Troppo sole

Eritema solare: cos’è, come evitarlo e come correre ai ripari

Un disturbo che molti considerano lieve e che invece può avere conseguenze sgradevoli: come prevenirlo ed eventualmente come curarlo

14 Lug 2020 - 05:00
 © Istockphoto

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Capita spesso, nelle giornate di inizio estate, di veder comparire in spiaggia persone dal colorito pallido che, sotto il sole, si comportano da lucertole accanite. Tutti noi abbiamo pensato, con una punta di malignità: stasera li rivediamo color gambero! Ed in effetti le cose vanno a finire proprio così. L’arrossamento della pelle dopo un bagno di sole eccessivamente lungo è propriamente chiamato eritema solare ed è a volte accompagnato da bollicine pruriginose sulla parte scottata e, nei casi più gravi, da vescicole più o meno estese. Oltre al dolore anche intenso che accompagna l’eritema solare si aggiungono danni a lungo termine a carico della pelle e un aumento del rischio di ammalarsi di melanoma. Per questo le scottature solari vanno evitate il più possibile. 

CHE COS’È L’ERITEMA SOLARE – L’eritema solare è la classica scottatura, più o meno estesa e intensa, che deriva da una esposizione ai raggi Uv troppo prolungata o in assenza di una adeguata protezione. Nei casi più lievi si manifesta come un semplice arrossamento, accompagnato da un maggiore sensibilità della pelle al tatto. Si tratta in ogni caso di una vera e propria ustione, di primo e di secondo grado, in cui la scottatura può generare dolore anche molto forte, accompagnato da manifestazioni cutanee di vario genere, come bollicine e papule pruriginose, a cui segue xerosi (secchezza) cutanea ed esfoliazione. L’entità dei danni dipende da due elementi: la durata dell’esposizione e il fototipo della persona, ovvero da quanto la sua carnagione è in grado di produrre melanina, il pigmento scuro che genera l’abbronzatura. Più la nostra carnagione è chiara, maggiore è il rischio di scottature. 

CHE SUCCEDE SE CI SCOTTIAMO SOTTO IL SOLE – I primi segnali che la pelle è in sofferenza arrivano dopo sei-dodici ore, ma nel caso di persone di carnagione chiara si manifestano anche prima. Per questo è necessario prestare molta attenzione, specie nei primi giorni di esposizione, e calcolare con cura i tempi che dichiamo al bagno di sole: quando la pelle inizia ad arrossarsi o a “tirare” o a dare altri segni di disagio, di solito la maggior parte del danno è già fatto e occorre allontanarsi immediatamente dai raggi solari. Oltre alla sensazione dolorosa di bruciore, che di solito scompare spontaneamente nel giro di qualche giorno, l'eritema solare genera foto-invecchiamento, ovvero danneggia la pelle provocando rughe, macchie cutanee e perdita di tono e di elasticità dei tessuti, simile ai segni provocati dall’aumentare dell’età. Il rischio più grave è però l’aumento di probabilità di contrarre il melanoma, il tumore della pelle, che può avere esiti mortali. Il rischio è più elevato se la scottatura è ripetuta e avviene nei bambini sotto i 12 anni: per questo è imperativo proteggere i piccoli dai danni del sole. 

COME PREVENIRE – L’eritema solare va dunque evitato il più possibile. Per fortuna oggi abbiamo a disposizione filtri solari sicuri ed efficaci che possono mettere d’accordo il benessere della nostra pelle con il desiderio di tintarella: per evitare la scottatura, infatti, l’unico mezzo è la prevenzione. Ossia: occorre ridurre i tempi di esposizione e utilizzare una crema protettiva dal fattore adeguato alla nostra carnagione. Si comincia con fattori di protezione elevati (50 o più) e con tempi di esposizione moderati, scalando via via il grado di protezione e aumentando progressivamente il tempo di bagno di sole. Ricordiamo che le giornate nuvolose non ci mettono al riparo dalle scottature perché una quota di raggi Uv penetra la cortina nuvolosa; allo stesso modo il riparo dell’ombrellone non è sufficiente perché i raggi nocivi sono riflessi dalla sabbia e dall’acqua e quindi ci raggiungono lo stesso. Attenzione soprattutto a non addormentarci sotto il sole: se vogliamo rilassarci completamente e lasciarci andare, incarichiamo qualcuno di “tenerci d’occhio” e venire a svegliarci se è il caso. 

COME CORRERE AI RIPARI – Se qualcosa nelle nostre misure di prevenzione non ha funzionato e ci ritroviamo a sera arrossati come il proverbiale gambero, ci sono alcune cose che possiamo fare, almeno per alleviare il fastidio. Occorre innanzitutto idratare la pelle il più possibile, con lozioni, creme dopo sole e cosmetici specifici di alta qualità. Per aumentare il senso di sollievo, possiamo mettere in frigorifero il nostro cosmetico e applicarlo sulla pelle quando è ben freddo. Prima di spalmare il prodotto facciamo una doccia fresca e asciughiamo la pelle tamponandola senza strofinare con una spugna morbida. Per lenire il dolore possiamo applicare sulla parte sofferente delle compresse fredde (ad esempio un panno bagnato o a contatto con qualche cubetto di ghiaccio. Un po’ di sollievo, almeno temporaneo, viene anche se indirizziamo sulla pelle il flusso d’aria proveniente da un ventilatore. Può aiutare anche l’utilizzo di prodotti naturali come infusi di camomilla, aloe vera ed estratti di calendula. Non dimentichiamoci di idratare tutto l’organismo bevendo abbondantemente. Se poi compare qualche linea di febbre, possiamo ricorrere a un antipiretico, che darà un po’ di sollievo anche alla sintomatologia dolorosa, ma se si presentano altri sintomi, come malessere generale, capogiri, mal di testa, occorre consultare il medico. 

In ogni caso, anche in caso di eritema modesto, stiamo lontani dal sole per qualche giorno, finché i fastidi non saranno scomparsi. E ricordiamo: dopo una scottatura la pelle si secca e si squama. Se vogliamo esibire un’abbronzatura uniforme e intensa, un’abbuffata di sole all’inizio delle vacanze è un pessimo modo per cominciare l’estate.  
 

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