A fior di pelle

Estate e sole: come avere cura dei nostri tatuaggi

I raggi ultravioletti sono veri nemici per la bellezza dei tattoo. Andrea Afferni, artista del tatuaggio, ci spiega come proteggerli

di Raffaella Martinotti
04 Lug 2019 - 15:08

Gli Italiani hanno una vera passione per i tatuaggi, tanto che il 12,5% della popolazione, per lo più adulti tra i 18 e i 44 anni, ha almeno un tatuaggio. I dati, contenuti nel libro “Sulla nostra pelle - Geografia culturale del tatuaggio” (di Paolo Macchia e Maria Elisa Nannizzi, Pisa University Press, 2019) parlano chiaro: anche se siamo ancora lontani dall’ampiezza registrata negli Stati Uniti, il fenomeno tattoo ha ormai una rilevanza di tutto rispetto anche nel nostro Paese. Alcuni tatuaggi sono vere opere d’arte e richiedono quindi un notevole esborso in denaro: è di importanza fondamentale averne buona cura, soprattutto nel periodo estivo, quando la pelle è più esposta all’azione dei raggi solari. Tgcom ha chiesto ad Andrea Afferni, uno dei più importanti e affermati artisti del tatuaggio a livello internazionale, quali sono le precauzioni e le buone pratiche per salvaguardare la bellezza e la brillantezza dei capolavori che amiamo esibire sulla nostra pelle.

Tatuaggi sotto il sole:capolavori di cui avere cura

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© ufficio-stampa
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Andrea, parliamo di tatuaggi e di sole estivo. Il nostro tattoo rischia di rovinarsi sotto il sole o possiamo stare tranquilli?
Se il tatuaggio è stato fatto in modo corretto, se è guarito bene e se lo proteggiamo con cura, non ci sono grossi inconvenienti. E’ però indispensabile ricordare che i colori si alterano per effetto dei raggi solari e che quindi bisogna assolutamente coprire la zona con una crema a schermo totale o almeno con un fattore 50 di protezione. E ricordiamoci che il sole non si prende solo se facciamo le lucertole sulla spiaggia, ma anche involontariamente, quando andiamo in giro, se la pelle non è coperta dai vestiti. La crema solare sul tatuaggio è indispensabile sempre. Occorre poi prestare attenzione alle istruzioni che ogni tatuatore professionista lascia ai suoi clienti dopo aver completato il tatuaggio, con le indicazioni dei prodotti specifici da utilizzare durante la cicatrizzazione e anche in seguito.

Quali sono gli effetti del sole sui pigmenti che compongono il disegno?
I raggi ultravioletti alterano i colori: il bianco ingiallisce e diventa più opaco, tutte le sfumature perdono in brillantezza e possono degradarsi anche del 50%. Nel migliore dei casi occorre andare a riprendere tutti i colori, ma a volte non si riesce a rimediare al danno. Il che è un vero peccato, visto anche il valore in denaro di un tatuaggio artistico.

Dunque i tatuaggi a colori soffrono particolarmente. E’ lo stesso anche per quelli in bianco e nero?
Quelli in bianco e nero danno di solito meno problemi. Vanno seguiti e curati anche loro e va messa sempre la crema protettiva, ma sono meno delicati e si conservano meglio. Tra l’altro, le opere a colori danno buoni risultati solo sulle carnagioni molto chiare: per questo consiglio sempre a chi è di incarnato scuro di orientarsi su un soggetto a chiaroscuro in bianco e nero. Il risultato sarà migliore e sarà più semplice conservare l’opera in tutta la sua bellezza.

Dopo quanto tempo dalla realizzazione del tatuaggio possiamo esporci al sole senza problemi e fare il bagno al mare o in piscina?
La pelle deve essere guarita perfettamente, per cui occorrono come minimo quindici giorni prima di esporsi al sole e almeno un mese per fare il bagno o la sauna, perché la pelle deve avere il tempo di guarire del tutto e le cellule devono rigenerarsi. E’ un po’ come quando si cade dalla bicicletta o ci si fa una piccola ferita: dopo un po’ la crosticina che copre il taglio viene via, ma la pelle che sta sotto non è ancora completamente rimarginata. Insomma, ci vuole un mesetto. Se poi ci sono stati problemi durante la cicatrizzazione, può volerci ancora di più: ad esempio se il tatuaggio ha irritato molto la pelle o se si sono formate delle crosticine che hanno impiegato più tempo delle altre a guarire. In questo caso bisogna essere cauti e aspettare ancora. Passato questo periodo, possiamo fare tutto quello che vogliamo, mare, piscina, sauna. a patto di non trascurare la crema solare. Anche per questo sconsiglio sempre ai miei clienti di tatuarsi in luglio e in agosto, se hanno in programma di andare in vacanza al mare.

Che dobbiamo fare se, mentre ci troviamo in vacanza, magari in un posto esotico, abbiamo voglia di farci un tatuaggio sul posto, per souvenir o perché ci piace particolarmente uno stile locale?
Vale il discorso che abbiamo fatto prima: niente sole per quindici giorni e niente bagno per un mese, anche se si tratta di un tatuaggio piccolo e semplice. Se siamo lontani da casa, in luoghi esotici, vale poi la pena di verificare con attenzione le condizioni igieniche in cui lavora il tatuatore: accertarsi che gli strumenti siano monouso, che indossi i guanti e che tutte le parti della strumentazione e le superfici siano coperte, per evitare il rischio di contaminazioni. Se, ad esempio, il tatuatore viene a contatto con il sangue del cliente e poi tocca l’impugnatura della penna o della macchinetta, o il flacone della crema o qualcosa d ’altro, può trasmettere un’infezione al cliente successivo quando toccherà di nuovo quell’oggetto. Per questo tutto deve essere coperto. 

Qualche consiglio in più?
Ogni tanto si può mettere sulla pelle dell’olio o una delle creme specifiche indicate o fornite dal tatuatore per mantenere la pelle ben idratata ed elastica. In fondo, se il tatuaggio è ben fatto e la pelle è sana, non serve altro.

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