Il barbecue è un grande classico della bella stagione, ma non è eco-friendly: contro le polveri sottili scattano i divieti Oltremanica (e non solo)
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Vero e proprio rito quando le temperature si fanno gradevoli, la grigliata, perfetta per regalare tanto gusto e allegria, può essere nociva per l’ambiente a causa delle emissioni di anidride carbonica: vietare le grigliate all’aperto è una misura per combattere il riscaldamento globale, ma è utile anche per preservare la salute, in quanto i cibi cucinati sulla griglia favoriscono la formazione di sostanze cancerogene durante la cottura.
Lo dice la scienza: secondo le ricerche effettuate all'università di Manchester e uno studio presentato nel 2019 alla Royal Society Summer Science Exhibition, un tipico barbecue per quattro persone sarebbe più inquinante di un viaggio di centotrenta chilometri in auto, mentre altri studi condotti tra il 2005 e il 2014 negli Stati Uniti hanno evidenziato che un calo del 20% circa nel consumo di carni rosse ha contribuito ad abbattere le emissioni di gas serra pari a quelle prodotte quasi 40 milioni di vetture.
Regno Unito, scattano i divieti: alla luce di quanto emerso, in Gran Bretagna il consiglio comunale di Brighton & Hove, guidato dai Verdi, ha proposto una serie di proibizioni. Contro il riscaldamento globale le misure prevedono di vietare le grigliate sulla spiaggia, nei parchi e negli spazi aperti, decisione ovviamente mal digerita tra i residenti, gli appassionati della grigliata magari vista mare, e di chi si appresta a trascorrere le vacanze in quelle zone. Vero è che non si tratta certo di un'iniziativa improvvisa, ma di un tassello di un piano articolato che ha come obiettivo di rendere la località a emissioni zero entro il 2030. Anche se il consiglio comunale assicura che le misure sono ancora al vaglio, i residenti di Brighton & Hove, non ci stanno e tanto per cominciare i divieti entreranno subito in vigore per la zona di New Forest dove la scorsa estate, per il grande flusso di vacanzieri e la tradizione delle grigliate, in un solo fine settimana sono stati spenti ben sessanta i barbecue non sicuri nel corso di controlli appositamente effettuati.
Barbecue da evitare, ma...: secondo quanto emerso dalle ricerche, tra i più colpevoli corresponsabili degli aumenti dei livelli di Co2 ci sarebbero i barbecue usa e getta. Le restrizioni imposte a Brighton dunque sono state accolte con favore dagli ambientalisti, mentre gli irriducibili del barbecue hanno protestato con veemenza. Si teme infatti che il divieto possa avere ricadute sui soggiorni estivi, tenuto conto che a Brighton, come sottolineano molti residenti, si è sempre respirata un’aria "divertente e tollerante" ed ora, con questi divieti, si rischia di incidere in maniera decisamente molto negativa sull'immagine di questa località più di quanto non possa influire positivamente sulla salute del pianeta.
E in Italia? Anche nel nostro Paese qualche divieto temporaneo per contrastare i livelli di polveri sottili a volte scatta. Secondo il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, "Il barbecue produce inquinamento a livello locale, e si tratta di un tema soprattutto estivo che incide sull'inquinamento da ozono. Il divieto temporaneo dei barbecue riguarda alcuni comuni italiani che hanno problemi di inquinamento atmosferico. Qui, però, si rischia di indicare la Luna e guardare il dito. Se vogliamo combattere la crisi climatica, dobbiamo fare una guerra senza quartiere alle fonti fossili tenuto conto che le principali fonti di emissioni in atmosfera di gas climalteranti sono gli impianti di produzione di energia, il trasporto di merci e persone, l’industria e così via: ai barbecue penserei tra una ventina di anni". Aggiunge Paolo Menichetti, di Forum Ambientalista: "In Italia le fonti di inquinamento sono altre e nella scala delle priorità ci sono centrali, inceneritori e molte fonti ben più inquinanti dei barbecue".
Cile e Cina, altri divieti: il sindaco di Santiago del Cile, Claudio Orrego, già nel 2014 aveva lanciato uno stop al barbecue per qualche giorno, invitando i cittadini a non accendere né legna, né falò e di non fare grigliate a causa dei problemi con l'inquinamento dell'aria. Per quanto riguarda la Cina, risale al 2013 la decisione del Ministero della Protezione Ambientale di mettere al bando i barbecue dalle città proprio come completamento del piano anti inquinamento nazionale, istituendo appositi controlli.
Griglia e tumore, il rischio c’è: cuocere gli alimenti alla griglia non è un danno solo per l’ambiente. Infatti, l'American Institute for Cancer Research ed altri centri di ricerca hanno sottolineato come sia possibile la formazione di sostanze cancerogene durante la cottura sulla griglia derivanti dalla bruciatura delle parti esterne ed in particolare di quelle più grasse. Nelle tipiche strisce bruciacchiate è possibile trovare derivati del benzopirene e dell'antracene, entrambi fortemente cancerogeni: basti pensare che un chilogrammo scarso di carne alla griglia contiene lo stesso quantitativo di benzopirene presente di centinaia di sigarette. Proprio per questo, si raccomanda di pulire accuratamente la griglia all'inizio e al termine del suo utilizzo, allontanando così la possibilità che residui tossici della precedente cottura possano aderire ai nuovi alimenti alterandone caratteristiche e sicurezza.