Gli sposi non si abbandonano alle follie, ma sono pronti a chiedere un finanziamento per una cerimonia senza rinunce
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Gli anni della pandemia hanno costretto a uno stop delle cerimonie: il 2022 sembra dunque essere l’anno dei matrimoni, dato che le restrizioni si sono un po’ allentate. Sposarsi, lo sappiamo bene, comporta un ingente investimento di capitali: un sondaggio ha indagato su come gli sposi gestiscano il loro budget e una wedding planner ci propone i suoi consigli su che cosa è possibile risparmiare e quali sono, invece, le spese davvero irrinunciabili.
VIVA GLI SPOSI! – La maggior parte degli sposi dell’era post Covid punta a nozze sobrie e senza follie, ma c’è anche una consistente minoranza di coppie, pari a circa il 16%, pronta a chiedere un cospicuo finanziamento pur di non rinunciare a una cerimonia davvero memorabile. Sono questi alcuni dati che emergono dal sondaggio effettuato dal gruppo KRUK, leader in Europa nella gestione del credito, relativo ai comportamenti di spesa delle coppie che nel 2022 convoleranno finalmente a nozze dopo i due anni di interruzione forzata a causa della pandemia. L’indagine ha evidenziato innanzi tutto che la maggior parte degli sposi, nell’organizzare l’evento, non fissa un budget stabilito a priori, entro il quale contenere le spese, ma lo costruisce man mano che si verificano i vari costi: si comporta così il 68% del campione. Non manca comunque un certo ordine nella gestione delle spese, dato che l’82% segna man mano le diverse voci su un quaderno o un documento ad hoc.
CHI PAGA? – Ci si aspetterebbe che a pagare le varie spese siano le due famiglie di origine, ma in realtà, nella maggior parte dei casi, le cose non stanno così. Oltre la metà delle coppie (55%), tra cui anche i più giovani, oggi preferiscono chiedere un prestito alla banca o ad un istituto finanziario piuttosto che alla propria famiglia. Di solito si scelgono periodi brevi per il risanamento del debito, di preferenza entro 12 mesi. In ogni caso, gli italiani non sembrano disposti a investire cifre folli nella cerimonia di nozze: solo il 16% è pronto a indebitarsi in modo importante pur di organizzare delle nozze memorabili. La quota delle coppie che dichiara di aspirare a nozze sfarzose ammonta infatti al 10,5% mentre un 8% dichiara budget importanti (tra i 40 e i 100 mila euro) destinati all’evento. Anche se l’oculatezza sembra essere l’atteggiamento prevalente, è da sottolineare una certa ingenuità nella gestione delle spese, come dimostra il fatto che solo il 23% stabilisce a priori la cifra massima entro la quale contenere le spese.
RISPARMI VERI E FALSI – La lista delle cose a cui provvedere e lunghissima e fare qualche scelta è inevitabile. Vediamo allora quali sono le voci di spesa che possono essere tagliate e su che cosa vale la pena invece tener duro. In questo sentiamo i consigli di Olivia Magris, esperta di Destination Weddings, cioè i matrimoni di più giorni che molte coppie, soprattutto straniere, organizzano nel nostro Paese. La prima voce di spesa su cui risparmiare secondo il 47% delle coppie è proprio la wedding planner. Qui occorre fare bene i conti perché questa figura ha un costo (che si solito si aggira intorno al 10% della cifra totale del budget stanziato per le nozze): è un capitolo di spesa che sembra oneroso, ma si tratta di una professionista che può guidare gli sposi nella pianificazione delle spese e che grazie ai contatti stretti con i fornitori può riuscire a ottenere sconti a cui non si potrebbe accedere privatamente. La wedding planner inoltre può fungere da freno alle richieste e ai consigli dei vari parenti, valutandole in modo oggettivo e funzionale. Un’altra spesa su cui non è prudente risparmiare è l’eventuale “piano B” in caso di brutto tempo, rappresentato da tendoni e gazebo sotto cui riparare buffet e tavoli di una festa organizzata all’aperto. “Una tensostruttura in caso di maltempo prevede un acconto del 40% che comunque non può essere restituito perché ormai il fornitore è uscito e ha portato la struttura in loco. Nella mia esperienza comunque vale la pena investire nel piano B, ovviamente non settimane prima, ma se il meteo due giorni prima è sfavorevole è una spesa che consiglio di fare”, spiega Olivia Magris.
GLI INVITATI - Un’altra voce di spesa importante è rappresentata dal numero di ospiti che si intende invitare. Spiega ancora Magris: “In primo luogo, più che determinare il numero di ospiti è meglio partire dalla cifra che si ha a disposizione. Il matrimonio è un evento strettamente legato alla sfera emotiva quindi soggetto a decisioni impulsive, per questo suggeriamo di pianificare un 15-20% di imprevisti su questo tesoretto”. Gli imprevisti possono essere ad esempio: richieste lastminute da parenti e amici stretti o un accessorio più caro del previsto che però si desidera avere a tutti i costi. Una volta stabilito qual è il budget a disposizione per il rinfresco, si può compilare la lista degli invitati, considerando che il costo del catering parte da un minimo di 90 euro a persona.
COME SUDDIVIDERE IL BUDGET - Un esercizio utile può essere la suddivisione della cifra a disposizione valutando le spese principali. Ad esempio, su un budget di spesa di 40.000 euro, la cifra che il 37% del campione stanzierebbe per il suo matrimonio, si potrebbero dividere i costi nel seguente modo:
ESEMPIO su 40.000 euro di budget per un matrimonio di un giorno
• Catering 35% (14.000 euro)
• Affitto location 20% (8.000 euro)
• Wedding Planner 10% (4.000 euro )
• Fotografo 8% (3.200 Eero)
• Fiori e allestimento minimo 7% (2.800 euro)
• Abito 7% (2.800 euro)
• Musica 6% (2.400 euro )
• Trucco e parrucco 4% (1.600 euro )
• Partecipazioni e grafiche 3% (1.200 euro)