Tutto quello che c’è da sapere sui cosmetici che ci proteggono dai raggi UV e gli errori da evitare
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L’abbronzatura, dopo tanto maltempo, torna finalmente al centro della nostra attenzione. E insieme alla tintarella e alla gioia di stendersi al sole, è il momento di fare il punto sulla crema solare, per scegliere il prodotto più adatto e soprattutto per adoperarlo correttamente. Che cosa significa ad esempio la sigla SPF e che cosa indica il numero riportato sulle confezioni dei solari? Come funziona un filtro solare e perché è indispensabile utilizzarlo per proteggere la pelle? Vediamo di rispondere a qualche domanda e di evitare gli errori più comuni sotto il solleone.
IL FATTORE DI PROTEZIONE – È espresso dalla sigla SPF (Sun Protection Factor, fattore di protezione solare), seguito da un numero. Il numero esprime l’intervallo di tempo in cui il filtro ci proteggerà dai raggi nocivi, quindi più è alto, più a lungo durerà la protezione. È un’indicazione da mettere in stretta correlazione con il tempo che impiegheremmo a scottarci senza alcun filtro: se la nostra pelle da sola riesce a resistere, ad esempio, a dieci minuti di esposizione senza arrossarsi, con una crema a fattore di protezione 10 moltiplicherà questo tempo per dieci, ossia un totale di 100 minuti. Si tratta naturalmente di una indicazione approssimativa perché molto dipende dal clima, dalla sensibilità individuale e dal fatto che siano presenti superfici che possono riflette la radiazione solare, come la sabbia, l’acqua o la neve.
RAGGI UVA, UVB E UVC – Per orientarsi tra i tanti prodotti a disposizione, occorre capire quali sono gli effetti delle radiazioni solari sulla pelle. Le radiazioni ultraviolette (UV) provenienti dal Sole sono di tre tipi, in base alla loro lunghezza d'onda e alla loro capacità di penetrazione: la loro pericolosità aumenta al diminuire della lunghezza d’onda e al crescere della loro capacità di penetrazione. La maggior parte delle radiazioni che raggiungono tutto l’anno la superficie terrestre sono di tipo UVA; gli UVB, più penetranti e nocivi, arrivano a noi solo in piccola quantità e soprattutto nei mesi estivi, mentre gli UVC, i più pericolosi, vengono filtrati completamente dall'atmosfera. I livelli di UV sono influenzati dalla latitudine (cioè dalla distanza angolare di un luogo dall’equatore), dall'altitudine, con una crescita del 10-12% ogni 1000 metri, e dall'inclinazione dei raggi solari, con particolare intensità verso mezzogiorno nei mesi estivi. Quando raggiungono la nostra pelle, i raggi UVA sono in grado di alterare la struttura delle fibre di collagene e dell’elastina, causando un invecchiamento cutaneo precoce. I raggi UVB sono più pericolosi: sono quelli che ci fanno abbronzare, ma che causano anche scottature, arrossamenti ed eritemi solari: dobbiamo quindi difenderci da loro con molta attenzione.
I FILTRI SOLARI – I filtri solari contenuti nei cosmetici funzionano in base a un’azione fisica o chimica: i filtri fisici sono ottenuti dalla frantumazione di minerali naturali e, grazie alle loro proprietà schermanti, agiscono come una barriera riflettente, non interferiscono con la pelle e fanno in modo che i raggi non la raggiungano. I filtri chimici (o organici) sono invece sostanze sintetiche che, grazie a una reazione chimica, scompongono le radiazioni del sole, trattengono l’energia e la rilasciano in parte sotto forma di calore.
COME SCEGLIERE IL PROPRIO SOLARE - Premettendo che nessun filtro è in grado di assorbire completamente le radiazioni solari e che occorre sempre esporsi al sole in modo graduale e consapevole, il solare giusto deve essere scelto in base al proprio fototipo: quanto più la carnagione è chiara tanto più alto deve essere il fattore di protezione e tanto più occorre riapplicare il prodotto, regolando però sempre in modo graduale i tempi del bagno di sole. Contrariamente a quanto possiamo pensare, la presenza di melanina, tipica di una carnagione scura o già abbronzata, non riduce la necessità di protezione. Occorre sempre scegliere un buon fattore di protezione: all’inizio delle vacanze è consigliabile un SFP 30 o 50 o anche superiore se vogliamo una protezione più intensa e duratura, ripetendo più volte l’applicazione se abbiamo la carnagione chiara o la pelle secca e sensibile.
COME APPLICARE CORRETTAMENTE LA CREMA SOLARE - Il cosmetico deve essere applicato su tutta la superficie cutanea scoperta, senza tralasciare alcuna area, comprese quelle che tendiamo a dimenticare, come la parte bassa della schiena, il lato posteriore delle ginocchia, il collo del piede, i lobi delle orecchie. La crema va spalmata venti-trenta minuti di esporsi al sole, sulla pelle asciutta e pulita: in questo modo il SFP ha il tempo di essere assorbito e di entrare in azione. Per una protezione ottimale dai raggi UVB è bene ripetere l’applicazione del cosmetico ogni due ore circa, più spesso ancora se si fa sport e quindi si suda molto, oppure se si nuota. Per quanto riguarda la quantità di crema da applicare, secondo un calcolo preciso, una persona alta 170 cm e del peso di 70 kg deve utilizzare indicativamente 36 grammi di prodotto ad ogni applicazione. Per rendere più pratica questa indicazione, si può utilizzare come unità di misura il cucchiaino da té: il viso richiede circa mezzo cucchiaino da tè; ne servono circa altrettanti per ogni braccio, un cucchiaino intero per il torace, uno per la schiena e uno per ciascuna gamba, ripetendo frequentemente l’applicazione.