Meglio darci un taglio o tentare tutto il possibile per ricucire lo strappo? A ciascuno la sua soluzione
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C’era da aspettarselo: le restrizioni nel movimento e le separazioni forzate imposte nelle regioni rosse e arancioni non hanno favorito la vita di coppia. Chi si è trovato “recluso” con la propria dolce metà ha visto il rapporto messo a dura prova dalla convivenza forzata, dalla mancanza di spazio vitale e dall’impossibilità di sfoghi liberatori. Ma è andata ancora peggio a chi invece si è trovato separato dal proprio compagno: le conversazioni a distanza dallo schermo tremolante di un device elettronico non possono sostituire il contatto fisico, e possono risultare addirittura letali per le relazioni appena cominciate o per quelle già un po’ in difficoltà. Comunque sia andata, ora è finita: la storia si è spezzata e il periodo natalizio rende il distacco ancora più amaro. Eppure, sopravvivere si deve: quindi si può.
NO AL SENSO DI COLPA - La fine di un rapporto è sempre un lutto o, per lo meno un fallimento. Uno studio recente, pubblicato sulla rivista scientifica “Personality and Social Psychology Bulletin”, spiega che per superare la fine di una relazione amorosa, l'autostima gioca un ruolo importante. Se ci convinciamo che la nostra storia è naufragata perché non siamo stati all'altezza della situazione o perché c’è “qualcosa che non va in me”, siamo destinati a soffrire di più e più a lungo. L'atteggiamento più corretto è convincersi che le cose sono andate "come dovevano andare" e che lui (o lei) semplicemente non era la persona giusta per noi.
PERCHÉ SI SOFFRE TANTO – L’antropologa americana Helen Fisher della Rutgers University nel New Jersey studia da molti anni le relazioni amorose e il comportamento del cervello umano nelle diverse fasi dell’innamoramento. La studiosa sottolinea che l’amore si comporta come una necessità fisiologica paragonabile alla fame e alla sete; nelle fasi di passione e di grande enfasi emozionale, genera una forma di dipendenza simile a quella di una sostanza stupefacente. Per questo, quando la storia finisce, l’esperienza è assimilabile a quella di una crisi di astinenza. Quindi, come si fa quando ci si disintossica da una droga, ci si deve privare del tutto dell’amato bene, affrontare la privazione fino a liberarsene. A questo punto si è pronti per un nuovo inizio.
MEGLIO UN TAGLIO NETTO O UNA SECONDA CHANCE? – Se davvero teniamo al rapporto, vale la pena concedere e sé e all’altro un’ultima opportunità. L’unica condizione è essere entrambi sulla stessa lunghezza d’onda e non concedersi più di un onesto tentativo: insistere troppo a lungo serve solo a macerarsi nel dispiacere del distacco o, peggio, scivolare nello stalking.
E A NATALE, CHE FARE? – La particolare situazione di quest’anni presenta vantaggi e svantaggi. La necessità di limitare al massimo i contatti e i divieti di incontrarsi per festeggiare, se non in piccoli gruppi, riducono drasticamente le occasioni in cui incrociarsi per caso, anche se abbiamo amici in comune. Sarà più facile evitare domande imbarazzanti e gossip non graditi. L’altro lato della medaglia è che avremo meno opportunità di distrarci, pensare ad altro e stringere nuove amicizie. Concentriamoci allora sui nostri affetti più cari, più capaci di comprenderci e sostenerci, e non esitiamo a ricorrere al loro aiuto e alla loro confidenza.
RIPARTIAMO DA NOI – Il Natale è il momento perfetto per imparare a volerci bene e prenderci cura di noi stesse. Avevamo destinato un certo budget a un regalo per la dolce metà? Utilizziamolo fino all’ultimo centesimo per fare un dono a noi stessi. Dato che non possiamo concederci un viaggio (tra l’altro, dove saremmo andate da sole?), regaliamoci un cambio di look con bel taglio e un colore trendy, oppure un abito nuovo da sfoggiare alla prima occasione: il dispiacere per la rottura non durerà per sempre e presto, si spera, la pandemia sarà sotto controllo quel tanto che basta a consentirci di tornare alla nostra vita consueta.
E PER IL NUOVO ANNO… - L’ultima notte dell’Anno, stavolta, sarà inevitabilmente diversa: accoglieremo il 2021 senza veglioni e feste sfavillanti e rumorose. Ma non senza gioia e senza speranza. Quindi, poco importa se non avremo un cavaliere accanto al momento del brindisi: il cambio di data è da sempre l’occasione giusta per voltare pagina e cominciare qualcosa di nuovo. Chissà: magari la novità del 2021 sarà proprio un nuovo amore, più gratificante e migliore di quello che ci siamo lasciate alle spalle.