La bilancia può imbrogliarci o diventare un’ossessione: impariamo ad usarla senza fare errori
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Quando siamo a dieta, l’ago della bilancia diventa croce e delizia delle nostre giornate. La sua discesa è uno stimolo a perseverare nel cammino di dimagrimento che abbiamo intrapreso, mentre il fatto di vederlo immobile o, peggio ancora, in salita, è un richiamo e un ammonimento che può guastarci l’umore. Non a caso i nutrizionisti invitano a non effettuare pesate continue e compulsive: occorre però controllare l’andamento del nostro peso in modo corretto, per non avere falsi risultati che possono confonderci e intralciare il nostro cammino verso una forma fisica migliore. Ecco allora le regole d’oro per pesarci in modo corretto.
LA BILANCIA GIUSTA – Il primo passo sta nel munirci della bilancia più adatta a noi, ossia all’uso che dobbiamo farne. Possiamo scegliere tra due tipologie: quella semplice, che indica solo il peso corporeo, o lo strumento professionale che segnala, oltre al peso in chilogrammi, anche una serie di altri dati, come l’indice di massa grassa, la quantità di acqua presente nei tessuti, la frequenza cardiaca e una serie di parametri per il controllo dello stato di salute legato al peso. Questi ultimi dati devono essere comunque letti e interpretati da un professionista, per cui per un uso domestico è più che sufficiente una bilancia semplice, con il solo dato del peso corporeo. Queste bilance sono a loro volta di due tipi: le vecchie analogiche, in cui si fa eventualmente una tara a mano, e quelle elettroniche. Queste ultime sono di più facile lettura, ma entrambe sono pratiche e affidabili.
COSTANZA E FEDELTÀ – Una volta individuata la pesapersone più adatta a noi, impariamo ad esserle fedeli: utilizziamo cioè sempre lo stesso strumento, cercando di riprodurre le medesime condizioni per ciascuna pesata. Ad esempio, pesiamoci ogni volta sempre alla stessa ora e nelle stesse situazioni: ad esempio al mattino, senza vestiti, a digiuno, con la vescica vuota (e possibilmente anche con l’intestino libero). Pesarsi in luoghi diversi (ad esempio in palestra o a casa di amici), in condizioni ambientali diverse e con strumenti differenti non ci darà un quadro preciso dell’andamento del nostro peso.
QUANDO PESARSI – Il nostro peso corporeo subisce oscillazioni anche importanti nell’arco della giornata, a seconda della quantità di liquidi accumulati o persi, della quantità di carboidrati assimilati, dell’azione dei diversi ormoni. Persino lo stress ha effetto sulla nostra ritenzione idrica. Per questo, per cercare di riprodurre sempre le stesse condizioni, è opportuno pesarsi di mattina, poco dopo il risveglio, indossando solo la biancheria (anche i vestiti hanno un loro peso) e, come abbiamo detto prima, dopo aver utilizzato la toilette. Di primo mattino, infatti, l’organismo non è ancora entrato nei meccanismi che influiranno sul peso nel corso della giornata.
DOVE – La bilancia, per funzionare correttamente deve essere posizionata su un piano il più possibile orizzontale e senza inclinazioni: l’ideale è il pavimento a piastrelle della cucina o del bagno, in assenza di tappeti o altri elementi che potrebbero far oscillare lo strumento. Una volta posizionata, la bilancia non va più mossa per ottenere un risultato preciso. Saliamo quindi sulla pesa, tenendo i piedi ben paralleli in modo da distribuire uniformemente il peso del corpo; facciamo attenzione a non muoverci e a non inclinarci in avanti per leggere il display finché la misurazione non è terminata.
LA FREQUENZA – Il peso può subire oscillazioni dovute a stati temporanei e poco significativi. Per questo la frequenza di pesate consigliata dai nutrizionisti è una volta a settimana. Scegliamo un giorno di metà settimana: nel weekend, infatti, le abitudini cambiano e possono avere influenza sul nostro peso, mentre la routine dei giorni infrasettimanali è più stabile. Una volta scelto il giorno, manteniamo sempre lo stesso. Molti preferiscono controllare il peso quotidianamente, soprattutto all’inizio di un percorso dimagrante, per capire se stanno procedendo in modo corretto. La scelta è legittima, a patto di non farsi troppo condizionare: tutto bene se si tratta di uno stimolo e di una “sentinella” che ci aiuta a non sgarrare sulla dieta. Se però l’appuntamento con la bilancia diventa fonte di stress o peggio ancora di compulsione, meglio darci un taglio e restare sulla pesata settimanale: anche lo stress fa ingrassare.
OLTRE ALLA BILANCIA – Un altro strumento molto utile nel verificare l’efficacia di una dieta dimagrante è il centimetro: può succedere che il peso non scenda come ci saremmo9 aspettati, ma questo può dipendere da fattori indipendenti dal cibo che mangiamo: ad esempio, se abbiamo iniziato ad andare in palestra, probabilmente stiamo mettendo su muscoli: la massa magra pesa più della massa grassa ed ecco spiegato il comportamento della bilancia. Misurare, invece, la circonferenza addominale ci permette di constatare la diminuzione del volume, segnale che stiamo attaccando i cuscinetti di grasso. Anche le cinture dei vestiti ci dicono se la nostra dieta sta funzionando: ricordiamo però che per sentire gli abiti che smettono di stringere occorre perdere un certo quantitativo di peso: una taglia in meno corrisponde a circa quattro chili in meno. Per fare la “prova vestito”, dunque, occorrono circa due-tre settimane” a stecchetto.