C’è chi pensa che mentire per risparmiare un dispiacere sia giusto. Per altri invece è preferibile la verità ad ogni costo. I pro e i contro delle due scelte
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Alzi la mano chi non ha mai detto una bugia, nascondendosi dietro alla convinzione di averlo fatto a fin di bene. In effetti, queste piccole insincerità possono essere utili: si mente per convenienza sociale, per cortesia, ma anche per risparmiare un dispiacere a qualcuno. E’ uno sbaglio? La questione è controversa: se è vero che le bugie di solito hanno le gambe corte e la realtà prima o poi viene a galla, è vero anche ci sono situazioni e momenti in cui una verità non detta può essere la scelta migliore, anche nell’interesse della persona a cui si mente. E la cosa vale anche in amore.
CHI DICHIARA DI NON MENTIRE MAI – Sono le prime persone di cui diffidare: difficilmente le cose stanno così, anzi è probabile che proprio loro siano dei bugiardi impenitenti. E’ praticamente impossibile fare a meno di qualche piccola bugia bianca, almeno ogni tanto, per comodità, per gentilezza o per convenienza. Esistono diverse tipologie di frottoline a fin di bene: da quelle di cortesia (Il tuo nuovo abito ti dona molto), a quella che rinforza l’autostima (La cena che mi hai preparato era deliziosa!), a quella che si dice per risparmiare un dolore (Ho visto il tuo ex con un’altra, ma lei è davvero un mostro!). Insomma, mantenersi sempre nel territorio della verità è quasi impossibile. E a volte non è neppure opportuno.
I MENTITORI SERIALI – All’eccesso opposto ci sono quelli che mentono sempre e in ogni occasione. Inutile dire che questo atteggiamento di solito è letale per la vita a due. Il rapporto di coppia si basa sulla fiducia reciproca e il ricorso alla menzogna come strategia di vita o come comoda scappatoia è inquinante e tossico. La bugia può essere strategica solo se usata con parsimonia e in modo sporadico. In caso contrario può trasformarsi in un circolo vizioso dal quale può diventare molto complicato venir fuori.
VERITA’ A OGNI COSTO – In ogni caso, la verità non è qualcosa da sbattere in faccia in modo brutale: In questo caso si trasforma in un gesto aggressivo e può fare ancora più danni di una deliberata bugia. Usata in questo modo non è neppure un gesto di lealtà, ma un’arma di offesa e perfino di vendetta. Il caso tipico è rivelare per ripicca al proprio ex che la sua nuova compagna lo tradisce: anche se, in linea di principio, è sempre meglio sapere come stanno le cose, è vero anche che una rivelazione fatta con lo scopo di ferire l’altra persona può essere considerata tutto, ma non un gesto di altruismo e di amore del vero. Se siamo a conoscenza di un segreto che potrebbe ferire un’altra persona, occorre valutare attentamente la situazione caso per caso e in funzione dei rapporti che ci legano alle persone coinvolte: se siamo stati noi a macchiarci di una colpa nei confronti del nostro partner o di un’amica, è senz’altro preferibile confessargli tutto, ma scegliendo con cura i modi e i tempi.
VERITÀ NON DETTE - Nel caso in cui ci trovassimo ad essere testimoni e spettatori di un torto ai danni di una terza persona, bisogna pesare con cura le conseguenze della nostra eventuale rivelazione. La verità, di solito è preferibile al silenzio, ma ci sono casi in cui è senz’altro meglio non intromettersi. Tacere certe verità può essere preferibile anche in certe situazioni della vita a due, per non urtare la sensibilità dell’altro e preservare il benessere dell’unione. Ci sono piccole bugie che diventano parte della sintonia e della complicità di coppia: entrambe le parti sono consapevoli di essere parte di un piccolo sotterfugio, ma accettano di stare al gioco per mantenere la sintonia e il buon vivere. Insomma, qualche piccola bugia a volte conviene: può diventare una sorta di schermo protettivo per la serenità di entrambi.
SAI RICONOSCERE QUANDO LUI/LEI MENTE? – La bugia è un elemento che accomuna sia gli uomini che le donne. Di solito, però le donne sono più brave nell’intuire che il partner sta mentendo, anche perché gli uomini sono meno bravi delle loro compagne nel gioco di dissimulazione. Ecco allora qualche segnale che deve metterci sull’avviso. Trasalire improvvisamente o arrossire a una domanda improvvisa, come pure il fatto di lasciare lunghe pause tra una frase e l’altra sono segnali che devono far scattare il sospetto. Ma anche una replica troppo pronta, molto più particolareggiata di quanto non abbiamo chiesto, è un campanello di rischio-bugia. Se poi l’altro tende ad allontanarsi, ad assumere una posizione “chiusa”, ad esempio a braccia conserte, o se cerca di frapporre qualche oggetto tra sé e noi, o ancora se fa inavvertitamente qualche movimento non abituale mentre parla (ad esempio alzare le spalle, sollevare le sopracciglia) o ancora se manifesta il bisogno di bagnarsi le labbra più spesso del consueto, sono altri segnali di nervosismo che possono far sospettare l’insincerità. Se poi siete convinti che gli occhi siano lo specchio dell’anima, osservate come tiene lo sguardo: se sfugge ai vostri occhi o batte spesso le palpebre non è un buon segno, ma non lo è neppure se vi fissa senza mai spostare o abbassare lo sguardo: in questo caso è l’ostentazione di una sicurezza che, forse, non corrisponde alla realtà.