Fiordaliso: la vera bellezza è non smettere di sorridere
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E intanto canta per difendere le donne dalla violenza domestica
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È una delle più grandi interpreti del panorama italiano. È ritornata da poco con un nuovo album. 35 anni di carriera affidati agli autori più raffinati. Con “Non voglio mica la luna” fa ballare da più di 30 anni diverse generazioni e generazioni. Oltre 6 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. In questi giorni sta presentando il brano “Male”, cover del successo spagnolo di Bebe sul delicato tema della violenza domestica. E proprio contro la violenza sulle donne si sta schierando (non solo con la musica) in una battaglia personale con l'amica Rita Dalla Chiesa. Oggi a parlarmi di bellezza e di molto altro è la sempre splendida Fiordaliso.
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Marina, cos'è per te la bellezza?
La capacità di sorridere, oggi per me essere bella vuol dire soprattutto avere uno sguardo sereno.
E tu quanto ti senti bella oggi?
Io non mi sento mai bella. (ride)
C'è qualcosa di te che non ti piace allo specchio?
Tutto (ride). Scherzi a parte non ci ho mai pensato.
Allora facciamo così: splendida voce a parte, di cosa vai particolarmente orgogliosa?
Gli occhi.
Hai un rituale di bellezza mattutino?
No, mi lavo la faccia e metto una crema idratante, niente di che.
Che rapporto hai con la chirurgia estetica?
In passato ne ho fatto uso, ma tornassi indietro non lo rifarei, sono una pentita.
Accorgimenti estetici meno invasivi?
Una volta al mese punturine di vitamine e di acido ialuronico, ma a parte queste preferisco tenermi le mie rughe e curarmi internamente con la Vitamina C e il coenzima Q10.
Com'è cambiato il tuo stile negli anni? Lo hai cercato, rincorso?
Non seguo una determinata moda, cerco di essere al passo coi tempi. Adesso sono legata a Vanessa Foglia di Abitart, mi rappresenta ed è riuscita a “vestirmi da donna”.
Se rovistassi nel tuo guardaroba cosa troverei di sicuro?
Tanti pantaloni e giubbottini di pelle, in realtà sono un maschiaccio rock. Ho pagato lo scotto di fare il pop degli anni '80 perché allora andava di moda, ma nell'anima sono rock.
A proposito di moda, so che hai una passione sfrenata per le spalline imbottite anni '80
Potrei morire! Anche se tornassero di moda non le metterei manco morta.
Tornando alla musica, in “Male” sei perfettamente centrata nell'anima rock a cui accennavi
Sai, a 59 anni non me ne frega più nulla di ciò che pensano gli altri. Voglio fare musica coerente con quello che ho dentro.
A Sanremo 2002 ci hai fatto emozionare con Accidenti a te, che hai dichiarato essere stata un'esigenza interiore. Quanto c'è di te in “Male”?
Moltissimo. Io da ragazzina ho subito violenza, ma erano gli anni '70 e aldilà di ogni movimento femminista non se ne parlava, era normale che un uomo ti mettesse le mani addosso.
Cosa hai fatto all'epoca?
Nulla, ho dovuto dimenticare e andare avanti.
Posso chiederti chi ti ha fatto più male, Marina?
Un uomo, un ex compagno che mi ha picchiato tanto. Credevo di aver rimosso, ma improvvisamente tutto quel dolore è saltato fuori.
Mi ha colpito sentirti dire “voglio aiutare le donne ad andarsene”. È un modo per aiutare anche la Marina di allora?
Sì, anche se certe ferite non vanno più via. Una donna picchiata resta per sempre una donna picchiata.
Cosa toglie un uomo ad una donna, picchiandola?
La capacità di abbracciare sino in fondo, di credere nei sentimenti, di lasciarsi andare.
Ad un certo punto canti “picchiami piano, per favore, se no sveglio il bambino”. Cosa pensi renda più bella una donna?
Vedere i figli soddisfatti e felici.
Tu sei una mamma soddisfatta?
Di loro molto, meno invece della società di merda che non li aiuta a lavorare. Puoi scriverlo?
Assolutamente sì, sono sempre dalla parte dell'onestà intellettuale. Grazie Marina.
Grazie a te. E grazie alla nostra amica Rita Dalla Chiesa per aiutarmi in questa battaglia.