Una delle pratiche più odiose di un amore tossico è occultare il partner a parenti e amici, come se socialmente non esistesse
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Se stiamo vivendo una relazione di coppia da qualche settimana e lui ancora non ci ha presentate a nessuno dei suoi amici (per non parlare dei familiari), forse faremo meglio a stare all’erta: è possibile che siamo vittime di pocketing. In pratica, siamo partner che lui tiene chiuse in tasca, da cui deriva il nome di questa particolare distorsione di rapporto, pronte per essere tirate fuori nei momenti opportuni e, altrettanto opportunamente, fatte scomparire a piacere. Insomma, ecco un’altra delle numerose modalità in cui si esprime un amore tossico o comunque una relazione disfunzionale poco rispettosa del valore della persona.
Il termine deriva, come è facile intuire, dall’inglese “pocket”, che significa, appunto, tasca. Chi fa pocketing, dunque, nasconde il proprio compagno alle persone con cui intrattiene relazioni sociali: gli incontri sono sempre e solo a due, si svolgono in luoghi privati o appartati e, oltre a non condividere amicizie e conoscenze, si può arrivare a situazioni limite come allontanarsi dal partner “tascabile” fingendo di non conoscerlo quando si incontra casualmente un conoscente, ad esempio in un locale o addirittura incrociandosi per la strada. Questo accade non solo nelle prime fasi della relazione, quando la riservatezza e il bisogno di conoscersi meglio può suggerire cautela nel presentarsi ufficialmente come coppia nella propria cerchia di conoscenze, ma anche dopo un certo tempo, quando ormai il rapporto sembra ben avviato e consolidato. La timidezza, dunque, non è più giustificabile: chi tratta in questo modo il partner, infatti, si comporta come se a livello sociale la sua relazione non esistesse o come se ci fosse una buona ragione per mantenerla nascosta. In questo genere di comportamenti si manifestano dunque tutti gli elementi di distorsione tipici di un amore tossico.
Quali sono le ragioni per cui si dovrebbe nascondere in tasca un nuovo partner? I motivi possono essere numerosi: la timidezza e il timore del giudizio altrui, innanzi tutto, che può colpire in particolare una persona molto giovane o un soggetto insicuro, o appena uscito da una storia finita male e quindi con qualche difficoltà ad ammettere “ufficialmente” di aver intrapreso una nuova relazione. In questi casi chi attua il pocketing può anche avere difficoltà ad ammettere con se stesso la nuova attrazione e vivere fasi alterne di avvicinamento e allontanamento che invitano alla maggior riservatezza possibile. A questo proposito, Isabel Aranda, psicologa clinica e Chief Content Officer di TherapyChat, una delle prime a studiare questo fenomeno, ha dichiarato: “Dato che le responsabilità derivanti da una frequentazione apparirebbero insormontabili, fare pocketing permetterebbe di diminuire questa paura, a discapito ovviamente della stabilità della coppia in sé.” Tra le numerose ragioni che spingono una persona a nascondere socialmente il proprio status di fidanzato ci può dunque essere la difficoltà a impegnarsi, ma anche la sensazione di piacere che deriva dall’intrattenere una relazione segreta o persino la necessità di mantenere nascosta la relazione, ad esempio a un’altra partner con la quale si vive una storia parallela. In ogni caso, se ci sentiamo in imbarazzo e se abbiamo la sensazione che nessuno dei conoscenti del nostro lui abbia idea della nostra esistenza, faremo bene a correre ai ripari.
Il pocketing, proprio come il benching, il breadcrumbing, il gaslighting e molte altre forme di amore tossico, presenta inevitabilmente una serie di tratti distintivi e di campanelli di allarme che devono metterci in sospetto. Il primo e più evidente è la cortina fumogena di bugie e di scuse a cui il nostro partner deve fare ricorso per evitare gli incontri sociali e le riunioni familiari. Altro segnale di pericolo è la riluttanza a condividere informazioni sui propri amici e parenti, e la vaghezza delle poche informazioni che sceglie di confidarci. Inoltre, chi fa pocketing di solito cerca di evitare, oltre alle occasioni in cui presentarci i suoi amici, anche i momenti in cui incontrare i nostri. Naturalmente i suoi social saranno privi di ogni riferimento alla nostra storia e gli incontri avverranno per lo più in casa, in luoghi privati o in posti in cui è improbabile imbattersi in persone della cerchia sociale di ciascuno dei due.
Una relazione fondata sul pocketing non è sana e non può essere felice: per quanto il partner tascabile possa fare buon viso a cattivo gioco, è bene ricordare che lo stato di cose di solito porta con sé molti dispiaceri e ben poche gioie. Perciò, se abbiamo il dubbio di trovarci chiuse in una tasca, è bene fare di tutto per chiarire la situazione. Una relazione sana e di lunga durata non può fondarsi sull’inganno e sulla reticenza: in questo caso ci si trova in presenza di una incongruenza tra il linguaggio verbale (dichiararsi reciprocamente amore e soddisfazione nello stare insieme) e quello non verbale (nascondere la relazione e comportarsi da estranei in presenza di altri). Meglio dunque confessare al partner i propri dubbi e le proprie insoddisfazioni, senza cedere al timore di una rottura e alla paura di trovarsi soli. Una divisione tra vita sociale e vita privata non è in sostenibile per lungo tempo e il rapporto è comunque destinato a esaurirsi.