Cosa sta dietro alla curiosa sensazione di euforia o di formicolio legata all’ansia dell'innamoramento o ad altre emozioni intense
© Istockphoto
Possono dipendere dalle emozioni profonde che scaturiscono dalle prime fasi dell’innamoramento, ma anche da altri intensi sentimenti, non altrettanto piacevoli, come la paura o lo sconcerto: le farfalle nello stomaco sono quell’impressione di “sfarfallio” o di formicolio che avvertiamo alla bocca dello stomaco o nella pancia quando stiamo per incontraci con il nostro amato bene, o se ci troviamo in attesa di sostenere un esame o in un’altra situazione che ci emoziona o ci preoccupa. Non si tratta solo di un modo di dire: sono gli ormoni che si mettono in moto e che agiscono sul nostro apparato digerente, il quale si conferma essere il nostro secondo cervello.
L’espressione viene dall’inglese “to have butterflies in one's stomach ” ed esprime la curiosa sensazione di formicolio che si avverte nell’addome quando siamo sottoposti a una intensa emozione. Quando sono associate all’euforia dell’innamoramento si accompagnano a un senso di gioiosa eccitazione e di aspettativa di piacevoli situazioni, ma possono presentarsi in tutti i momenti di intenso carico emotivo, anche non positivo. Il fenomeno è studiato fin dal primo Novecento, periodo in cui sono stati condotti i primi studi sul sistema nervoso autonomo, ossia dei meccanismi che regolano alcune funzioni spontanee dell’organismo, tra cui la digestione, la respirazione o la circolazione del sangue. Uno dei pionieri in questo campo è stato il fisiologo britannico John Newport Langley, che per primo ha studiato i meccanismi neurologici che presiedono al lavoro di alcuni organi interni, come il cuore, lo stomaco e l’intestino. Proprio dall’approfondimento di questi primi studi è derivata la consapevolezza che il nostro sistema enterico agisce come un secondo cervello: l’apparato intestinale si comporta in modo indipendente dal sistema nervoso centrale e si pensa che sia la sede delle reazioni istintive e primordiali, scatenate dal sistema nervoso ortosimpatico e legate al meccanismo attacco di “attacco-fuga”, tipico delle reazioni immediate in caso ci si trovi in presenza di un potenziale pericolo.
Un meccanismo ancestrale di questo genere è alla base anche della sensazione di "farfalle nello stomaco". Quando proviamo una emozione intensa, ad esempio di paura, il nostro secondo cervello rilascia adrenalina e altre sostanze utili al fisico per reagire in modo efficace: in cuore accelera i battiti per inviare più sangue e ossigeno ai tessuti e permettere la lotta o la fuga, provocando quella sensazione di vuoto e formicolio simile al battito di ali delle farfalle. Similmente, quando ci troviamo in presenza dell'amato bene o attendiamo di incontrarlo, l'organismo secerne altri ormoni, come ossitocina, dopamina e feniletilamina, che ci fanno sentire il cuore pulsare nel petto, mentre lo stomaco si contrae, il senso di fame sparisce e aumenta l'euforia. Ecco allora comparire le magiche "farfalle": accompagneranno però solo una fase dell'innamoramento perché la stimolazione chimica di questi neurotrasmettitori ha una durata limitata nel tempo, dato anche che nel corso di una relazione si verificano cambiamenti nelle emozioni e nelle sensazioni che essa provoca: cambiano di conseguenza anche i neurotrasmettitori e le loro stimolazioni chimiche sull'organismo.
Uno studio recente ha individuato poi un legame tra tipologia di emozioni e grado di acidità (Ph) rilevato nello stomaco. Una ricerca, condotta da Sapienza, Istituto Italiano di Tecnologia e Fondazione Santa Lucia, ha dimostrato che esiste una stretta relazione tra gli stati d’animo percepiti e il PH dello stomaco. Lo studio è stato condotto su 31 volontari, tutti di sesso maschile e di età compresa tra i 20 e i 30 anni, per mezzo di una piccola capsula dotata di sensori che i partecipanti allo studio hanno dovuto ingerire. Oltre all'attività elettrica, e quindi nervosa, dello stomaco, verificata attraverso la capsula, ai soggetti sono state monitorate anche le pulsazioni cardiache e il battito delle ciglia. Gli studiosi hanno notato che, esponendo i volontari a diverse emozioni, tra cui la paura, il disgusto, la tristezza, la gioia e uno stato di quiete neutrale, variava anche il Ph dello stomaco, con valori più bassi (e quindi con maggiore acidità) in coincidenza con la maggiore paura e disgusto, e più elevati, quindi con acidità inferiore, nei momenti di calma e soprattutto di felicità. Sono state riscontrate anche variazioni interessanti nella frequenza cardiaca e nel battito delle ciglia, più intense nei momenti di gioia e di paura e inferiori nelle fasi neutre.
Dato che possiamo avvertire questa sensazione sia nel caso di emozioni positive che in presenza di ansia e paura, occorre innanzi tutto riconoscere a quale emozione sono legate. Se si tratta di innamoramento, possiamo accoglierle con leggerezza e goderci la sensazione di euforia e di batticuore che in genere le accompagna, sapendo che non durerà a lungo e che quindi occorre farne tesoro. Se la sensazione però ci disturba o se si tratta di uno stato immediatamente associabile ad ansia e timore, valgono tutte le contromisure che si adottano per controllare gli stati ansiosi, ovvero controllare la respirazione, focalizzarsi su pensieri positivi, fare appello alla propria autostima ed eventualmente condividere le preoccupazioni con una persona cara.