Condividere il letto quando c’è afa può incidere sul rapporto a due e mandare in crisi la relazione
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Quando fa molto caldo, condividere con il partner la stanza del riposo e in particolare il letto può diventare una faccenda seria. Se le temperature si fanno torride e non si dispone di condizionatore, fare l'amore e poi addormentarsi può risultare difficile: sono molti quelli che si rigirano inquieti sul materasso, disturbando il compagno, oppure che russano nel sonno, o ancora lasciano la luce accesa sul comodino dopo aver letto qualche pagina di un libro. Come fare per risolvere il problema, senza mandare in crisi la relazione?
La questione non è di poco conto, tanto che qualche tempo fa, è stato oggetto di un sondaggio realizzato dalla Better Sleep Council, una branca di una importante associazione americana di produttori di materassi, ripreso anche dal Wall Street Journal. Dall’indagine è emerso che la condivisione del letto è causa di scontenti a non finire. Il 43% degli intervistati discute per la temperatura sotto le lenzuola, il 40% è infastidito da un partner che si agita troppo nel sonno o russa. Il problema del tropo caldo nel letto è quindi una fonte di fastidio quasi quanto il russamento, anche perché il calore non dipende solo dalla temperatura esterna, alla quale si può ovviare con un condizionatore o con un ventilatore a pale da installare sul soffitto, ma è generato dai corpi stessi delle persone addormentate. Negli Stati Uniti tra chi vive con insofferenza questo problema sono diventati piuttosto popolari gli speciali tappetini da posizionare sotto il lenzuolo, simili a quelli termici che si adoperano in inverno per avere più calore nel letto: in questo caso si crea l’effetto opposto, con effetto refrigerante, per abbassare la temperatura e ottenere un effetto freddo.
Se questi espedienti ci lasciano perplessi, non ci resta che armarci di santa pazienza e fare del nostro meglio per raffrescare noi stessi e la camera da letto, perché se è vero che la passione ci accende di calore, è vero anche che il desiderio di fare l’amore è inversamente proporzionale al livello raggiunto dalla colonnina di mercurio. Nulla impone però di limitarci al tradizionale letto o al divano quando si può disporre di luoghi più freschi: fare l’amore sotto la doccia o nell’acqua della vasca (se ne abbiamo una di dimensioni adeguate), può essere molto stuzzicante e combatter l’effetto routine. Se non abbiamo timore delle scomodità, anche una superficie di marmo o di ceramica può trasmettere uno stimolante “effetto freddo”. Il letto possiamo riservarlo alla fase successiva, quella del riposo, quando ormai saremo paghi e soddisfatti. Cerchiamo anche di abbassare il più possibile la nostra temperatura corporea, con un bagno o una doccia rinfrescante, e raffreddiamo la nostra bocca con dentifrici e collettori a effetto ghiaccio e aromatizzati alla menta.
In mancanza di aria condizionata, cerchiamo di mantenere una temperatura accettabile nella stanza, con ventilatori e arieggiando il locale nelle ore più fresche. Per potenziare gli effetti del ventilatore possiamo riempire una ciotola di cubetti di ghiaccio e posizionarla davanti alla ventola: raffredderà almeno in parte il flusso dell’aria generato dall’apparecchio. Per il letto, utilizziamo lenzuola in tessuti naturali: il cotone è sempre il più pratico, anche se il lino e la canapa hanno un effetto “fresco” più pronunciato.
Quando l’ora di andare a dormire si avvicina, il nostro organismo ci prepara al sonno abbassando naturalmente la nostra temperatura corporea. Assecondiamo questo meccanismo con qualche accortezza di comportamento: evitiamo di mangiare nelle due ore che precedono il sonno, dato che il processo digestivo genera calore: allo stesso modo evitiamo di assumere bevande alcoliche. In camera da letto teniamo spenti gli apparecchi elettrici, come lampadine, televisori e computer, i quali, oltre ad emettere luce blu, accusata di interferire con il riposo, generano calore in modo considerevole. Per raffrescare il letto, per quanto possibile, riempiamo di ghiaccio una borsa che in inverno usiamo per l’acqua calda: raffredderà almeno qualche punto del letto, offrendoci un po’ di sollievo. Infine, quando siamo distesi, assumiamo una posizione “a stella”, coricati sul dorso con braccia e gambe aperti. Concentriamoci sul nostro respiro e cerchiamo di muoverci il meno possibile: il sonno, alla fine, arriverà.