Da dove nasce la consuetudine di utilizzare certe espressioni legate alla vita sessuale e amorosa e qual'è la loro origine
© Istockphoto
Ogni settore della vita ha i suoi modi di dire ed espressioni che si presentano comunemente nella conversazione. La vita amorosa non fa eccezione alla regola; così, ad esempio, definiamo “cornuto” un marito tradito dalla moglie, e non occorrono spiegazioni per comprendere che cosa fa chi va in un locale a luci rosse o frequenta un certo bar per rimorchiare. Se il senso di questi modi di dire è ben chiaro e facile da comprendere, non sempre sappiamo perché si dice così e da dove nascono queste frasi, a volte molto colorite.
Nell'antichità le corna erano simbolo di virilità e coraggio: non è chiaro perché nel corso dei secoli l'espressione abbia mutato significato così profondamente. Secondo una leggenda, Minosse, sovrano di Creta, decise di tenere per sé un magnifico esemplare di toro bianco, originariamente destinato a un sacrificio per il dio Poseidone, offrendo al dio un altro animale. Poseidone, ingelosito, spinse Pasifae, moglie di Minosse, a innamorarsi dello splendido bovino bianco, al punto che questa, nascosta in una giumenta di legno, ebbe un amplesso con lui generando il Minotauro, un mostro mezzo uomo e mezzo toro. I Cretesi scoprirono così l'adulterio e iniziarono a mostrare per scherno le corna del toro al re Minosse, facendo di lui il primo "cornuto" della storia. Un’altra spiegazione riporta a Costantinopoli e al suo feroce sovrano Andronico Comneno, il quale aveva la consuetudine di prendere come sue concubine le mogli degli avversari sconfitti: sulla porta dei malcapitati veniva anche esposta la testa di un cervo con tanto di corna, per indicare che il padrone di casa era simile a una preda abbattuta.
Definire “a luci rosse” un film, un libro, un locale vuol significare senza possibili equivoci che questo in qualche modo è legato alla prostituzione o per lo meno all’eros. Tutto questo nasce dalla consuetudine dei ferrovieri americani dell’Ottocento, i quali erano soliti appendere delle lanterne di quel colore alle case delle prostitute che usavano frequentare. Il colore rosso identifica anche il celebre quartiere di Amsterdam in cui le ragazze di vita si mettono in mostra in vetrina esponendo luci di quel colore. Risalendo a narrazioni ancora più antiche, si approda addirittura a una storia biblica, in cui Raab, una prostituta di Gerico, contrassegnò la sua casa con cordoni rossi e scarlatti per aiutare le spie di Giosuè.
Il verbo significa, propriamente, trainare un’imbarcazione o un veicolo con cavi o catene, ma in senso traslato significa sedurre qualcuno, soprattutto con intenti sessuali. Resta, nell’espressione, un certo senso di resistenza, o per lo meno di inerzia, da parte di chi è rimorchiato: il termine comunque racconta di un approccio piuttosto concreto, senza indulgere nelle galanterie.
Il verbo indica il bacio alla francese. Esistono diverse ipotesi sul motivo per cui il limone è collegato al bacio: secondo alcuni, il movimento rotatorio che si compie per spremere un agrume ricorda quello delle lingue degli innamorati mentre si scambiano le loro effusioni. Secondo una tradizione lombarda, invece, l’espressione si rifà alla consuetudine secondo cui un tempo i limoni venivano venduti a due a due, quindi sempre in coppia. Secondo una consuetudine ancora più antica, invece, un innamorato donava un limone all’amata nel momento in cui la chiedeva in sposa: se la ragazza accettava il limone, lo prendeva in mano e lo mordeva, significava che accoglieva la proposta di nozze.
Fino a qualche decennio fa, per riprodurre la musica si utilizzavano i dischi in vinile, i quali erano incisi da entrambi i lati, denominati, appunto, lato A e lato B. Il lato B di un disco a 45 giri conteneva di solito una canzone meno conosciuta di quella del lato A, la quale era oggetto dell’effettivo interesse del compratore, ma che in qualche caso anch'essa è arrivata a notevoli successi. I dischi a 33 giri, i cosiddetti LP, erano invece più capienti e contenevano un intero album, diviso tra i due lati del disco. Da questa caratteristica “musicale”, dagli anni Settanta si è diffusa la consuetudine di definire “lato B” la parte posteriore del corpo femminile, in particolare il fondo schiena, dato che la parte anteriore è quella con cui di solito ci si presenta.
La luna di miele è il periodo immediatamente successivo alle nozze. La luna ha un ciclo di 28 giorni e quindi esprime una durata di circa un mese; il miele indica la dolcezza che vive la coppia che ha appena coronato il suo sogno di amore. In epoca romana, il miele era simbolo di ricchezza e di fertilità: i genitori degli sposi portavano in dono ai neo-maritati una certa scorta di questo prezioso alimento, pensata per durare appunto un mese. In tempi ancora più antichi, presso i Babilonesi, gli sposi ricevevano in dono l'idromele, un liquore leggermente alcolico a base di miele, dotato secondo le credenze dell'epoca, di poteri afrodisiaci.
La cicogna è un bellissimo uccello, a cui la tradizione popolare associa miti di fertilità e di buona fortuna. In particolare, a questo animale è demandato il compito di portare nel becco il fagottino contenete un nuovo nato. L’associazione cicogna-bebè nasce dalla consuetudine per cui questi uccelli fanno spesso il nido sulla sommità dei comignoli, specie di quelli che vengono accesi spesso e che quindi sono più caldi. Nella società contadina, quando nasceva un bambino, il camino veniva tenuto acceso più a lungo per garantire alla mamma e al neonato un ambiente più confortevole: il fatto di vedere una cicogna sul tetto indicava quindi che in quella casa, probabilmente, era appena nato un bimbo. Un’altra tradizione dice che un neonato può anche nascere sotto un cavolo. La ragione sta nel fatto che, secondo la saggezza popolare, questo ortaggio è anch’esso associato alla fertilità, perché viene raccolto circa nove mesi dopo essere stato seminato, lo stesso periodo di gestazione di una donna.