possono in qualunque momento degenerare nello stalking e perfino nella violenza, come purtroppo la cronaca troppo spesso ci insegna.
Il possessivo – È un parente stretto del precedente, tanto che le due tipologie spesso si sovrappongono. Fuggiamo a gambe levate davanti a un uomo che cerca di sostituirsi ai nostri amici, ai nostri interessi e, magari, anche ai nostri familiari. In poco tempo sarà in grado di trasformare una relazione felice in una vera camera a gas.
L’avaro – Avere il braccino corto non è solo un fatto sgradevole, ma un indicatore da non sottovalutare. Dover discutere per ogni centesimo speso, anche quando la situazione economica permette di soddisfare qualche desiderio, è faticoso e, alla lunga, umiliante. Se poi la tirchieria sopraggiunge dopo qualche tempo dall’inizio del rapporto, può essere un segnale di potenziale crisi da non sottovalutare: se, oltre ai regali importanti spariscono anche i “pensierini, le spese a lungo termine o per beni durevoli, deve scattare un campanello d’allarme nella relazione.
Quello che non si impegna – Non solo quando si parla di matrimonio, ma anche semplicemente di un progetto a lungo termine che riguardi il rapporto: lui si nega, rimanda, si nasconde dietro a scuse di ogni genere la più comune delle quali è “non sono ancora pronto”: se la cosa va avanti per troppo tempo è un segnale che, con ogni probabilità, quella decisione non verrà mai. Inutile illudersi: meglio correre ai ripari. Peccato, perché spesso si tratta di tipi simpatici e adorabili sotto tutti gli altri punti di vista.
Il mammone – Sembra impossibile, ma anche nel Terzo Millennio la tipologia è molto diffusa. Entro certi limiti non c’è che da tollerare: ogni uomo in fondo resta un po’ bambino e la mamma è sempre la mamma. Se però il rapporto vive nell’ombra minacciosa di una suocera troppo presente e impicciona, la vita può diventare un vero inferno.
L’anaffettivo – È un altro tipo d’uomo che può farci davvero soffrire, perché l’incapacità di condividere (al limite persino di provare) veri sentimenti è un problema per il quale ci sono ben pochi rimedi. In un primo tempo si può confondere il difetto con la riservatezza o con la timidezza, ma non si tratta solo di questo: il problema è reale e ferirà la nostra anima ogni volta in cui saremo in cerca di appoggio e sentimento.
In conclusione, ricordiamoci che, in fondo, se un uomo ha uno di questi difetti non è colpa nostra. Ma se lo lasciamo entrare nella nostra vita al punto da farci soffrire, questo invece dipende da noi.