Vita da reclusi

Coppia: come sopravvivere al lockdown e continuare ad amarsi

Strategie per superare le difficoltà della convivenza forzata e continua di questo difficile momento

03 Apr 2020 - 05:00
 © Istockphoto

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Due cuori e una capanna, dice il vecchio adagio. Solo che, in questo momento, la capanna è chiusa a chiave e non si può uscire, neppure per la proverbiale ora d’aria concessa anche ai detenuti nei penitenziari. Il coronavirus ha costretto le coppie non conviventi ad accontentarsi di un amore a distanza, ma ne sta obbligando altre a una vicinanza forzata può essere altrettanto difficile. Ecco allora qualche dritta per superare lo scoglio della coabitazione strettissima e continua di queste difficili settimane. 

L’ingrediente che manca – L’equilibrio di una coppia, anche di quelle più solide e di lunga durata, è fondato sul binomio presenza-assenza.  Amiamo il nostro partner e siamo appagati dalla reciproca compagnia. Eppure, spesso, sono i momenti che ciascuno vive per conto proprio a rendere così piacevole il fatto di ritrovarsi a fine giornata. E adesso? Per salvaguardare la buona salute del rapporto non ci resta che cercare di riprodurre il più possibile la nostra vita normale, i nostri ritmi e i consueti momenti di incontro, ma anche di spazio personale. Cerchiamo, per quanto possibile, di avere qualche momento da soli in una stanza, sul balcone o per lo meno sul divano, con un libro da leggere e la nostra play list preferita da ascoltare in cuffia. 

No al controllo – Il fatto di vivere un momento privato comporta la necessità di rispettare lo spazio altrui. Evitiamo quindi l’assillo di frasi come “Che stai facendo?” o “Con chi sei al telefono”, a meno che non ci sia una necessità immediata di ottenere collaborazione su qualcosa che non possiamo fare da noi .Se invece si tratta solo di fare due chiacchiere, chiediamo prima se non stiamo interrompendo qualcosa. 

Concentriamoci sulle cose importanti –Non possiamo pretendere che tutto fili come d’abitudine: è impossibile ad esempio che la casa sia linda e ordinata come di consueto, oppure che lui non trascorra tempo al telefono o davanti ai videogames. Non è il momento per esasperare le tensioni con una crociata contro il disordine o la troppa tecnologia; cerchiamo semmai collaborazione nelle incombenze quotidiane, come cucinare, rigovernare e riordinare la casa, trasformandole in momenti di condivisione. 

Per lavorare – Se continuiamo la nostra attività professionale in smartworking, cerchiamo di concentrarci sul lavoro, escludendo ogni altro pensiero. Concordiamo con il nostro partner un orario per una breve pausa, a metà mattina o a metà pomeriggio, per un coffee break, tanto per spezzare la solitudine o per scambiare quattro chiacchiere. Stabiliamo anche un orario in cui “staccare”, proprio come se uscissimo dall’ufficio: quando spegniamo il computer, arieggiamo la stanza, usciamo sul balcone o mettiamoci davanti alla finestra aperta per respirare qualche minuto di aria fresca, archiviamo mentalmente i pensieri lavorativi e dedichiamoci alla famiglia. 

Condivisione – L’isolamento domestico, oltre ad avere tanti lati negativi, ci offre anche una straordinaria opportunità per riscoprire i legami profondi che la frenesia quotidiana ci fa trascurare. Troviamo, o ritroviamo, le cose che ci piaceva fare insieme all’inizio della nostra storia, come un hobby o una musica da ballare a due; sfogliamo insieme le vecchie foto di vacanze felici, ricorrenze di famiglia, momenti importanti per noi; trasformiamole in spunti di partenza per fare progetti per il futuro. Se abbiamo dei bambini, coinvolgiamoli in questo gioco della memoria, condividendo con loro racconti e ricordi. Può anche essere una buona occasione per fare un po’ di ordine e liberare finalmente quel vecchio cassetto. 

Gestiamo lo stress – L’ansia e la noia sono due ingredienti che purtroppo non ci danno tregua in queste lunghe settimane. Ciascuno reagisce a modo proprio e spesso oscilla, a seconda della giornata, tra paura, euforia e depressione. Il primo compito è lavorare su noi stessi per non gravare troppo con i nostri stati d’animo negativi sul morale dell’altro. Qualche momento di sfogo è comprensibile e concesso, a patto di essere pronti ad accogliere quello altrui. Se in casa ci sono dei bambini, questi momenti di “down” devono avvenire rigorosamente quando loro non sono presenti.

Quando le cose proprio non vanno – Le situazioni estreme come quella che stiamo vivendo possono far emergere tutto quello che ci siamo nascosti prima: se il nostro era un amore litigarello, ma tutto sommato bello, può capitare che ci si proponga una sorta di nuovo inizio. Ma se il silenzio nascondeva tensioni e incomprensioni latenti che ora vengono a galla e ci portano a una reciproca intolleranza, meglio non cercare di risolvere i conflitti a tutti i costi, esasperando ancora di più la tensione.  Meglio cercare di non logorarsi troppo, aspettando il ritorno alla normalità. Dividiamo per quanto si può gli spazi in casa, senza costringerci a condividere tutto, a cominciare dai pasti. 

E il sesso? - Evitare i rapporti per paura del contagio non serve se si dorme comunque nello stesso letto. Se è l'ansia per la situazione generale a spegnere il desiderio, occorre avere un po’ di buona volontà ed essere tolleranti e flessibili. Se invece temiamo una possibile intrusione notturna dei figli, è il caso di stabilire una nuova regola in casa: ciascuno deve riposare nella propria stanza. E nell'attesa che le incursioni verso il lettone si interrompano, la vecchia strategia di chiudersi a chiave è sempre valida.  

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